Paola Cortellesi: "Volevo raccontare i diritti delle donne ma il successo è stato del tutto inaspettato"
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Paola Cortellesi: "Volevo raccontare i diritti delle donne ma il successo è stato del tutto inaspettato"

Paola Cortellesi: «Volevo raccontare i diritti delle donne. In particolare di quelle donne che non si è mai filato nessuno. Ho ascoltato tanti racconti di nonne e bisnonne che hanno vissuto quel tempo».

Paola Cortellesi: "Volevo raccontare i diritti delle donne ma il successo è stato del tutto inaspettato"
C'è ancora domani
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29 Dicembre 2023 - 10.23


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Il film di Paola Cortellesi, “C’è ancora domani”, è tra i 5 più visti della storia del cinema italiano. Un successo inaspettato per la neo regista, che si racconta in un’intervista al Corriere della Sera.

«Speravo che si diffondesse, magari crescendo nel tempo, un’emozione. Quello che sognavo erano sale piene e grande partecipazione emotiva. Quando lo abbiamo scritto, con Giulia Calenda e Furio Andreotti, ci siamo detti quanto fosse perfetto l’equilibrio tra i registri ne `La vita è bella´ di Roberto Benigni, un film che ho molto amato proprio per la capacità di raccontare la più spaventosa tragedia dell’umanità attraverso la leggerezza».

«Quella di cui parla Italo Calvino, ‘Leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore’. Essere lievi non significa togliere gravitas al dolore, per me. Un altro film che mi colpì, in questo senso, è `Il grande dittatore´ di Chaplin. Il mondo che stava precipitando in una guerra spaventosa era rappresentato con la leggerezza di un pallone gonfiabile con cui il despota di turno giocava, come fosse cosa sua».

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«Volevo raccontare i diritti delle donne. In particolare di quelle donne che non si è mai filato nessuno. Ho ascoltato tanti racconti di nonne e bisnonne che hanno vissuto quel tempo. Per questo il film è in bianco e nero, perché quando loro parlavano io le immaginavo così, le loro storie. Storie raccontate con disincanto, quasi con fatalismo. Nel film sono rappresentate dalle donne che commentano tutto nel cortile. Mi è rimasta nella testa una frase che dicevano, a proposito di quelle, tra loro, maggiormente vessate: `Eh, porella. Da piccola ascoltavo i loro racconti e mi sembrava che ci fosse una contraddizione, come uno stridere, tra la drammaticità del racconto di queste donne schiacciate dai mariti violenti e il tono che usavano, quasi leggero».

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