"Magistrati cani sciolti". Da Floris, impunemente Luttwak straccia la storia e offende la "meglio Italia”
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"Magistrati cani sciolti". Da Floris, impunemente Luttwak straccia la storia e offende la "meglio Italia”

Il politologo ha difeso gli 'investitori' per attaccare persone che sono morte per difendere la legalità dalla mafia

Edward Luttwak ospite da Floris
Edward Luttwak ospite da Floris
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

8 Aprile 2020 - 09.37


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“Gli investitori del  mondo non hanno paura della mafia, ma dei magistrati: cani sciolti che fanno qualsiasi cosa”. Quando Edward Luttwak se ne esce con questo giudizio – uno dei più duri e feroci mai sentiti sui magistrati italiani – il silenzio del conduttore di DiMartedì è più profondo di quello delle nostre città, la notte, al tempo del coronavirus.

Non un timido invito al “mastino americano” ad avere rispetto dei magistrati, non un intervento che ricordi al cattivo ospite il costo umano dato dai magistrati italiani alla democrazia e alla civiltà contro quelle mafie che – come aggiunge Luttwak – non impauriscono gli investitori stranieri che lui ben conosce, presumiamo, come analista, certo. Si, certo, ognuno è libero di invitare chi vuole, soprattutto se l’invito ha ragioni che ci sfuggono e magari attengono ai piani dell’editore, per cui al conduttore non resta altro che essere ospite rispettoso e silenzioso.

Certo, ma ci sono silenzi – ascoltato quel che si è ascoltato da Luttwak – che non possono non essere censurati. Prima completiamo il “Luttwak pensiero” espresso ieri sera a DiMartedì e che indigna i social, poi ricorderemo a lui e al silenzioso, “rispettoso” e sorridente conduttore alcune cose attorno ai “cani sciolti”.
A DiMartedì si parlava di coronavirus e degli scenari economici dopo il coronavirus. I nuovi dati autorizzano a sperare in una svolta?, chiede Giovanni Floris. Si parla ovviamente del coronavirus, della frenata dei contagi. Nel rispondere, il politologo Usa, va oltre – lo aveva in testa e lo ha fatto, sembrava essere lì solo per farlo – individuando quale sarà il principale problema per la ripartenza in Italia: la magistratura. E ai magistrati ci arriva non prima di aver fatto un affresco, ironico per lui, irriguardoso per noi che da italiani condividiamo dolori e lutto del nostro Paese: “È molto difficile per me…sono terrorizzato. Vedo gli italiani senza la cravatta (!),significa che la situazione deve essere davvero atroce. ..Ce l’hanno solo Salvini e Sileri – continua il cattivissimo amico americano – Gli statunitensi non ce l’hanno mai la cravatta, ma quando gli italiani se la tolgono deve essere una crisi mondiale…”.

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Analisi finissima, sofisticata davvero… degna di un approfondimento sanitario. Dopo la presunta ironia, l’affondo osceno sui magistrati, e partendo da quel che aveva detto un magistrato ospite della trasmissione: “Ho sentito il magistrato…Voi tutti sapete che gli investitori del  mondo non hanno paura della mafia, ma dei magistrati, cani sciolti che fanno qualsiasi cosa”. Qualsiasi cosa? Cosa? . Quindi, di seguito, l’americano del martedì sera eccolo a dispensare i suoi pensieri e i pensieri dei suoi amici (“investitori del mondo”, in primis).

Parla dei decreti del nostro governo: “Oggi ho letto il nuovo decreto uscito dal governo e vedo l’energia di agire – aggiunge con l’aria di chi dall’alto, sfotte – si svolge in cento pagine per dire cose che, nei decreti svizzeri e americani, si dicono in otto pagine ( stesse parole di Salvini, quello con la cravatta ). Perché? – si chiede Luttwak – Lo Stato italiano deve muoversi tra 150 cose perché poi si fanno processi e così via. Spero bene che dopo questa crisi gli italiani escano con l’idea di rinnovarsi”. Dove, tirando le somme, sembra voler dire che se gli italiani ne vogliono uscire prima devono mettere alla catena i “cani sciolti”, sbarazzarsi dei fastidiosi processi e “così via”.
E Luttwak ci lascia con la curiosità del dettaglio di quel “così sia”, dove magari, chissà, nel pacchetto “così via” potremmo trovarci il fastidioso assetto democratico che  in Ungheria è stato spazzato via in quattro e quattr’otto dall’amico dell’uomo in cravatta. Insomma, in un’Italia profondamente ferita dal coronavirus e della crisi economica legata alla pandemia, secondo il pensiero del martedì di Luttwak sono i magistrati il vero intralcio alla ripresa.

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Curioso che le parole dell’amico americano degli “investitori” vengano di seguito ad altre parole, di segno opposto, preoccupanti e inquietanti, quelle di un  paio di quei “cani sciolti” che Luttwak vede come unico pericolo: le preoccupazioni del Procuratore Antimafia, Federico Cafiero De Raho o di Nicola Gratteri, che da esperto di ‘ndrangheta ha un quadro globale degli interessi di mafia. Non lo dicono solo i due alti magistrati, lo avvertono altri magistrati e tanti servitori dello Stato che conoscono il territorio, uomini e cose: le mafie si sono già mosse ed hanno cominciato ad “investire”, rastrellando imprese  e attività economiche. Da Sud a Nord. 

Per chiudere, a proposito di magistrati “cani sciolti”, facciamo quello che forse avrebbe dovuto fare il silenzioso e sorridente conduttore: ricordare a Luttwak una facile ricerca sul primo motore disponibile. Cercare “magistrati morti nella lotta alla mafia e al terrorismo”. Legga Luttwak, e li legga tutti e a tutti chieda scusa, uno ad uno. Magari con una sosta più lunga davanti ai nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Perché? Se ci capitasse di incontrare Luttwak potremmo spiegarglielo vis-à-vis. 

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