Un libro per fissare gli anni 80 visti e vissuti a Milano
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Un libro per fissare gli anni 80 visti e vissuti a Milano

Un decennio ricco di fermenti musicali e creativi, moda e fumetti, all’insegna dell’esplosività

Un libro per fissare gli anni 80 visti e vissuti a Milano
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19 Gennaio 2023 - 22.26


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di Giordano Casiraghi 

Gli anni Ottanta, la discoteca, la musica di divertimento e i locali della città di Milano, ma anche tante storie rimaste in ombra. Un libro che riporta a un mondo che è bene fissare nella memoria, prima che diventi troppo lontano. Ci ha pensato Stefano Ghittoni che ha fatto uscire «Milano Off 1980 – 198X» (Milieu edizioni, 240 pag., 22€). Rimane comunque un libro fuori dai binari dell’ufficialità e della visibilità raccontata da Ghittoni, musicista, dj, producer, sound designer e agitatore culturale. Ne viene fuori un ritratto in frammenti restituito dalle voci delle persone che hanno vissuto la città in quegli inaspettati primi anni Ottanta: da Ivan Cattaneo a Nicola Guiducci; da Patrizia Di Malta e Raffaella Riva del Gruppo Italiano a Marina Spada. Interessante la carrellata dei locali di quel decennio, dal Plastic di viale Umbria al Rolling Stones di corso XXII marzo e Odissea 2001 di via Besenzanica dove viene ricordato il concerto di Nico già dei Velvet Underground.

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Il tutto con un’irriverenza che indispone tanto la borghesia quanto la sinistra militante, l’antagonismo politico che attraversa una mutazione estetica, le ideologie si esprimono in un nuovo individualismo che soppianta lo spirito collettivista: è il 1980 e a Milano si intrecciano la crisi del movimento studentesco e operaio e le prime pulsioni punk e new wave. Il tessuto sociale riannoda i suoi fili in maniera radicale: tra occupazioni, edonismo, nuovi spazi e modi di socialità, controcultura. La spinta artistica diventa il motore trainante di movimenti sociali e tendenze culturali emergenti. “Prende credibilità una forza creativa […] che crea le condizioni per non essere come i propri padri, che investe su un lavoro appagante, che se lo inventa, che sceglie di essere precaria prima del precariato”, scrive il curatore Stefano Ghittoni.


Il passaggio agli anni Ottanta segnato da una pesante eredità di lotta armata e abuso di droghe, strategia della tensione, stanchezza ideologica e poi conformismo, e la reazione agli “anni di piombo”, troppo spesso tacciata di imborghesimento, secondo Ghittoni passa in realtà da una nuova esplosione di creatività. Dietro l’immagine della città della moda, della finanza e del produttivismo, le giovani generazioni reinventavano la propria vita e il proprio futuro. Per anni l’autore ha raccolto testimonianze, interviste, ma anche materiali come fotografie, creando ha dato vita a un racconto collettivo, in cui le voci e i ricordi si intrecciano, si sovrappongono, si confondono. Rinunciando all’illusione della precisione documentaria per esplorare la ricchezza di una molteplice verità interiore e sociale. L’elenco di chi ha contribuito a raccontare la città di quegli anni è lungo, ognuno con una sua storia da raccontare: Maurizio Turchet; Raffaella Riva; Claudio Belforti; Ivan Cattaneo; Nicola Guiducci; Alberto Rossetti; Patrizia Di Malta; Fred Ventura; Francesco Frongia; Paolo Rumi; Claudio Loro; Marina Spada; Studio Azzurro; Giacomo Spazio; Klara Lux; Maurilio Brini; Melo; Nico Spinosa; Mario Zerbini; Lucy Lo Russo; Cesare Gualdoni; Enzo D’Antonio; Pino Pipoli; Gianni Gangai; Stefano Galli; Tiberio Longoni; Marco Bertoni; Massimo Giacon. 

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