Nulla che non si potesse immaginare, ma ci sono le conferme: Telegram, dove proliferano gruppo e canali «con profili di contiguità con i movimenti antisistema no-vax/no-greenpass», ma anche la «piattaforma Facebook» e il «social media Twitter», che «si conferma cassa di risonanza per fake news e propaganda».
E’ qui che viaggia la disinformazione filo-russa, stando a quanto riportato dal bollettino sulla minaccia ibrida desecretato su richiesta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli dopo la fuga di notizie dei giorni scorsi.
«Tra i momenti più significativi osservati nel periodo in esame – si legge nel documento – spicca l’intervista rilasciata dal ministro degli Affari esteri russo Lavrov a `ZonaBianca´, che ha catalizzato a lungo il dibattito sulle principali piattaforme social (e non solo su queste), nel cui ambito diversi passaggi dell’intervento sono stati ripresi e strumentalizzati in chiave disinformativa».