Bologna ospita i ritratti dei giornalisti uccisi a Gaza
Top

Bologna ospita i ritratti dei giornalisti uccisi a Gaza

L’esposizione, che avrà luogo presso la galleria “Squadro stamperia d'arte”, è un tributo a tutte le voci che hanno cercato di raccontare il conflitto.

Bologna ospita i ritratti dei giornalisti uccisi a Gaza
Nel mirino della memoria - ritratti dei giornalisti uccisi in Palestina
Preroll

redazione Modifica articolo

13 Giugno 2024 - 00.13 Culture


ATF

È da un anno che l’artista e attivista Gianluca Costantini ritrarre i giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza. Un immaginifico memoriale, purtroppo in costante crescita, a tributo di coloro che, attraverso il loro lavoro, cercavano di documentare e lasciare alla storia quanto è accaduto e sta accadendo.

Al di 28 maggio il Committee to Protect Journalists di New York, un’organizzazione indipendente americana, ha registrato la morte di 107 giornalisti nel conflitto. Di questi 102 erano palestinesi, 2 israeliani e 3 libanesi. Inoltre sono 32 i giornalisti feriti e 2 quelli che risultano ancora dispersi, senza contare i 38 arrestati.

La mostra “Nel mirino della memoria – ritratti dei giornalisti uccisi in Palestina” presenta ottanta ritratti in digitale e quattro grandi disegni originali. L’esposizione sarà inaugurata mercoledì 12 giugno alle 19.30 a Bologna, presso la galleria “Squadro stamperia d’arte”, e sarà visitabile fino al 22 giugno. L’evento di apertura vedrà un dialogo tra il sociologo Giovanni Boccia Artieri e Iustina Mocanu, responsabile di Amnesty International Emilia-Romagna.

Leggi anche:  Gaza: Israele uccide quattro bambini palestinesi in coda per il pane

“Ho iniziato questa galleria di volti il 7 ottobre – afferma Costantini – dopo l’attacco di Hamas e la conseguente vendetta. Per tutti questi mesi ho continuato a disegnare grazie alla collaborazione con il Comitato per la Protezione dei Giornalisti di New York che mi ha fornito le informazioni. Purtroppo ci siamo resi conto che i giornalisti erano diventati bersagli e venivano uccisi in maniera premeditata, non come effetto collaterale. I giornalisti sono i nostri occhi nei conflitti: ucciderli ci priva della possibilità di conoscere la verità”

Native

Articoli correlati