I neonazisti al servizio dello Zar Putin: storia del Gruppo Wagner e del suo decorato capo
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I neonazisti al servizio dello Zar Putin: storia del Gruppo Wagner e del suo decorato capo

Pochi dubbi infatti sulle idee politiche di Dmitry Utkin, l'ex militare russo e amico personale dello Zar, a capo del Wagner Group, la brigata di mercenari che si è fatta conoscere anche lontano dal Donbass

I neonazisti al servizio dello Zar Putin: storia del Gruppo Wagner e del suo decorato capo
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31 Marzo 2022 - 18.56


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Usare i neonazisti per “denazificare” l’Ucraina. La macabra tovata di Vladimir Putin e delle sue camicie brune: il Gruppo Wagner.

La storia di Dmitry Utkin

Pochi dubbi infatti sulle idee politiche di Dmitry Utkin, l’ex militare russo e amico personale dello Zar, a capo del Wagner Group, la brigata di mercenari che si è fatta conoscere anche lontano dal Donbass dove opera dal lontano 2014 a “difesa” della autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk e in Crimea sul fronte filorusso. Il gruppo di paramilitari risulta ora attivo nella guerra che Mosca ha mosso contro l’Ucraina e il presidente Zelensky: quest’ultimo sarebbe l’obiettivo dei paramilitari cui viene affidata la missione più difficile: la stessa fallita, sempre secondo fonte ucraine, alla milizia cecena trucidata dall’esercito regolare di Kiev

La carriera

Figlio di un geologo di Asbest, serve fino al 2013 l’esercito russo come comandante del 700° distaccamento speciale separato delle Forze armate di stanza a Pechora, nell’oblast di Pskov.  Nove anni fa la scelta di vita: si unisce in Siria al Corpo slavo gruppo paramilitare che combatteo al fianco del presidente siriano Bashar al-Assad. Nel 2014 il ritorno in patria.

Il gruppo Wagner

Nello stesso anno Dmitry lavora per una società privata di sicurezza, la Moran, che diventa l’embrione del Wagner Group, dove confluiscono membri del Corpo Slavo e veterani delle forze armate. L’omaggio a Wagner è presto spiegato: era il compositore preferito di Adolf Hitler. La brigata combatte al fianco dei separatisti filorussi in Donbass e in Crimea, uccidendo comandanti del fronte opposto, e scontrandosi con la Brigata Azov, neonazi anche loro ma nazionalisti ucraini. Nel 2015, Utkin torna in Siria con i suoi mercenari e molti di questi muiono nella battaglia di Palmira. Il gruppo combatte anche in Libia.   

Ospite al Cremlino

Se sugli incarichi imprenditoriali per conto del miliardario Prighozin, a sua volta ritenuto a capo di un’organizzazione di hacker russi ingaggiati contro le potenze occidentali, ci sono dei dubbi certa è stata la presenza di Utkin al Cremlinodurante la celebrazione dellaFesta degli Eroi della Patria il 9 dicembre 2016. Il soldato – divorziato – in quell’occasione ha ricevuto quattro onorificenze speciali per coraggio ed eroismo nella guerra in Siria, prima di venire fotografato con il presidente Vladimir Putin con cui avrebbe un rapporto molto stretto.

Un report dettagliato

E’ quello di Leonardo Bianchi per Valigiablu: “Subito prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina – annota Bianchi –  alcuni funzionari dell’intelligence occidentale avevano detto al New York Times che circa 300 membri della compagnia erano entrati nelle sedicenti “repubbliche popolari” di Donetsk e Lugansk – sia per condurre falsi attentati e incolpare gli ucraini, sia per supportare i separatisti (come del resto avevano fatto nel 2014). Secondo un mercenario intervistato dalla BBC, sempre nel periodo antecedente l’invasione, molti veterani della Wagner erano stati contatti su Telegram e invitati a partecipare metaforicamente a un “picnic in Ucraina” per assaggiare il ‘Salo’(la pancetta di maiale, un piatto tipico ucraino). Lo stesso aveva poi parlato dell’intensificazione della campagna di reclutamento in vista dell’aggressione dell’Ucraina.

Movimenti di soldati della Wagner si sono registrati anche in Africa. Il sito HumAngle, fondato dai giornalisti nigeriani Obiora Chukwumba e Ahmad Salkida, ha riportato che diversi membri del gruppo hanno lasciato la Repubblica Centrafricana all’inizio di marzo. In un’intervista a The Voice of America, il generale americano Stephen Townsend (comandante dello U. S. Africa Command), ha parlato di “reclutamento” di mercenari russi in Libia.

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L’8 marzo è emersa la prima prova della loro presenza sul campo. La pagina Facebook del Direttorato dell’intelligence militare ucraina ha postato la foto di una strana targhetta militare: su un lato si vede un indirizzo mail e un numero siriano; sull’altro c’è la scritta “per piacere aiutateci e contattateci” in inglese, francese e arabo.

