Russia, il cerchio magico di Putin e la cleptocrazia al potere: la Kremlin Inc.
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Russia, il cerchio magico di Putin e la cleptocrazia al potere: la Kremlin Inc.

Un’orgia selvaggia di appropriazioni indebite, macchinazioni con tanto di mazzette, peculato, malversazione, racket, frodi fiscali e furti veri e propri che avevano arricchito gli uomini della cerchia del presidente

Russia, il cerchio magico di Putin e la cleptocrazia al potere: la Kremlin Inc.
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

12 Marzo 2022 - 17.15


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“Una volta messi al loro posto gli oligarchi originari, disse, il saccheggio aveva avuto inizio: un’orgia selvaggia di appropriazioni indebite, macchinazioni con tanto di mazzette, peculato, malversazione, racket, frodi fiscali e furti veri e propri che avevano arricchito gli uomini della cerchia del neopresidente. Si consideravano la nuova nobiltà russa. Edificavano palazzi, commissionavano blasoni e viaggiavano nel paese attraverso una rete di strade private. […] ‘Secondo te, quanto gli lasciò tenere per sé Vladimir Vladimirovich?’.  Conosci il vecchio proverbio russo, Allon. Quello che è mio è mio e quello che è tuo è mio. ‘Tradotto?’ Volodya controlla di fatto l’intera economia russo. E’ tutta sua. E’ lui a scegliere i vincitori e i perdenti e i vincitori restano tali solo se lui lo consente. ‘Si prende una fetta di tutto?’. Morosov annuì “Tutto”. ‘E’ l’uomo più ricco del mondo?’. Il secondo, direi. ‘Di che cifra parliamo’’. Più di cento miliardi ma meno di due. ‘Quanto meno?’ Non tanto.[…]. ‘E quale sarebbe il loro obiettivo più importante?’. La vendetta”.

E’ un brano dell’ultima spy story di un autore celeberrimo in questo campo: Daniel Silva. Il suo libro, già in testa alle classifiche mondiali, s’intitola La violoncellista (Edito in Italia d HarperCollins). E’ finzione. Ma incredibilmente vera. Perché racconta cosa sia veramente la Kremlin Inc.

Storia di una cleptocrazia al potere

Di grande interesse in proposito è un dettagliato report de Il Post:

“Quando l’Unione Sovietica si dissolse, nel 1991, il presidente russo Boris Eltsin accelerò il processo di apertura al capitalismo occidentale che era stato cautamente iniziato dall’ultimo leader sovietico, Mikhail Gorbaciov, creando però forti squilibri. Yeltsin fu finanziato da un primo gruppo di giovani uomini d’affari. In cambio del proprio sostegno economico, questi uomini riuscirono ad avvantaggiarsi della situazione politica ed economica, allora in continua evoluzione: quando il governo russo decise di privatizzare le enormi aziende pubbliche sovietiche, alcuni di questi finanziatori poterono acquistarle a prezzi bassi e rivenderle una volta smembrate. Dopo la dissoluzione del regime sovietico, insomma, certi uomini, partiti dalla finanza, diventarono enormemente ricchi in poco tempo, e successivamente diversificarono i loro business dall’energia allo sport passando per il settore metallurgico e i media. Negli ultimi vent’anni, però, l’oligarchia si è trasformata con l’ascesa di Putin. All’inizio, dato che gli oligarchi avevano una pessima fama in Russia per i modi con cui si erano arricchiti, Putin si schierò pubblicamente contro di loro. Ma poi non fece nulla per cambiare i rapporti di potere, semplicemente sostituì i vecchi oligarchi con altri, più fidati, ed escluse dai vantaggi economici quelli che invece lo avversavano. Nella nuova oligarchia entrarono a far parte per esempio numerosi ex colleghi di Putin ai tempi in cui era membro del KGB, il servizio segreto sovietico.

Tra Putin e i nuovi oligarchi – che formalmente non fanno parte del governo né di altre istituzioni pubbliche – si è instaurato un rapporto interdipendente, perché, come disse l’ex primo ministro russo Michail Kasyanov nel 2014  parlando con il New York Times, «loro dipendono da lui, e lui dipende da loro». Da una parte gli oligarchi garantiscono a Putin stabilità e fedeltà, dall’altra Putin permette loro di espandere i propri affari e proprietà. È un rapporto che Putin stesso ha ammesso in un’intervista data al Financial Times, in cui disse che gli oligarchi sono «quelli che usano la propria prossimità con le autorità per ottenere grandi profitti». Del resto anche Putin, negli oltre vent’anni in cui è stato al potere, è riuscito ad arricchirsi moltissimo…”. Così Il Post.

