La crisi ucraina influirà pesantemente sull’industria degli oli da semi, soprattutto quelli di girasole.
Secondo Assitol, l’associazione italiana dell’industria olearia, le scorte sono destinate a finire entro un mese.
“Questo conflitto – avverte Carlo Tampieri, presidente del gruppo Oli da semi dell’Associazione – sta facendo molto male al nostro settore, oltre che ai consumatori, perché rende difficile l’approvvigionamento di materia prima e, di conseguenza, l’attività delle singole imprese”.
Le navi che trasportano il prodotto sono tutte ferme, la chiusura dei porti sul Mar Nero ha bloccato gli scambi dei due maggiori produttori: Ucraina e Russia.
Per l’economia il girasole è di fondamentale importanza: dall’olio alle farine, fino alle oleine fondamentali per l’industria oleochimica ed energetica. Il consumo annuo di olio di girasole si aggira sulle 770.000 tonnellate.
Per capire l’importanza di un prodotto come l’olio di girasole, basta pensare che è impiegato nella produzione di conserve, salse, maionese, condimenti spalmabili, e il mondo della ristorazione lo predilige per le fritture.
“Se la guerra cessasse nei prossimi giorni – osserva ancora Tampieri – tornare alla normalità sarebbe comunque complesso. Tuttavia, la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente, se il conflitto dovesse proseguire, perché salterebbe la semina, prevista in primavera”.