Che vita sarebbe senza il pi greco?
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Che vita sarebbe senza il pi greco?

Il 14 marzo, il 5 aprile, il 26 aprile, il 22 luglio e il 10 novembre si festeggia una delle costanti più famose della storia della matematica. [Manuela Iannetti]

Pi greco
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14 Marzo 2015 - 18.48


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di Manuela Iannetti

Che cosa hanno in comune il 14 marzo, il 5 aprile, il 26 aprile, il 22 luglio e il 10 novembre?

Non servono gli aruspici per spiegare il mistero, ma se ci fossero ancora sarebbero molto contenti di saperlo: in ciascuno di questi giorni infatti si festeggia il pi greco, o almeno a farlo sono i fanatici di una delle costanti più famose della storia della matematica. E non solo.

Il motivo scopritelo da voi, intanto sappiate che la vita dell’uomo è legata al pi greco da un filo sottile e resistentissimo.

Che vita sarebbe senza? Ce lo spiegano oggi gli adepti del @PiGrecoDay, che anche in Italia ne celebrano la fortuna. Per la precisione, lo fanno dal 1988, da quando cioè per la prima volta il fisico Larry Show ne decretò i festeggiamenti a San Francisco.

Senza pi greco sarebbe impossibile, per esempio, portare un aereo a destinazione. O almeno non senza aver calcolato la quantità necessaria di carburante per giungere alla meta. Impossibile anche costruire ponti, cupole, archi e tunnel, o per lo meno non senza conoscere la quantità di materiale edilizio indispensabile per edificarli. Impossibile utilizzare strumenti di calcolo astronomici e astrofisici, o conoscere la distanza tra la terra e i corpi celesti, per non parlare delle loro dimensioni.

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La vita di Galileo e quella di Copernico, per intenderci, sarebbe stata decisamente più faticosa, e la nostra non di meno: luce, suono, ogni grandezza dotata di un periodo a forma sinusoidale non sarebbe misurabile né, forse, percepibile. Per non parlare della probabilità di analizzare un comportamento o calcolare la distribuzione di una probabilità: niente broker, sociologi, biologi e studiosi di qualsivoglia scienza.

Ma non pensiate di essere immuni dal potere del pi greco, solo perché la scuola non ha fatto, o non fa, al caso vostro: la costante matematica ha applicazioni un po’ ovunque, e sembra essere nascosta nella natura delle cose: nell’iride delle persone, nell’arcobaleno dopo la pioggia, nelle conchiglie e nelle spirali marine.

Per cui si mettano il cuore in pace tutti, studenti di matematica e romantici di tutto il mondo. Riconoscere, o conoscere per la prima volta, l’importanza del rapporto tra la circonferenza di un qualunque cerchio e il suo diametro è una cosa seria. Lo sapeva bene persino Einstein, che ne cercava i segreti tra le anse dei fiumi. E non si può dire certo che Albert fosse un uomo noioso.

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Se ancora non siete persuasi del fascino discreto di questa costante, provate a contare le lettere di queste parole “Che n’ebbe d’utile Archimede, da ustori vetri, sua somma scoperta? Umanitade incerta, infantile, che ad ogni progenie vede negato il divin vero. Ma non combatte già la terrena fragilità”.

No, non è un proclama di Feudalesimo e Libertà, ma una delle mille tecniche mnemoniche ideate dagli appassionati di pi greco per ricordarne il maggior numero di cifre possibili.

Il record lo detiene, al momento, un cinese: è Lu Chao, che il 19 novembre 2005 ha recitato ben 67.890 cifre esatte. Ci ha messo 24 ore e 4 minuti, e non 3 e 14, ma ci starà sicuramente lavorando.

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