Un patrimonio personale impressionante: nelle loro mani, contando solamente i primi 20, vi sono circa 300 miliardi di dollari. Gran parte di questi deve la sua fortuna allo sfruttamento delle materie prime, in particolare petrolio e gas, ma con uno ‘sguardo lungo’ alcuni di questi hanno anche diversificato le loro fonti di guadagno, espandendosi in altri business altrettanto redditizi e assicurandosi in alcuni casi anche un fondamentale controllo sui media.

Gli oligarchi più noti

Ecco i nomi, il ruolo e le motivazioni messe nere su bianco dal Consiglio Ue che ha fatto scattare il bando contro i massimi esponenti della Kremlin Inc.

Igor Ivanovich SECHIN

Ad di Rosneft, amico personale di Putin

Igor Sechin è amministratore delegato di Rosneft, compagnia petrolifera dello Stato russo e uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio greggio. È uno dei consiglieri più fidati e più stretti di Vladimir Putin, nonché suo amico personale. È stato in contatto con il presidente russo quotidianamente. È considerato uno dei membri più potenti dell’élite politica russa. I suoi legami con Vladimir Putin sono di lunga data e profondi. Ha lavorato con il presidente presso l’ufficio del sindaco di San Pietroburgo negli anni 1990 e sin da allora ha dimostrato la sua fedeltà. Nel 1999 Sechin è diventato vice capo dell’amministrazione di Vladimir Putin, nel 2008 vice primo ministro e nel 2012 amministratore delegato di Rosneft. È uno degli oligarchi russi che operano in partenariato con lo Stato russo. È tra le persone della cerchia di Putin che ricevono profitti finanziari e importanti incarichi in cambio di subordinazione e fedeltà. È stato incaricato dal presidente di svolgere compiti importanti e difficili ed è stato ricompensato con la guida di Rosneft e con grandi ricchezze. La Rosneft di Igor Sechin è stata coinvolta nel finanziamento dei vigneti del complesso del palazzo vicino a Gelendzhik, che si ritiene sia utilizzato personalmente dal presidente Putin.
Ha pertanto attivamente sostenuto materialmente o finanziariamente i decisori russi responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina e ha tratto vantaggio dagli stessi. Inoltre, Rosneft Aero, una controllata di Rosneft, di cui Sechin è amministratore delegato, fornisce carburante avio all’aeroporto di Sinferopoli, che fornisce collegamenti aerei tra il territorio della Crimea illegalmente annessa e Sebastopoli e la Russia. Sostiene pertanto il consolidamento dell’annessione illegale della penisola di Crimea alla Federazione russa, il che a sua volta compromette ulteriormente l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.

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Nikolay Petrovich Tokarev

Ad Transneft, ha servito con Putin al Kgb negli anni Ottanta

Nikolay Tokarev è amministratore delegato di Transneft, una delle principali società russe nel settore del petrolio e del gas. È una conoscenza di vecchia data di Vladimir Putin e suo stretto collaboratore. Ha servito insieme a Putin nel Kgb negli anni 1980. Tokarev è uno degli oligarchi dello Stato russo che negli anni 2000 hanno assunto il controllo delle grandi attività statali mentre il presidente Putin consolidava il suo potere, e che operano in stretto partenariato con lo Stato russo. Tokarev è stato responsabile di Transneft, una delle più importanti società russe controllate dal governo, che trasporta una notevole quantità di petrolio russo attraverso una rete di oleodotti ben sviluppata. La Transneft di Nikolay Tokarev è uno dei principali sponsor del complesso del palazzo vicino a Gelendzhik, che si ritiene ampiamente sia utilizzato personalmente dal presidente Putin. Trae vantaggio dalla sua vicinanza alle autorità russe. Parenti stretti e conoscenti di Tokarev si sono arricchiti grazie ai contratti firmati con le società di proprietà statale. Ha pertanto attivamente sostenuto materialmente o finanziariamente i decisori russi responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina e ha tratto vantaggio dagli stessi.

