Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha presentato un nuovo piano per contrastare la deforestazione illegale nell’Amazzonia durante la Giornata mondiale dell’Ambiente. Durante il suo discorso, Lula ha sottolineato che il Brasile, grazie principalmente all’importanza della foresta amazzonica, gioca un ruolo fondamentale nell’equilibrio climatico del pianeta. Ha evidenziato che prevenire la deforestazione in Amazzonia significa contribuire a ridurre il riscaldamento globale.
Lula ha ribadito che l’ambiente è tornato a essere una priorità, dopo un periodo di quattro anni di indifferenza e negligenza, e ha espresso il suo impegno insieme alla ministra dell’Ambiente, Marina Silva.
Il piano annunciato rappresenta un’evoluzione di un programma ideato originariamente nel 2004, durante il primo mandato di Lula (2003-2006), ma interrotto durante la presidenza di Jair Bolsonaro (2019-2022), appartenente all’ala ultradestra. Durante il mandato di Bolsonaro, la deforestazione in Amazzonia è aumentata del 75% ogni anno rispetto al decennio precedente. Da quando è tornato al potere lo scorso gennaio, Lula si impegna a rendere il Brasile un esempio di sostenibilità, a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a porre fine alla deforestazione illegale entro il 2030.
Le dichiarazioni del presidente arrivano dopo una serie di sconfitte subite dal Congresso, dominato da una tendenza conservatrice, che minacciano l’agenda ambientalista di Lula. I deputati hanno approvato modifiche alla struttura governativa, che hanno ridotto le competenze del Ministero dell’Ambiente, tra cui la gestione del catasto dei terreni rurali, un elemento cruciale per monitorare e contrastare la deforestazione illegale, e la gestione delle risorse idriche. La ministra Silva, una figura simbolo nella lotta ambientalista in Brasile, che ha già lavorato accanto a Lula durante i suoi primi due mandati, ha assicurato che le priorità del governo non cambieranno e che saranno fatti tutti gli sforzi necessari per preservarle.
