L'artista dei veleni del Sulcis racconta il terrorismo kitsch
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L'artista dei veleni del Sulcis racconta il terrorismo kitsch

Eleonora Di Marino è l'artista dei veleni del Sulcis. Su Globalist sono apparsi molti suoi pezzi di denuncia. Ne riproponiamo uno emblematico.

L'artista dei veleni del Sulcis racconta il terrorismo kitsch
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26 Dicembre 2013 - 18.01


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di Eleonora Di Marino

Non solo industrie e veleni: a minare il futuro del Sulcis e dell’Iglesiente ci si mette anche chi, sempre in nome di lavoro e sviluppo, fa del territorio luogo di ulteriori speculazioni al limite del terrorismo kitsch.

E’ il caso di Iglesias e delle sue frazioni: un centro storico tutelato e magistralmente valorizzato dall’indimenticabile (ma poi dimenticato) ex sindaco Pierluigi Carta, un passato di tradizione architettonica mineraria, alcuni tra i primi esempi di Liberty e un intero quartiere popolare firmato Sottsass, non sono stati abbastanza per divenire modelli per il resto del circondario. Basta voltare le spalle alla meravigliosa costa ed alla terra emersa più di 500 milioni di anni fa, Pan di Zucchero, per vedere quanto la popolazione di Nebida, frazione di Iglesias, si sia ispirata a tutt’altri esempi, spaccando violentemente il paesaggio con colate di cemento, tipologie edilizie senza un minimo senso del contesto, a più piani di quelli che dovrebbero essere consentiti se non dal PUC almeno dal buon gusto, il tutto evidenziato da tinte che più che integrare le abitazioni nel paesaggio sembrano il risultato di una gara a qual è più appariscente, sempre nel caso siano concluse e non, come spesso accade, nel trionfo del non-finito.

Per motivi di facile intuizione, Nebida è stata teatro di palesi speculazioni edilizie da parte di società locali e non: cominciando dall’ecomostro di cemento e mancato hotel lasciato inconcluso sulla scogliera a picco di fronte al Pan di Zucchero.

Una storia che risale al 2001, quando la ditta Dario Locci di Domusnovas ottiene la concessione dal Comune di Iglesias per la costruzione di un albergo a tre piani, che poi passerà alla società Porto Flavia s.r.l., i cui titolari sono sempre i Locci, che otterrà una nuova autorizzazione per modificare il progetto iniziale. Il risultato è un ammasso di cemento alto ben sette piani, che venne posto in sequestro nel marzo 2008 su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari: la storia si conclude con cinque condanne, quattro per i titolari della società ed una per il funzionario del Comune riconosciuto come responsabile di abusi d’ufficio. Abbattuti alcuni piani, il fantasma di questo affaraccio è ancora lì.

Sempre ambientata a Nebida è la vicenda che ha per protagonista la Dimore Esclusive s.r.l., con capitale sociale di appena dieci mila euro. Secondo una visura riportata sulla stampa regionale oltre che dall’associazione Gruppo di Intervento Giuridico, dietro i volti noti in sede locale ci sarebbe stata niente di meno che la Unipol Gruppo Finanziario – U.G.F. s.p.a., holding bancaria e assicurativa della Lega delle Cooperative. La holding controlla la società fiduciaria Nettuno s.r.l. (presente anche nella voce ‘chi siamo’ nella home page del gruppo Unipol), che a sua volta risultava controllare la Dimore Esclusive s.r.l.

Settantacinque ville, trecento appartamenti, di cui sessanta suites, centri benessere, centri sportivi, eliporto: questo e molto altro prometteva la società un paio di anni fa, utilizzando termini come “albergo diffuso” per indicare un edificio progettato nuovo di zecca che di diffuso aveva ben poco, anonime palazzine ricoperte nel progetto da rampicanti divenivano così ad “impatto paesaggistico zero”, mentre le bellissime insenature della costa divenivano luogo di “piscine oceaniche”, che tradotto sarebbe significato la loro cementificazione. Cartelli che ostentavano appartamenti vista mare ed ogni tipo di comfort facevano capolino all’entrata della frazione, per poi venir distrutti non solo dalle intemperie ma anche da una piccola parte di popolazione che coraggiosamente resisteva alla cementificazione della costa, mentre il resto acclamava i salvatori del territorio, che avrebbero portato finalmente turismo, progresso e lavoro per tutti trasformando Nebida nella tanto sospirata Dubai. Di tutto questo progetto, fortemente contestato dal resto del territorio, rimane, purtroppo ma anche per fortuna, solo una palazzina nel centro della frazione Monte Agruxau e qualche tentativo a Nebida, non solo di nessun pregio ma anche tra le peggiori espressioni del kitsch presenti nella frazione. Inoltre, nel gennaio del 2012 arrivava un appello dell’Amministratore della società di costruzione SO.CO.MA. Srl, che ha costruito per conto della Dimore Esclusive srl, a denuncia del mancato pagamento dei lavori per parecchie centinaia di migliaia di euro, definendo Pierpaolo Pani, titolare della società, «un accanito speculatore a tutto campo».