Alisher Usmanov

Oligarca con molti interessi finanziari, principalmente acciaio. Ha un patrimonio di 19,7 miliardi di dollari (Bloomberg Billionaires Index)

Alisher Usmanov è un oligarca pro-Cremlino che ha legami particolarmente stretti con il presidente russo Vladimir Putin. È stato indicato come uno degli oligarchi. favoriti di Vladimir Putin. È considerato uno dei funzionari-uomini d’affari russi che sono stati incaricati di gestire i flussi finanziari, ma la loro posizione dipende dalla volontà del presidente. Usmanov sarebbe stato referente del presidente Putin e avrebbe risolto i suoi problemi d’affari. Secondo i fascicoli FinCEN ha pagato 6 milioni di dollari all’influente consigliere di Vladimir Putin Valentin Yumashev. Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia ed ex presidente e primo ministro della Russia, ha beneficiato dell’uso personale delle residenze di lusso controllate da Usmanov. Ha pertanto attivamente sostenuto materialmente o finanziariamente i decisori russi responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina. Usmanov ha interessi in società nei settori del minerale di ferro e dell’acciaio, dei media e di internet. La sua principale holding è il gigante dell’acciaio Metalloinvest. Quando Usmanov ha assunto il controllo del quotidiano d’affari Kommersant la libertà della redazione è stata limitata e il giornale ha assunto una posizione manifestamente favorevole al Cremlino. Il giornale Kommersant di proprietà di Usmanov ha pubblicato un articolo propagandistico anti-ucraino di Dmitry Medvedev, in cui l’ex presidente russo sosteneva che era inutile avviare colloqui con le autorità ucraine in carica, che a suo parere erano sotto il controllo diretto dell’estero. Ha pertanto attivamente sostenuto le politiche di destabilizzazione dell’Ucraina del governo russo.

Petr Olegovich Aven

Oligarca vicino a Putin. Uno dei principali azionisti di Alfa Group

Petr Aven è tra gli oligarchi più vicini a Vladimir Putin. È un importante azionista di Alfa Group, che comprende una delle principali banche russe, Alfa Bank. Rientra tra i circa 50 ricchi uomini d’affari russi che incontrano regolarmente Vladimir Putin al Cremlino. Non opera indipendentemente dalle richieste del presidente. La sua amicizia con Vladimir Putin risale ai primi anni 1990. Quando era ministro delle Relazioni economiche con l’estero, e successivamente in qualità di vicesindaco di San Pietroburgo, ha aiutato Vladimir Putin in relazione all’indagine della commissione Sal’ye. È noto anche per le sue relazioni personali particolarmente strette con il capo di Rosneft Igor Sechin, un alleato fondamentale di Putin. La figlia maggiore di Vladimir Putin, Maria, ha gestito un progetto di beneficenza, Alfa-Endo, finanziato da Alfa Bank. Il sig. Aven ha beneficiato dei suoi legami con il governo. Ha scritto una lettera a Vladimir Putin in cui lamentava la decisione della Corte arbitrale di Mosca nella causa giudiziaria concernente gli interessi di una delle sue società. Vladimir Putin ha incaricato il procuratore generale della Russia di indagare sulla questione. Vladimir Putin ha ricompensato Alfa Group per la sua fedeltà alle autorità russe fornendo assistenza a livello politico ai piani di investimento esteri di Alfa Group. Il sig. Aven e il suo partner commerciale Mikhail Fridman hanno partecipato agli sforzi del Cremlino per far revocare le sanzioni occidentali irrogate in risposta alla politica aggressiva russa nei confronti dell’Ucraina. Nel 2016 Vladimir Putin ha messo in guardia il sig. Aven circa la possibilità di ulteriori sanzioni da parte degli Stati Uniti nei confronti di Aven e/o di Alfa Bank e gli ha suggerito di adottare misure per proteggere sé stesso e Alfa Bank, suggerimento seguito dal sig. Aven. Nel 2018 il sig. Aven si è recato in visita, insieme al sig. Fridman, a Washington D.C. in una missione non ufficiale per trasmettere il messaggio del governo russo sulle sanzioni degli Stati Uniti e sulle controsanzioni della Federazione russa. Ha pertanto attivamente sostenuto materialmente o finanziariamente i decisori russi responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina e ha tratto vantaggio dagli stessi. Ha inoltre sostenuto azioni o politiche che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. 

