Le proteste per il rigassificatore: una storia che si ripete 
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Le proteste per il rigassificatore: una storia che si ripete 

Polemiche e dissensi nella città toscana. "No nel giardino di casa mia" è la logica delle proteste che di volta in volta si manifestano nel Paese. Il parallelo con il caso Taranto. Si può guardare oltre?

Le proteste per il rigassificatore: una storia che si ripete 
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4 Aprile 2023 - 23.30 Culture


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di Giuseppe Aquaro

L’arrivo del rigassificatore “Golar Tundra”, nella serata del 19 marzo al porto di Piombino, ha innescato una reazione poco accogliente da parte del Comune e del primo cittadino Francesco Ferrari. E’ stata l’azione più evidente di una lunga campagna contro questa scelta compiuta dal governo nazionale e dalla Regione: una chiara presa di posizione, questa, contro uno strumento ritenuto “lesivo” per i residenti.

Il rigassificatore in questione si aggiunge ai tre già attivi sul territorio italiano (La Spezia, Rovigo e Livorno) e aiuterà il Paese a rendersi sempre più indipendente dal gas russo, specie dopo il conflitto in Ucraina. La questione, però, viene affrontata non tanto e non solo riguardo all’indipendenza energetica, ma sugli effetti che questa scelta comporta su un piano territoriale.

Di polemiche così se ne sono vissute tante sull’intero territorio nazionale. Basti pensare alle continue proteste dell’area tarantina, causate dall’impianto ArserolMittal, l’attuale ex Ilva. Sembra quasi una battaglia volta a scongiurare l’epilogo simile a quello della città pugliese, sia dal punto di vista paesaggistico sia da quello dell’inquinamento. Se da una parte c’è la scelta politica ed economica di contrastare la crisi della guerra, dall’altra parte c’è l’idea del “va bene tutto, ma non a casa mia”.

Ed è proprio così che si presenta questa vicenda. Il sindaco di Piombino, legato a Fratelli d’Italia, fronteggia la volontà ideologica nazionale del primo partito e la volontà di preservare il proprio Comune da questa che gli abitanti della zona continuano a ritenere pericolosa per l’ambiente e la loro salute. Con il ricorso al Tar e le proteste ancora in corso dal 18 marzo si rafforza, appunto, la spaccatura con le scelte fatte a Roma.

In fin dei conti, le proteste sono sempre avvenute per casi analoghi. C’è però da fermarsi e pensare a cosa possa comportare il ricorso a questi strumenti di approvvigionamento. Non è possibile fare una netta comparazione tra la produzione di inquinanti dell’ex-Ilva ma, prendendo in considerazione il fattore di emissione, il rigassificatore rappresenta sì un elemento inquinante, ma non potenzialmente critico, dato il limitato periodo di attività (circa tre anni). Se veramente si volesse essere coerenti con ciò che comporta l’utilizzo di una nave che, essenzialmente, ha il fine di creare una via traversa e utile nei confronti della guerra in Ucraina, allora si farebbero proteste anche per le navi da crociera.

È una minimalizzazione di certo cruda della vicenda, ma essenziale per definire l’entità dell’apparente problema e attribuire il giusto peso alla questione.

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