Nel testo d’accompagnamento si sostiene che la targhetta in questione appartiene a un mercenario della Wagner, i cui membri – prosegue il post – “stanno morendo” e “combattendo insieme all’esercito dell’aggressore”.  Il 22 marzo, una fonte del Pentagono ha confermato che “il gruppo Wagner è attivo in Ucraina, e pensiamo che stazionino soprattutto nell’area del Donbass”.

Tuttavia, è difficile conoscere appieno il numero reale di mercenari impiegati in Ucraina le loro attività sul campo. Del resto, ha detto la ricercatrice Aaanu Adeove a iNews le compagnie militari private sono tendenzialmente “organizzazioni molte oscure” che si muovono nella zona d’ombra informativa creata dalla cosiddetta “nebbia di guerra (‘fog of war’).Nel caso specifico c’è un ulteriore elemento di complessità: sulla carta, il gruppo Wagner non esiste nemmeno.

L’ascesa delle compagnie private militari nella Russia di Putin

La prima cosa da capire del gruppo Wagner, ha scritto Amy Mackinnon su Foreign Policy, è che “non c’è nessun gruppo Wagner” – a partire dal punto di vista legale. La legislazione russa proibisce esplicitamente le compagnie militari private e, almeno a parole, non ha alcuna tolleranza verso i mercenari.

Da un punto di vista sostanziale, continua Mackinnon, più che un’entità monolitica è

una rete di affaristi e gruppi di mercenari uniti da interessi economici […] e coinvolti in varie attività, tra cui la soppressione di insurrezioni e proteste pro-democrazia, la diffusione di disinformazione, lo sfruttamento di miniere di oro e diamanti, e naturalmente le operazioni militari.

Ma come si è arrivati a questo punto? E qual è il vero ruolo del “gruppo Wagner” all’interno dell’apparato di potere putiniano? E cosa differenzia questa compagnia militare privata russa da quelle di altri paesi, tipo l’americana Blackwater?

La nascita, come detto, risale al 2014 nell’Ucraina dell’est – ma il modello di riferimento è ancora più risalente, essendo il prodotto dell’inestricabile intreccio tra l’interesse pubblico e gli interessi privati nella Russia post-sovietica.

In particolare, ricostruisce un paper di Candace Rondeaux pubblicato sul sito New America, le basi per l’ascesa delle compagnie private militari russe vengono gettate negli anni Novanta, quando l’allora presidente Boris Yeltsin permise ai colossi energetici e petroliferi (da poco privatizzati) di costruirsi dei veri e propri “eserciti privati”.

In quel periodo molti membri di corpi d’élite dell’esercito passano nel settore della sicurezza aziendale, mantenendo comunque i legami con le forze armate e soprattutto i servizi di sicurezza militari dominati dai siloviki (gli “uomini forti” fedeli a Putin).

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Una delle prime compagnie a utilizzare questa formula è Anti-Terror Orel, fondata da veterani dell’intelligence militare e degli spetsnaz (corpi speciali). Negli anni Novanta, membri del gruppo Orel sono ingaggiati in Iraq per sminare i terreni e proteggere infrastrutture energetiche.

Alla fine dello stesso decennio l’ex agente del Kgb Vyacheslav Kalashnikov crea il Moran Security Group. Inizialmente si specializza in operazioni anti-pirateria nel golfo di Aden e nell’Oceano Indiano, e in seguito espande le sue attività e il proprio raggio d’azione in Iraq, Somalia, Afghanistan e altri paesi.

Dopo la prima apparizione ufficiosa nell’Ucraina dell’est, i mercenari della compagnia militare privata sono volati in Siria per combattere a fianco delle truppe governative di Bashar al-Assad e dell’esercito russo. In base a vari resoconti il “gruppo Wagner” ha contribuito alla riconquista di Palmira, ha preso parte a operazioni contro l’Isis e si è occupato della sicurezza di giacimenti petroliferi e oleodotti – in cambio, ovviamente, di una considerevole quota dei profitti.

Non solo: ha commesso diversi crimini di guerra, compresa la decapitazione del disertore dell’esercito siriano Muhammad “Hamdi Bouta” Taha al-Abdullah  (un brutale omicidio ripreso in video, su ordine di Utkin in persona); e nel 2018 si è addirittura scontrato con membri delle forze speciali statunitensi  in una battaglia di quattro ore svoltasi intorno alla centrale di gas di Conoco a Deir el-Zor, dove ha subito pesanti perdite (le stime variano dai cento ai duecento morti). Per i servizi resi in Ucraina e Siria, comunque, nel dicembre del 2016 Utkin è stato premiato con una medaglia al valore al Cremlino, alla presenza di Vladimir Putin. Oltre alla Siria, il “gruppo Wagner” è stato impiegato in vari paesi africani. Tra il 2019 e il 2020 si è unito al Libyan National Army (“Esercito nazionale libico”) del generale Khalifa Haftar, partecipando al fallito assedio di Tripoli e all’offensiva contro il premier Fayez al-Serraj e il Governo di accordo nazionale. Una inchiesta della Bbc, resa possibile dal ritrovamento di un tablet appartenente a un mercenario di Wagner, ha rivelato che anche in Libia la compagnia privata militare si è resa responsabile di crimini di guerra, tra cui l’uccisione indiscriminata di cittadini e prigionieri, nonché la disseminazione di mine ed esplosivi in aree civili.