Mikhail Maratovich Fridman

Fondatore e azionista di Alfa Group, conglomerata finanziaria che ha una delle principali banche russe. Ha un patrimonio di 10,6 miliardi di dollari

Mikhail Fridman è il fondatore e uno dei principali azionisti di Alfa Group, che comprende la principale banca russa, Alfa Bank. È riuscito a coltivare forti legami con l’amministrazione di Vladimir Putin ed è stato definito uno dei principali finanziatori e facilitatori russi della cerchia ristretta di Putin. Grazie ai suoi legami con il governo è riuscito ad acquisire attività statali. La figlia maggiore di Vladimir Putin, Maria, ha gestito un progetto di beneficenza, Alfa-Endo, finanziato da Alfa Bank. Vladimir Putin ha ricompensato Alfa Group per la sua fedeltà alle autorità russe fornendo assistenza a livello politico ai piani di investimento esteri di Alfa Group. Il sig. Fridman e il suo partner commerciale Petr Aven hanno partecipato agli sforzi del Cremlino per far revocare le sanzioni occidentali irrogate in risposta alla politica aggressiva russa nei confronti dell’Ucraina. Nel 2018 il sig. Fridman si è recato in visita, insieme al sig. Aven, a Washington D.C. in una missione non ufficiale per trasmettere il messaggio del governo russo sulle sanzioni degli Stati Uniti e sulle controsanzioni della Federazione russa. Ha pertanto attivamente sostenuto materialmente o finanziariamente i decisori russi responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina e ha tratto vantaggio dagli stessi. Ha inoltre sostenuto azioni o politiche che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.

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Sergei Pavlovich Roldugin

Violoncellista. Uomo d’affari, amico stretto di Putin

Il sig. Roldugin è un uomo d’affari che ha legami stretti con Vladimir Putin. Fa parte del sistema finanziario di rete di Putin. Possiede almeno cinque entità offshore e detiene le sue attività presso Bank Rossiya (oggetto di sanzioni dell’Unione), nota a Mosca come il “portafoglio di Putin”. Secondo l’inchiesta condotta dal consorzio internazionale dei giornalisti d’inchiesta, il sig. Roldugin è responsabile di aver “trasferito” almeno due miliardi di USD attraverso banche e società offshore nel quadro della rete finanziaria segreta di Putin. Ha partecipato anche al “Troika Laundromat” e ha convogliato miliardi di USD attraverso il sistema. Ha inoltre ricevuto più di 69 milioni di USD attraverso società nel quadro del “Troika Laundromat”. È pertanto responsabile di sostenere attivamente È pertanto responsabile di sostenere attivamente, materialmente o finanziariamente, i decisori russi responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina.

Dmitry Sergeyevich Peskov

Addetto stampa di Putin

Dmitri Peskov è l’addetto stampa del presidente Putin. Ha difeso pubblicamente la politica aggressiva della Russia nei confronti dell’Ucraina, compresa l’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Federazione russa. In numerose dichiarazioni ha sottolineato che il territorio della Crimea e di Sebastopoli fa parte integrante della Russia e che la ripresa dello stesso da parte dell’Ucraina non è realizzabile. Ha definito le azioni ucraine volte a porre fine all’occupazione russa della penisola di Crimea una rivendicazione territoriale contro la Russia. Ha giudicato impossibili i negoziati con le autorità ucraine, sottolineando che queste ultime non sono considerate un partner dalla parte russa. Ha dichiarato, contro ogni evidenza, che non vi erano truppe russe nel Donbass. Ha inoltre trasmesso il messaggio che le sanzioni occidentali non hanno alcun effetto sulla Russia. Ha minacciato l’irrogazione di controsanzioni da parte della Russia. Pertanto ha sostenuto attivamente azioni o politiche che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina.

