Google dichiara guerra al gioco: prodotto dannoso, non sarà più visibile sul motore di ricerca
Top

Google dichiara guerra al gioco: prodotto dannoso, non sarà più visibile sul motore di ricerca

Dall’attuale mese di luglio il principale motore di ricerca del globo interromperà l’utilizzo dei risultati multimediali per evitare la promozione di prodotti per giochi online, armi, droghe, tabacco

Google dichiara guerra al gioco: prodotto dannoso, non sarà più visibile sul motore di ricerca
Preroll

globalist Modifica articolo

7 Agosto 2022 - 12.16


ATF

Continuano le novità in casa Google. Dall’attuale mese di luglio, difatti, il principale motore di ricerca del globo interromperà l’utilizzo dei risultati multimediali. Non a caso, ma per evitare la promozione di prodotti per giochi online, armi, droghe, tabacco. Categorie diverse tra di loro ma accomunate da un unico ban, che rischia di penalizzare ancora una volta settori regolamentati come quello dei casinò online in Italia. Novità per il gioco quindi, con una nuova serie di modifiche che interesserà tutti gli operatori del settore. Il gioco viene paragonato a tabacco ed alcol e quindi bollato dal motore di ricerca come “prodotto di alto rischio”. Una decisione storica di Google, che detta le regole per un nuovo corso. Le linee guida sono state prontamente aggiornate.



Come impatteranno, fattivamente, tutte queste modifiche? In particolare sulla capacità degli inserzionisti di utilizzare i “risultati multimediali” con l’intento di marcare i prodotti ritenuti ad alto rischio o dannosi per Google. Risultati multimediali infatti è una funzione di ricerca che permette agli inserzionisti di delineare informazioni specifiche su determinati prodotti: prezzi, disponibilità, recensioni. Nessuna ulteriore visualizzazione, dunque, nelle istantanee dei risultati di ricerca della parola chiave di questi prodotti.



Con l’aggiornamento delle linee guida, Google ha di fatto dichiarato che gli inserzionisti di prodotti dannosi come armi, droghe, tabacco, svapo e gioco non potranno ulteriormente contrassegnare i contenuti con i risultati multimediali. Perché la convinzione alla base è che questi potrebbero facilitare danni immediati e non agli utenti, come spiegato da una nota della società della Silicon Valley.



Già nel 2018 Google si era schierato in maniera netta ed inequivocabile, ora non è altro che una conferma: non sarà consentito di promuovere azioni manuali in Google Search Console, per la violazione di queste linee guida. Il motore di ricerca non andrà a mostrare quindi i risultati in “Ricerca Google”.


Le restrizioni saranno applicate su tutte le giurisdizioni, indipendentemente dal fatto che i territori dei motori di ricerca comprendano o meno leggi individuali sulla pubblicità dei giochi a distanza. Un ulteriore problema, come si diceva in principio, per l’industria dell’intrattenimento digitale in Italia. Pur sempre in ascesa, come confermano i dati degli ultimi due anni, ma ancora una volta sulla via della penalizzazione per decisione di terzi. Una novità controproducente, in questo caso, che mette ulteriormente in difficoltà il settore, già impegnato dalla non facile uscita dal periodo di pandemia. I dati dei prossimi mesi sapranno dire di più sulla decisione di Google e sull’impatto nel mondo del gioco.

Native

Articoli correlati