Vetulonia: nuova scoperta archeologica
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Vetulonia: nuova scoperta archeologica

In provincia di Grosseto è stata di recente scoperta una necropoli risalente alla civiltà etrusca non presente sull'antica mappa del sito archeologico

Vetulonia: nuova scoperta archeologica
In foto i ritrovamenti nella necropoli di Vetulonia
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redazione Modifica articolo

17 Gennaio 2023 - 22.17 Culture


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di Azzurra Arlotto

Pochi giorni fa è stata scoperta una nuova necropoli in provincia di Grosseto, più precisamente a Vetulonia dove è presente un sito archeologico risalente all’epoca etrusco-romana.

La nuova scoperta consiste in un sepolcreto finora non censito nella Carta archeologica creata dall’esperto e storico dell’arte greco-romana Doro Levi, nel 1931. La scoperta è stata annunciata dall’amministrazione comunale durante una videoconferenza inerente al convegno annuale dell’Archaeological Institute of America a New Orleans (Usa).

L’area dell’antica città etrusca di Vetulonia si caratterizza soprattutto per essere una ricca e vasta necropoli di questa civiltà, con tombe monumentali diversificate realizzate nel corso dei secoli. Oggi, invece, sono tutte disposte in un paesaggio completamente naturale, tra gli uliveti e la folta vegetazione della macchia mediterranea.

Il sito appena scoperto è in località Poggio Valli, a sud-ovest di Castiglione della Pescaia.

L’intera zona è ricca di vestigia etrusco-romane, riportate alla luce nell’800 dal medico archeologo Isidoro Falchi e distribuite lungo i versanti collinari. Con il passare dei secoli, sono state sovrastate sia dagli abitati tardo-medievali sia dalla vegetazione boschiva. Tali condizioni hanno determinato la scomparsa di numerosi monumenti funerari che recenti attività di ricerca si sono ripromesse di individuare come nel caso della nuova necropoli.

I resti archeologici maggiori di Vetulonia sono tombe che risalgono alle diverse epoche della città e permettono di inquadrarne le diverse fasi storiche. Alcune delle più importanti risalgono al VII secolo, trattandosi di tombe monumentali a tholos disposte lungo la via dei sepolcri: la tomba del belvedere, la tomba della pietrera e la tomba del diavolino II.

In ognuna sono stati individuati diversi tipi di sepolture, come le tombe a pozzetto, scavate nella roccia e associate all’uso della cremazione, e le tombe a fossa, che invece testimoniano l’uso dell’inumazione.

La necropoli rivenuta è un inedito che “è rimasto finora sconosciuto” e, come spiega il sindaco di Castiglione Elena Nappi, si pone in linea di continuità con le vicine necropoli villanoviane dei siti di Colle Baroncio e delle Dupiane“.

Simona Rafanelli, direttrice scientifica del MuVet, il museo locale, racconta: Nella nuova necropoli è possibile individuare un processo di sviluppo della tipologia architettonica delle sepolture etrusche di età orientalizzante e arcaica (VII-VI sec. a.C.) che conduce dalle tombe a circolo di pietre che racchiudono una semplice fossa terragna, chiusa o aperta su un lato breve, localizzati sulla spianata sommitale del poggio, alle tombe con fossa rivestita da filari in blocchi di pietra sotto piccoli tumuli cinti da tamburo, fino alle tombe a camera vere e proprie, inserite entro alti tumuli con tamburo e accessibili mediante un corridoio di accesso“.

La mappa di riferimento utilizzata fino ad ora per orientarsi nel sito archeologico toscano sarà, dunque, modificata, dato il recente ritrovamento.

A tal proposito, il sindaco Nappi, si è così espressa: “Nel gennaio 2018 abbiamo annunciato, all’interno del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma, l’avvio dei lavori per la realizzazione della nuova Carta archeologica. La nuova Carta tiene conto dei mutamenti verificatisi sul territorio comunale in questo lungo periodo e delle integrazioni sostanziali da apportare, rese necessarie alla luce, da un lato, della scomparsa di numerosi monumenti funerari non più rintracciabili sul terreno e sovente ricoperti dal fitto manto della vegetazione della macchia mediterranea e, dall’altro, dalla scoperta di nuove strutture o anche di interi sepolcreti distribuiti lungo i versanti delle colline disposte intorno a quello ove sorge l’abitato medioevale e moderno di Vetulonia, che è sovrapposto a quello etrusco-romano, riportato in luce dal medico-archeologo Isidoro Falchi alla fine dell’Ottocento”.

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