Dmitry Nikolaevich Chernyshenko

Vice primo ministro della Russia incaricato dello sport, del turismo, della cultura e delle comunicazioni; è nel cda delle ferrovie russe

Dmitry Chernyshenko è vice primo ministro della Russia incaricato dello sport, del turismo, della cultura e delle comunicazioni e membro del consiglio di amministrazione delle ferrovie russe, nominato a tale carica dal governo della Federazione russa. Dall’ottobre 2021 la Russia ha preceduto a un incremento di forze militari senza precedenti alla frontiera ucraina o nelle vicinanze e all’interno della regione di Crimea occupata dell’Ucraina. Le forze armate russe vi hanno condotto esercitazioni militari di massa. Ciò ha condotto all’escalation del conflitto ed esercitato pressioni destabilizzanti sull’Ucraina. Sia il personale militare che il materiale militare delle forze armate russe sono stati trasportati nelle zone vicino alla frontiera ucraina dalle ferrovie russe del cui consiglio di amministrazione il sig. Chernyshenko è membro. Il 24 febbraio 2022la Russia ha avviato un’aggressione militare nei confronti dell’Ucraina su vasta scala. Pertanto, è responsabile di sostenere attivamente o realizzare azioni o politiche che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina.

Irek Envarovich Faizullin

Membro del cda delle ferrovie russe; ministro dell’Edilizia e delle politiche abitative della Federazione russa

Il sig. Irek Faizullin è ministro dell’Edilizia e delle politiche abitative della Russia e membro del consiglio di amministrazione delle ferrovie russe, nominato a tale carica dal governo della Federazione russa. Nell’ottobre 2021 la Russia ha avviato un incremento senza precedenti delle forze militari al confine ucraino o nelle vicinanze e all’interno della regione di Crimea occupata dell’Ucraina. Le forze armate russe vi hanno condotto esercitazioni militari di massa. Ciò ha condotto all’escalation del conflitto ed esercitato pressioni destabilizzanti sull’Ucraina. Sia il personale militare che il materiale militare delle forze armate russe sono stati trasportati nelle zone vicino alla frontiera ucraina dalle ferrovie russe del cui consiglio di amministrazione il sig. Faizullin è membro. Pertanto, è responsabile di sostenere attivamente o realizzare azioni o politiche che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina.

Vitaly Gennadyevich Savelyev

Membro del cda delle ferrovie russe; ministro dei Trasporti della Russia dal 2020, ex ad dell’Aeroflot

Vitaly Savelyev è ministro dei Trasporti della Federazione russa e membro del consiglio di amministrazione delle ferrovie russe, nominato a questo incarico dal governo della Federazione russa. È l’ex amministratore delegato dell’Aeroflot. Nell’ottobre 2021 la Russia ha avviato un incremento senza precedenti delle forze militari al confine ucraino o nelle vicinanze e all’interno della regione di Crimea occupata dell’Ucraina. Le forze armate russe vi hanno condotto esercitazioni militari di massa. Ciò ha condotto all’escalation del conflitto ed esercitato pressioni destabilizzanti sull’Ucraina. Sia il personale militare che il materiale militare delle forze armate russe sono stati trasportati nelle zone vicino alla frontiera ucraina dalle ferrovie russe del cui consiglio di amministrazione il sig. Savelyev è membro. Inoltre, l’Aeroflot sotto la guida del sig. Savelyev ha fornito regolare trasporto aereo di passeggeri tra gli aeroporti russi e l’aeroporto internazionale di Sinferopoli, e pertanto ha sostenuto il consolidamento della penisola di Crimea annessa illegalmente nella Federazione russa, il che in compenso ha ulteriormente compromesso l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.
Pertanto, è responsabile di sostenere attivamente o realizzare azioni o politiche che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina.

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Andrey Anatolyevich Turchak

Segretario del Consiglio generale del partito Russia unita; primo vice presidente del Consiglio federale

Andrey Turchak è segretario del Consiglio generale del partito Russia unita e primo vice presidente del Consiglio federale. Il suo successo politico è associato a suo padre, Anatoly Turchak, che ha praticato judo con Vladimir Putin e i fratelli Rotenberg. Ha promosso un atteggiamento positivo al riconoscimento delle cosiddette “Repubbliche popolari” separatiste di Donetsk e Luhansk. Ha esortato le autorità russe a fornire armamenti avanzati alle forze separatiste filorusse nella regione del Donbas. Ha dichiarato pubblicamente che era impossibile risolvere il conflitto nel Donbas in modo pacifico con le autorità ucraine. Ha espresso affermazioni infondate circa un’offensiva militare ucraina pianificata nel Donbas. Ha guidato i negoziati con Denis Pushilin, capo della cosiddetta “Repubblica popolare” separatista “di Donetsk”. Ha visitato un punto di mobilitazione delle forze armate separatiste nella zona di prima linea del Donbas per congratularsi personalmente con i soldati della cosiddetta “Repubblica popolare” separatista “di Donetsk” il giorno della festa nazionale (“Defender of the Fatherland Day”). Ha difeso pubblicamente la decisione della Russia di riconoscere le “repubbliche” separatiste del Donbas. Ha dichiarato che la Russia è indifferente alle sanzioni occidentali. Pertanto, è responsabile di sostenere attivamente o realizzare azioni o politiche che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina.

