Capire quel che è successo a "Lucca Comics" senza stereotipi
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Capire quel che è successo a "Lucca Comics" senza stereotipi

Un edizione particolare quella della fiera internazionale dedicata al fumetto, all'animazione, ai giochi, a seguito del forfait di grandi ospiti del panorama.

Capire quel che è successo a "Lucca Comics" senza stereotipi
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13 Novembre 2023 - 20.06 Culture


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di Giuseppe Castellino

Le porte del Lucca Comics 2023 si sono chiuse il 5 novembre. E’ stata un’edizione travagliata da settimane se non da mesi. Basta guardare la locandina di quest’anno: Together il titolo di questa edizione con l’illustrazione creata dai gemelli israeliani Tomer e Asaf Hanuka che, ignari del futuro, hanno seminato il seme della discordia. Sempre nella locandina si trovano due simboli che non c’erano negli anni passati: il primo è quello del consolato statunitense di Firenze, mentre il secondo è quello dell’Ambasciata d’Israele. Accordi presi e firmati a giugno, quando ancora le acque erano calme.

Poi arriva il terribile ottobre e le cose si complicano: il 7 ottobre Hamas dà il via all’operazione “Alluvione al-Aqsa” dalla striscia di Gaza, sferrando l’orribile attacco contro Israele. Poi la altrettanto terribile ritorsione con una serie di operazioni militari su larga scala che hanno come obiettivo l’eliminazione stessa di Hamas, costi quel che costi (con bombardamenti e conseguentemente innumerevoli vittime civili in una striscia di terra che, prima del conflitto contava il 40% della popolazione sotto i 14 anni; difficile dire adesso quanti ne siano vivi).

Questa rapida messa in ordine degli eventi era doverosa per comprendere meglio quel che è successo nella rassegna lucchese e per comprendere come si sia arrivati al forfait di grandi ospiti del panorama fumettistico italiano al Lucca Comics.

Si è creato così un inevitabile corto circuito. L’ha detto chiaramente Zerocalcare su Facebook, e più ampiamente sull’Internazionale, quando ha annunciato la sua assenza al Lucca Comics. E la rinuncia non ha riguardato solo Zerocalcare. Il mondo dell’informazione è entrato in un corto circuito perenne, come l’intera società. Non siamo più in grado di analizzare in modo critico una situazione, specie se complessa come quella israelo-palestinese.

Esistono ormai solo il bianco e il nero, cadute nell’oblio tutte quelle sfumature di grigio che stanno in mezzo. Cosa succede a chi tenta di raccontare e spiegare quel grigio che sta in mezzo? Viene buttato nel tritacarne mediatico, fatto a brandelli e poi gettato nello stesso oblio.

Michele Rech non è l’unico ad aver rinunciato al Lucca Comics. Anche i due autori della locandina, i fratelli Hanuka, hanno deciso di non partecipare per evitare di entrare nel già citato tritacarne mediatico. L’antidoto c’è, non è facile, ma stiamo facendo di tutto per nasconderlo. Perché non possiamo chiudere gli occhi davanti a queste tragedie, ma lo stiamo facendo inconsapevolmente. Da qui la scelta di disertare arrivata anche da Amnesty International. Sei pro-Palestina? Allora automaticamente diventi antisemita e odi gli ebrei (parafrasi della tesi di Nicola Porro). Sei pro-Israele? Allora odi la pace.

Un’altra motivazione viene da un’altra grande assente: Fumettibrutti. Anche lei ha annunciato la sua assenza in un post su Facebook, usando parole non sue ma citando Michela Murgia. “[…] Significa preoccuparsi per tutte le lotte contro l’oppressione, dei corpi e dei popoli, non solo di quelle che ci fanno comodo”. Condivisibile o meno, quello che inquieta di più non è tanto l’assenza di questi ospiti quanto gli irragionevoli attacchi da chi dovrebbe aiutare a tenere viva la coscienza critica (tra i tanti Francesco Merlo di Repubblica). La verità è che avendo perso completamente la ragione critica e  preferendo il mondo in bianco e nero, chi prova ad alzare la testa raccontando  realmente i fatti, viene silenziato e messo in categorie che non gli appartengono.

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