Nel settembre del 2019 i mercenari russi sono arrivati in Mozambico per reprimere le milizie jihadiste di Al-Shabaab (legate all’Isis) nella regione di Cabo Delgado, ricca di gas naturale e pietre preziose. Stando al Moscow Times l’incarico è stato affidato dal presidente Filipe Nyusi, che nell’agosto dello stesso anno era stato in visita a Mosca per siglare con Putin diversi accordi di cooperazione su energia e sicurezza.[…].

I servizi della compagnia militare privata, che comprendono anche l’addestramento dell’esercito locale, sono ripagati con contratti per la “sicurezza” delle miniere di oro e diamanti e soprattutto con le concessioni esplorative nei giacimenti, stipulate con aziende riconducibili all’oligarca russo…

L’esercito privato di Putin e la “denazificazione” omeopatica dell’Ucraina

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Osservando questi casi, è evidente che il “gruppo Wagner” persegue obiettivi geopolitici, militari e commerciali che sono perfettamente sovrapponibili a quelli dello stato russo. Non a caso, un’inchiesta della Bbc l’ha descritto come ”l’esercito privato di Putin”.

I governi che si sono rivolti ai mercenari della Wagner, del resto, l’hanno fatto proprio per le loro connessione politiche e militari di alto livello; gli stessi mercenari, inoltre, sono convinti di agire per conto del governo russo. Dopotutto si addestrano nella base di “Molkino” a Krasnodar, di fianco alle baracche del Gru; hanno combattuto fianco a fianco con i soldati regolari, si sono spostati con i mezzi dell’esercito e sono stati curati negli ospedali militari; Utkin è stato premiato da Putin in persona; e alcuni dei loro caduti hanno ricevuto gli onori funebri militari.

Nel documentario di France 5intitolato Wagner, l’arméè de l’ombre de Poutine,,un soldato della Wagner dice ai giornalisti francesi che “al momento la Federazione russa non è ancora un impero, ma vuole tornare ad esserlo…il gruppo Wagner è uno degli strumenti per farlo”.

Un altro, parlando con il giornale russo Moskovsky Komsomoletsma   a proposito del disastro di Deir el-Zor, spiega che i caduti della Wagner “erano andati a difendere la Russia ai confini della nostra sfera d’influenza. Sono morti per la patria, per un’idea”.

Marat Gabidullin – l’unico ex membro di Wagner ad aver pubblicato un libro di memorie sulle sue esperienze in Siria, ha detto a Meduza   che nella preparazione delle missioni era chiaro a tutti che “si partecipava a guerre dove il nostro stato ha interessi”.

Per Gabidullin “i sacrifici dei mercenari” nel conflitto siriano sono stati molto più decisivi di quanto non sia mai stato raccontato, e i successi della compagnia sarebbero stati sfruttati dagli ufficiali dell’esercito russo per fare carriera. Quello che manca davvero, a suo avviso, è una forma di riconoscimento da parte dello stato. “Tutto il mondo sa che una compagnia militare privata è coinvolta nei combattimenti“, dice, “solo i nostri non lo ammettono”…

Fin qui la dettagliata analisi di Bianchi.

Il dossier Onu

Secondo gli analisti della Nazioni Unite, contractor militari russi sono impegnati in Libia in operazioni “su vasta scala” — dal training al fronte — per sostenere le ambizioni politiche armate di Haftar.  Ci sarebbero tra gli 800 e i 1200 uomini del gruppo Wagner, che operano attivamente in Libia almeno dal 2018. Tra questi ci sono anche una quarantina di cecchini in prima linea sul fronte tripolino. Sono ex forze speciali che mesi fa hanno fatto la differenza pro-Haftar, e da quando hanno un po’ allentato le attività il capo miliziano dell’Est ha iniziato a indietreggiare.

Nel report ci sono le immagini di questi professionisti della guerra e prove tecniche circostanziali, come la presenza in Libia di granate Vog-25 da 40 mm, che sono state utilizzate dagli agenti Wagner nell’Ucraina orientale e in Siria.

Questi sarebbero i liberatori dell’Ucraina dal giogo nazista. Verrebbe da ridere se non fosse una tragedia. Immane. 

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