Ecco perché il 2050 sarà un mondo di supercentenari
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Ecco perché il 2050 sarà un mondo di supercentenari

Stando al Washington Post, “gli esperti prevedono che il numero di persone che vivono almeno 100 anni continuerà ad aumentare nei prossimi decenni”.

Ecco perché il 2050 sarà un mondo di supercentenari
Il 2050 sarà un mondo di supercentenari
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27 Gennaio 2023 - 13.29


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Stando al Washington Post, “gli esperti prevedono che il numero di centenari – persone che vivono almeno 100 anni – continuerà ad aumentare nei prossimi decenni”. Ma mentre la genetica gioca sicuramente un ruolo importante per uno stato d’invecchiamento sano e salutare, anche altri fattori come l’attività fisica, il radicamento sociale e le buone relazioni con gli altri, oltre al luogo in cui si vive, possono influenzare le possibilità di vivere più a lungo.

Come racconta Alberto Ferrigolo su Agi.it proprio la recente scomparsa della persona più anziana del mondo, suor André in Francia all’età di 118 anni, ha messo in evidenza il crescente numero di centenari, secondo il quotidiano americano.

Sulla base di una stima del 2022 redatta dalle Nazioni Unite, si ritiene infatti che ci siano 593.000 centenari in tutto il mondo mentre la stessa Onu ritiene che nel 2050 saranno addirittura 3,7 milioni. Per gli esperti che studiano l’espansione della durata della vita, tutto dipende dal Dna, per prima cosa e dai geni ereditati dai propri genitori, il fattore n. 1. E “probabilmente non si tratta di un singolo gene ma di un profilo, una combinazione di geni”, ha dichiarato Luigi Ferrucci, direttore scientifico del National Institute on Aging.

Secondo Nir Barsilai, direttore dell’Institute for Aging Research presso l’Albert Einstein College of Medicine nel Bronx, che ha studiato la vita di centinaia di centenari, le persone che hanno sposato e i loro figli, c’è un tratto comune e una caratteristica comune: i figli dei centenari sono “circa 10 anni più sani” dei loro coetanei”.

Adesso c’è pure un progetto: Barzilai sta lavorando per arruolare 10.000 centenari, i loro figli e un gruppo rappresentativo della popolazione per identificare i diversi geni che contribuiscono a una lunga vita. Le persone che hanno una certa mutazione sul loro ormone della crescita, ad esempio,” hanno molta più probabilità di vivere più a lungo” perché le loro cellule spendono più energia per mantenere quelle esistenti, non per farne crescere di nuove, ha precisato Barzilai.

Il piano, perciò, è quello di utilizzare l’intelligenza artificiale per aiutare a trovare i geni e sviluppare farmaci da essi. “Vogliamo davvero trovare tutti i geni della longevità”, dice Barzilai.

E se l’ambiente e lo stile di vita contano, Stati Uniti e Giappone vantano un congruo numero di centenari e supercentenari, persone che vivono fino a 110 anni o più: il Giappone vanta il record pro capite.

Secondo Robert Young, direttore della ricerca presso il Gerontology Research Group, però il punto è che “le persone devono tenere in mente che quando guardiamo alla longevità umana oggi, in realtà stiamo guardando di più allo stato del mondo oltre 110 anni fa” e quindi una zona di guerra, un luogo con accesso a un’assistenza sanitaria di qualità, un paese con molto inquinamento, una nazione sviluppata dove le persone si siedono molto, sono fattori decisivi e probabilmente giocano un ruolo significativo nella longevità, a favore o a sfavore.

Non ultimo, “lo stress della vita”. Su tutti il fattore determinante per vivere più o meno a lungo.

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