Julian Assange resterà in cella: il giudice ha negato la cauzione
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Julian Assange resterà in cella: il giudice ha negato la cauzione

Il fondatore di WikiLeaks resta per ora in cella in attesa dei ricorsi preannunciati da Washington

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6 Gennaio 2021 - 15.18


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Il verdetto significa che Assange non potrà ancora rivedere la libertà dopo i 7 anni trascorsi da rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e i quasi 2 in carcere nella prigione di massima sicurezza britannica di Belmarsh. Lo ha deciso la giudice distrettuale Vanessa Baraister che, dopo aver respinto due giorni fa l’istanza di estradizione negli Usa del fondatore di WikiLeaks (evocando rischi di suicidio e per la sua salute mentale in caso di detenzione Oltreoceano) gli ha tuttavia negato di nuovo la cauzione e il rilascio immediato, come chiesto dalla difesa, disponendo quindi di fatto che il 49enne attivista e giornalista australiano resti per ora in cella in attesa dei ricorsi preannunciati da Washington.

L’avvocato difensore Edward Fitzgerald, intervenendo in precedenza a un’udienza ad hoc a cui hanno assistito lo stesso Assange e la sua compagna Stella Morris, aveva sostenuto la richiesta di rilascio sulla base del responso di primo grado di rifiuto dell’estradizione emesso dalla stessa giudice Baraister; e aveva anche evocato almeno un confinamento agli arresti domiciliari per Assange, con la Morris e i loro due figli piccoli, in un’abitazione di Londra.

Ma la giudice ha fatto pesare la violazione della libertà su cauzione concessa nel 2012, quando il cofondatore di WikiLeaks ne approfittò per nascondersi nell’ambasciata dell’Ecuador, da cui poi ottenne inizialmente asilo, avanzando il timore d’una nuova fuga.

Mentre si è detta convinta che nel carcere di Belmarsh la sua salute mentale sia nel frattempo garantita da una buona assistenza medica e che i rischi di diffusione di Covid siano tenuti sotto controllo.

I sostenitori di Assange hanno subito contestato la sentenza, che lascia in carcere un uomo che al momento nel Regno Unito non è accusato di nulla e già da 15 mesi non ha più alcuna pendenza residua con la legge britannica. Mentre Fitzgerald ha annunciato appello all’Alta Corte britannica. 

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