Diana in Love
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Shanti Fiennes (nipote di Ralph e Joseph) è la Principessa di Galles. Sarà distribuito negli USA ad ottobre il film di Brent Roske sulla storia romanzata dell’incontro tra la Principessa di Galles e Dodi Al Fayed

Diana in Love
, Shanti Fiennes interpreta Diana
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Marco Spagnoli Modifica articolo

24 Settembre 2023 - 21.02


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Sarà distribuito negli USA ad ottobre il film di Brent Roske sulla storia romanzata dell’incontro tra la Principessa di Galles e Dodi Al Fayed. Ad interpretare Diana, Shanti Fiennes figlia del compositore Magnus e nipote di Ralph e Joseph, che porta sullo schermo un presunto viaggio segreto della principessa in California durante la sua ultima estate. 

 “Shanti Fiennes ha fatto un lavoro incredibile nei panni della principessa Diana, essendo cresciuta a Londra. La sua voce è perfetta – ho chiuso gli occhi durante il montaggio e ho pensato che avessimo qualcosa di davvero unico e reale.” Spiega il regista e sceneggiatore Brent Roske “La trama ha un po’ di finzione, ma ho pensato che se Quentin Tarantino ha potuto cambiare la storia per uccidere Hitler in ‘Bastardi senza gloria’, anche io potevo trasformare un po’ il racconto per rendere più profonda la considerazione per la vita della principessa Diana”. Nel cast anche l’attore italiano Giulio Greco che interpreta Massimo Marconi, uno dei personaggi più interessanti incontrati da Diana nell’estate del 1997 “Giulio è un attore fantastico.”

Osserva Roske “E’ stato subito molto chiaro come lavorare con lui fosse un piacere, vista la sua preparazione e intelligenza artistica.”  Greco commenta “E’ un progetto molto interessante e lavorare con Brent è molto piacevole, perché ti mette subito a tuo agio in un contesto molto dinamico e molto coinvolgente.” Il set è stato realizzato presso il Marconi Auto Museum in California dove è presente una delle collezioni di Ferrari più importanti del mondo. Brent Roske puntualizza “Il film racconta una storia di finzione basata su personaggi ed elementi reali. Volevo realizzare questo lavoro da circa quindici anni, perché – nel corso del tempo – ho visto crescere la mia insofferenza rispetto alle serie televisive – in particolare The Crown – che sembrano provare piacere nel tormentare Diana e nel presentare un lato della sua vita drammatico. Sono voluto andare oltre la Storia ufficiale e raccontare un ‘what if’ a partire dal fatto che Diana non è mai stata – a quanto sappiamo in California – così come la vediamo nel mio film. Abbiamo creato un racconto plausibile rispetto alla possibilità di un suo venirsi a divertire in un momento molto difficile della sua vita.”

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Giulio Greco nota: “Quando ho visto Shanti truccata come Diana sul set è stata una grande emozione vista la somiglianza con Diana, non solo fisica, ma anche dal punto di vista del movimento e della voce. Il racconto mira in maniera molto semplice e diretta ad apprezzare Diana come donna e – in un certo senso – a volere essere amici.” 

Il film è romantico, brillante, ma con toni malinconici assicura il regista “La scelta di Shanti è stata molto importante. Lei è arrivata alla fine di un casting in cui mi ero convinto che non avrei mai potuto prendere un’attrice americana per il ruolo. E’ stata una vera sorpresa per la sua capacità di entrare in un ruolo e di renderlo alla perfezione con tutte le sue nuances. Personalmente volevo esplorare la percezione degli Americani rispetto la Corona britannica. Non è un caso che i vestiti di Diana sono stati messi all’asta in America e non in Gran Bretagna, perché qui avrebbero potuto guadagnare più soldi. Questa storia è quella di una donna che solo a Los Angeles, un mondo pieno di celebrità, avrebbe potuto trovare la pace. Per questo motivo nel film Shanti ha un lungo monologo dallo yacht dove era girata la serie Starsky & Hutch che è un videomessaggio ai suoi figli con cui non riesce a parlare da qualche giorno.”

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Shanti Fiennes spiega quanto sia stato complesso non solo interpretare un personaggio iconico, ma una figura già portata sullo schermo da una ventina d’attrici tra cui Naomi Watts, Kristen Stewart, Emily Mortimer, Emma Corrin ed Elizabeth Debicki “E’ inevitabile percepire una certa competizione con chi è venuto prima di te. E’ un ruolo importante che per me rappresenta un salto quantico e l’unica maniera per affrontare personaggi così è quella di concentrarsi sul ruolo e non su quello che ti circonda. E’ importante cogliere l’essenza della donna e di chi era, del perché fosse così amata e del suo essere una donna complessa e unica.” Brent Raske conclude “Il pubblico ha da sempre una fascinazione per le principesse, perché rappresentano quel senso di fiaba e di magia che il mondo ha perso.”

Shanti Fiennes osserva “Questo film non racconta qualcosa che abbiamo già visto negli altri lavori su Diana, ma ci concentriamo su chi era e su quello che probabilmente voleva, nonché sul suo umorismo e sul suo grande senso di amicizia, spesso, disatteso.”

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