L'Avvenire sul caso Seid: "C'è una intera generazione di stranieri in patria"
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L'Avvenire sul caso Seid: "C'è una intera generazione di stranieri in patria"

Il direttore del quotidiano cattolico: "Giovani italiani magari dalla pelle diversa che sono uguali a ogni altro italiano ma che abbiamo trattato da estranei"

Seid Visin
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6 Giugno 2021 - 09.20


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La lettera di Seid Visin, il ragazzo suicida che raccontava il razzismo subito negli anni passati, è una ferita che fa male e deve spingerci a combattere contro la brutta piaga di odio e razzismo che ha preso il nostro paese, fomentato anche da alcune politiche di mancata accoglienza.

“La tragedia di Seid Visin fa piegare in ginocchio, in preghiera e in pianto, e spinge ad alzarci con forza in piedi, davanti alle nostre responsabilità”, scrive oggi il direttore del quotidiano cattolico Avvenire, Marco Tarquinio, nella rubrica delle risposte ai lettori, sul caso del suicidio del giovane calciatore di origine etiope. “In queste ore tanti, o quasi tutti, hanno parole e indignazione – sottolinea Tarquinio -. E qualcuno grida più forte, e come sempre fa baruffa senza pietà per i morti e per i vivi. Ma, come stiamo scrivendo da anni sulle nostre pagine, c’è una generazione intera di nuovi italiani, che abbiamo fatto sentire stranieri in patria”.

“Giovani italiani magari dalla pelle diversa che sono uguali a ogni altro italiano, che sono noi, ma che abbiamo trattato da estranei”. osserva il direttore del giornale dei vescovi.

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“Ragazzi e ragazze, persino adottati come Seid, che – gridano leader e opinionisti di successo – la cittadinanza italiana ‘se la devono meritare’ e che perciò, ancora oggi, almeno fino ai diciott’anni se la possono scordare”, osserva.

“C’e’ anche questo nella storia di Seid, e nella disperazione che infine l’ha spezzata – conclude Tarquinio -. Che questo dolore ci svegli, ci svegli tutti, e ci aiuti a ritrovare gli sguardi giusti su ogni figlio e ogni figlia, e ci faccia fare le leggi giuste e davvero urgenti”.

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