Anzaldi: "La guerra in Ucraina dimostra che la Rai deve rinforzarsi sulla rete, Rainews online non regge il passo"
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Anzaldi: "La guerra in Ucraina dimostra che la Rai deve rinforzarsi sulla rete, Rainews online non regge il passo"

Il deputato della vigilanza Rai parla del sercizio pubblico: "Chi dirige non deve condurre, ci sono troppe sovrapposizioni"

Anzaldi: "La guerra in Ucraina dimostra che la Rai deve rinforzarsi sulla rete, Rainews online non regge il passo"
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2 Marzo 2022 - 13.32


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Onorevole Anzaldi, in questi giorni la Rai ha ricevuto diverse critiche su come sta coprendo l’invasione russa in Ucraina, tra immagini di videogiochi finite nei tg alle presunte opinioni filorusse di alcuni inviati. Che ne pensa?
“È indubbio che la Rai stia profondendo ampi sforzi sulla guerra in Ucraina, e di questo va dato atto al servizio pubblico. Purtroppo il ripetersi di errori come il filmato di un videogioco finito in un servizio del Tg2, l’aver bucato la conferenza stampa di Biden o la falsa copertina di Time nello speciale del Tg1 hanno sollevato giustificate critiche tra i telespettatori. Infortuni e gaffe del genere la Rai, che ha il record di direttori, vice direttori, capi redattori e dirigenti nelle testate giornalistiche pagati per controllare cosa va in onda, non può davvero permetterseli. Per questo credo sia ancora più urgente passare alla Newsroom unica”.

C’è chi ha criticato, a questo proposito, la grande presenza in video dei direttori, ad esempio Monica Maggioni che ha condotto molti speciali su Rai1 o la presenza fissa del direttore del Tg2 Sangiuliano negli approfondimenti. Che ne pensa?
“La presenza dei direttori negli speciali può essere giustificata il giorno stesso in cui è partita l’invasione, può avere senso quando c’è da illustrare la linea editoriale o in un momento particolarmente delicato, ma se diventa una routine addirittura quotidiana si fatica a distinguerla da semplice presenzialismo o ricerca di visibilità. Il direttore ha la responsabilità massima del prodotto che va in onda, deve controllare tutto, deve tenere i contatti con le fonti istituzionali al massimo livello: se passa ore e ore in diretta, chi fa questo lavoro al suo posto? Per condurre gli speciali ci sono i conduttori, per fare gli opinionisti ci sono i commentatori: il direttore dovrebbe fare un altro lavoro. Se invece sta sempre in onda, poi è più facile che si verifichino errori e infortuni. D’altronde i direttori alla Bbc o a France Television o nelle all news internazionali non passano di certo la giornata in onda. E poi c’è anche un problema regolamentare”.

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A cosa si riferisce?
“In Rai, stando almeno a quanto dichiarato più volte in passato da direttori generali e amministratori delegati, vige un regolamento interno che vieta i doppi incarichi: chi è direttore non può fare il conduttore o avere altre mansioni come ad esempio l’opinionista fisso. Un regolamento che fu reso noto agli italiani quando Bianca Berlinguer, da direttrice del Tg3, intendeva anche continuare a condurre l’edizione delle 19 del tg, scatenando le proteste dell’Usigrai. Perché ora questo regolamento non viene più applicato? L’azienda ha dato deroghe scritte a Sangiuliano, Maggioni, Di Mare, Di Bella? Ma se si danno tutte queste deroghe, allora che senso ha avere un regolamento?”.

In occasione dell’ultima audizione dell’Ad Fuortes in commissione di Vigilanza, lei ha chiesto conto dell’attività del portale Rainews. Come crede che si stia comportando nella copertura della guerra in Ucraina?
“Chi naviga sul portale Rainews spesso nota incredibili ritardi sulle notizie. Ieri mentre tutti i siti aprivano con il video del bombardamento della sede regionale a Kharkiv, Rainews era ancora fermo alle notizie della sera prima. Su questo Fuortes ha il dovere di intervenire al più presto, anche perché proprio la guerra in Ucraina ha fatto emergere ancora di più quanto ci sia interesse per notizie gratuite. Mentre i siti dei grandi quotidiani vincolano gli approfondimenti e gli aggiornamenti sull’invasione alla sottoscrizione di abbonamenti, proprio la Rai avrebbe il dovere di rafforzarsi sulla rete per dare ai cittadini un vero servizio pubblico. Gli investimenti sono stati fatti, la redazione è stata ampliata, ora però occorre vedere risultati accettabili”.

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