L'affermazione discutibile di Ruini: "Nessuno nella Chiesa ha il potere di benedire le coppie omosessuali"
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L'affermazione discutibile di Ruini: "Nessuno nella Chiesa ha il potere di benedire le coppie omosessuali"

Il Cardinale e presidente della Cei: "Può essere benedetto solo ciò che è conforme ai disegni di Dio, non ciò che è loro contrario, come le unioni tra persone dello stesso sesso"

Ruini
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4 Maggio 2021 - 08.02


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Nonostante a marzo la congregazione per la Dottrina della fede abbia stabilito che non è ammissibile tra pochi giorni decine di sacerdoti tedeschi benediranno pubblicamente “centinaia di coppie omosessuali”.
Sul Foglio, il cardinale Camillo Ruini, già presidente della Cei, ha osservato che “stanno venendo al pettine dei nodi che purtroppo esistono da tempo, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come dimostra la cosiddetta Assemblea sinodale tedesca attualmente in corso, che ha indicato chiaramente i propri obiettivi: non solo la benedizione delle coppie dello stesso sesso, ma anche il sacerdozio alle donne, l’abolizione dell’obbligo del celibato ecclesiastico, l’intercomunione tra cattolici e protestanti”.

Tuttavia la risposta è già contenuta nel responsum della Congregazione.

“Semplicemente, la Chiesa non ha il potere di benedire queste unioni – ha aggiunto Ruini – Può essere benedetto, infatti, solo ciò che è conforme ai disegni di Dio, non ciò che è loro contrario, come le unioni tra persone dello stesso sesso. Le persone possono certamente essere benedette, ma perché si convertano, non perché si confermino nel loro peccato. Dio stesso benedice l’uomo peccatore affinché si lasci cambiare da Lui, ma non può benedire il peccato. Vorrei sottolineare – ha aggiunto – la forza di questa posizione: non si tratta soltanto di una cosa che la Chiesa ha deciso di non fare, ma di una cosa che la Chiesa non può fare. Per conseguenza nessuno, nella Chiesa, ha questo potere”.

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Sulla questione dell’omosessualità, prosegue Ruini, “si sono avuti, a partire dall’inizio del secolo scorso, cambiamenti profondi e in buona parte giustificati. Ai tempi della Regina Vittoria l’omosessualità era un grave reato e poi, ancora a lungo, gli omosessuali sono stati vittime di odiose discriminazioni. A un certo punto si è verificata una svolta profonda – ha spiegato il cardinale – con la rivendicazione dei diritti della persone omosessuali e con il cosiddetto orgoglio gay. In questo contesto la posizione della Chiesa sembra a molti fuori dal tempo, troppo arretrata e ormai improponibile. La Chiesa oggi è contraria a ogni ingiusta discriminazione delle persone omosessuali e vuole che esse siano accolte nella comunità cristiana con rispetto e delicatezza, come dice la stessa Nota esplicativa della congregazione per la Dottrina della fede”.

L’oggetto del contendere “sta nella valutazione morale dei rapporti omosessuali e delle unioni che li implicano. Secondo l’insegnamento costante della Sacra Scrittura, Antico e Nuovo Testamento, e della tradizione ecclesiale gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, perché non idonei a trasmettere la vita e non fondati su una vera complementarietà affettiva e sessuale. Perciò in nessun caso possono essere approvati. Questa valutazione morale ed ecclesiale non va in alcun modo confusa con una norma giuridica statale. Inoltre il giudizio negativo riguarda il comportamento considerato in se stesso, non la responsabilità soggettiva delle persone, che sono comunque da rispettare e da accogliere”.

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“Spero con tutto il cuore che non ci sia alcuno scisma – ha infine concluso – e prego per questo. Papa Francesco, il 29 giugno 2019, ha indirizzato una lettera ‘al popolo di Dio che è in cammino in Germania’, nella quale chiede, fra l’altro, di conservare sempre il senso della Chiesa e il legame con la Chiesa universale: queste parole del Papa offrono un criterio e un orientamento prezioso. Non nego, dunque, che un rischio di scisma ci sia, ma confido che, con l’aiuto di Dio, lo si possa superare”.

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