Tigran Edmondovich Keosayan

Attore e regista, ospite dello show televisivo di propaganda sugli affari politici “International Sawmill with Tigran Keosayan” sul canale NTV

Il sig. Tigran Keosayan è un regista e giornalista che ha diffuso propaganda anti-ucraina nei media russi. Nel suo show televisivo finanziato dallo Stato “International Sawmill with Tigran Keosayan” (segheria internazionale con Tigran Keosayan), ha costantemente ritratto l’Ucraina come un paese debole e corrotto, che si manteneva solo grazie all’aiuto occidentale. Ha suggerito che le autorità ucraine non erano legittime. Ha ripetutamente dichiarato che la Crimea apparteneva alla Russia e che il Donbas non faceva parte dell’Ucraina. Il sig. Keosayan ha partecipato al forum “Donbas russo” che è stato organizzato dalle autorità della cosiddetta “Repubblica popolare di Donetsk” nel Donetsk con lo scopo di diffondere la dottrina del “Donbas russo”. Ha pubblicamente accusato l’Ucraina dell’escalation del conflitto.
Pertanto, è responsabile di sostenere attivamente o realizzare azioni o politiche che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina. Lo show televisivo “International Sawmill with Tigran Keosayan” ha ricevuto finanziamenti da società russe di proprietà dello Stato, il che non era giustificato per motivi commerciali, ma era concesso come ricompensa al sig. Keosayan per i suoi sforzi propagandistici e per la sua lealtà a Vladimir Putin. Il sig. Keosayan ha diretto un film di propaganda “The Crimean Bridge. Made with Love!” (Il ponte di Crimea. Fatto con amore!) che ha celebrato il ponte di Crimea che collega il territorio della penisola di Crimea annessa illegalmente con la Russia. Si dice che il film sia stato concepito come dono per il presidente Putin. Alexei Gromov, primo vice capo dell’amministrazione presidenziale, ha contribuito a garantire al film finanziamenti statali, grazie ai quali il sig. Keosayan ha ottenuto un profitto finanziario. Pertanto ha tratto vantaggio dai decisori russi responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina.

Olga Vladimirovna Skabeyeva

Cofondatrice e caporedattrice del portale REGNUM; giornalista della stazione televisiva di proprietà dello Stato Rossiya-1, conduce il talk- show politico più popolare in Russia, “60 minuti” (insieme al marito Yevgeniy Popov)

Olga Skabeyeva è una giornalista della stazione televisiva di proprietà dello Stato Rossiya-1. Insieme al marito Yevgeniy Popov, ospita il talk-show politico più popolare in Russia, “60 minuti”, dove ha diffuso la propaganda anti-ucraina, e promosso un atteggiamento positivo all’annessione della Crimea e alle azioni dei separatisti nel Donbas. Nel suo show televisivo ha ripetutamente ritratto la situazione in Ucraina in modo parziale, dipingendo il paese come uno Stato artificiale, sostenuto sia militarmente che finanziariamente dall’Occidente e pertanto – un satellite dell’Occidente e uno strumento nelle mani della NATO. Ha inoltre sminuito il ruolo dell’Ucraina a un'”anti-Russia moderna”. Inoltre, ha frequentemente invitato ospiti come il sig. Eduard Basurin, addetto stampa del comando militare della cosiddetta “Repubblica popolare di Donetsk” e il sig. Denis Pushilin, capo della cosiddetta “Repubblica popolare di Donetsk”. Ha espulso un ospite che non rispettava le linee narrative della propaganda russa, in quanto ideologia “mondiale russa”. La sig.ra Skabeyeva sembra essere consapevole del suo ruolo cinico nella macchina della propaganda russa, insieme al marito. Pertanto, è responsabile di sostenere attivamente o realizzare azioni o politiche che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina.

(prima parte, segue)

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