Ma il cattivo gusto non arriva solo dall’esterno, imprenditori iglesienti ci mettono del loro: proprietari di terreni a strapiombo sul mare, hanno avuto autorizzazione alla costruzione di quello che più che un villaggio turistico sembra un prepotente ammasso infernale di piccole celle, il Tanca Piras (in foto in uno scatto di Davide Porcedda, che ha sistematicamente fotografato tutti gli edifici della costa denunciandone l’inadeguatezza visiva). Come per il caso Dimore Esclusive, anche questo ennesimo attentato alla costa risulta completamente a norma di legge: non importa se contribuisce alla distruzione di un bene paesaggistico comune, di una potenziale risorsa, la popolazione tace anche nel raro caso in cui si rende conto dello scempio, che magari costituisce un’occasione per qualche mese di lavoro nel cantiere.

Così come in silenzio è stato chi a Bindua, sempre Iglesias, ha visto erigere un palazzone a dieci piani al centro della frazione, a mezzo metro dalla finestra di casa da una parte, ed incombente sull’ultima casetta mineraria rimasta dall’altra. Palazzo inconcluso da anni, monumento immobile dell’avanzata dei parassiti kitsch di blocchetti e cemento in luoghi come Nebida e Bindua, che sino a pochi decenni fa erano stupendi borghi minerari, una tipologia edilizia ormai in via d’estinzione, se non del tutto estinta, rasa al suolo e sostituita da uno stile che vuole simulare uno stereotipo di benessere che però non c’è.

Speculazioni senza fine permesse da un PUC risalente agli anni ’80 e che sarebbe ora di cambiare: sarà la volta buona per un’Iglesias alla soglia delle elezioni? Le premesse non sono buone se anche nella lista che si auto-definisce (dopo l’uscita dai giochi elettorali del Movimento 5 Stelle) l’unica che possa apportare vero cambiamento ad Iglesias riscoprendone la sua identità, trovano spazio elementi come un membro della famiglia che ha progettato, costruito ed è proprietaria proprio del Tanca Piras, e che fino a poco tempo fa difendeva pubblicamente quell’estetica degenerata, denigrando chi combatteva per la salvaguardia di una delle coste più belle d’Europa. Redenzione? Non so voi, ma noi, sino a quando non vediamo, non crediamo.


Clicca sull’immagine per andare sul progetto fotografico di Davide Porcedda.


Sulla vicenda è intervenuto anche Massimiliano Mainas, costruttore e ideatore Villaggio Tanca Piras L’Agusteri. Per correttezza rilanciamo anche la sua replica (evitando i commenti negativi a questa replica dei cittadini e quelli positivi per l’autrice).

“Che figata! ci siete mai stati? dicono che si mangia pure bene con menù di carne e pesce, poi fare il bagno in piscina è spettacolare completamente vista mare come del resto le camere e le case, poi il parco completamente curato e rimboschito con piante di ginepro, lecci, mirto corbezzolo e olivastro veramente un bel lavoro, poi visto dal mare si nota subito la differenza tra la vegetazione che fa parte del villaggio bella rigogliosa e quella fuori la proprietà deturpata dal pascolo selvaggio, poi in quella foto non si capisce come e veramente fato quel villaggio perché ci sono le vie intermedie tra una fila di tetti e l’altra, la prospettiva usata fa si che sembri un palazzo, ma in effetti tra una casa e l’altra ci sono ben 14 metri di distanza. Visitate su facebook villaggio tanca piras per informazioni info 0781252136 vi aspettiamo numerosi perché in zona non vi sono molti punti dove alloggiare aperti tutto l’anno.Cordiali saluti a tutti da Massimiliano dimenticavo lo costruito tutto io. Dimenticavo il villaggio tanca piras Ha regolare concessione edilizia rilasciata dal comune d’Iglesias nel 2003 in rispetto di tutte le norme. Costruito in un lotto di 10000 mq con indice B2 cioè 5 metri cubi per mq per un totale di metri cubi sfruttabili 50000. Per la costruzione complessiva ne sono stati utilizzati 17750 circa con un avanzo di 32250 mq non più utilizzabili. Per questo motivo non può essere considerato come speculazione e un terzo della potenziale volumetria”.

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