Critiche a Mentana che non invita i No Vax, e lui replica: "Mancavano solo le lezioni di veganismo da Hannibal"
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Critiche a Mentana che non invita i No Vax, e lui replica: "Mancavano solo le lezioni di veganismo da Hannibal"

Da Mario Giordano a Marco Travaglio passando per Massimo Giletti, tanti hanno criticato la decisione di Enrico Mentana

Critiche a Mentana che non invita i No Vax, e lui replica: "Mancavano solo le lezioni di veganismo da Hannibal"
Enrico Mentana
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7 Dicembre 2021 - 18.47


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“Adesso mi mancano solo le lezioni di veganismo da Hannibal…”.

Sempre caustico Enrico Mentana, che risponde così alle critiche che gli sono state rivolte da altri giornalisti in seguito alla sua decisione di non ospitare voci No-Vax nelle sue trasmissioni. 

Nello specifico, il direttore di Fuori dal Coro Mario Giordano ha scritto al direttore del TgLa7 una lunga lettera pubblicata da Dagospia, in cui si legge: “Caro Enrico Mentana, che tu, dopo aver ospitato nelle tue trasmissioni i complottisti dell’11 settembre e i fan della cura Di Bella, oggi ti faccia bello perorando l’esclusione dalle tv dei no vax, ci sta perché i tempi cambiano, i programmi pure e ricredersi è lecito”, ha esordito.

La lettera continua: “Però, ecco, ti pregherei di usare con cautela il termine tanto di moda. Cosa intendi per no vax? Oggi vengono assimilati con lo stesso epiteto chi pensa che i vaccini siano acqua di fogna e chi, semplicemente, dubita che sia opportuno somministrarli ai bambini, sulla base dei dati scientifici attuali. Oppure chi pensa al complotto mondiale e chi, semplicemente, dubita che escludere dal lavoro chi è senza green pass sia il modo migliore per difendere insieme salute e diritti costituzionali”. E ancora ha scritto: “C’è un po’ di differenza tra le due cose, non ti pare? Tanto è vero che chi ti ha intervistato l’altro giorno su Repubblica ti ha subito chiesto: ‘E allora Cacciari?’. Cacciari non è un no vax, hai giustamente risposto. Infatti. Ma ormai anche lui, come tutti gli altri appena solleva il sopracciglio per obiettare alcunché alla verità ‘somministrata dall’alto’ viene subito bollato con il marchio d’infamia. Sembra di essere tornati agli anni formidabili in cui se non leggevi Lotta Continua eri fascista”.

Giordano continua: “Ecco: oggi sembra in vigore lo stesso conformismo e se non sei perfettamente allineato sul dogma scientifico dei sacerdoti sommi Burioni & Bassetti sei un no vax. Hai dubbi sul dogma del green pass? Sei un no vax. Hai dubbi sui vaccini ai bambini? Sei un no vax. Ti fai domande sugli eccessi di allarmismi? Sei un no vax. Parli di terapie domiciliari? Sei un no vax. Dunque un soggetto pericoloso. Un terrapiattista. Un negazionista. Un soggetto da far tacere. No vax carogna ritorna nella fogna. Conoscendoti so che sei davvero, come dici, contrario a ogni censura. E allora ti prego, fai attenzione all’opera di demonizzazione in atto. Per quanto mi riguarda, per dire, sono stato ripetutamente bollato come portavoce dei no vax da persone che probabilmente non hanno nemmeno visto un minuto delle mie trasmissioni: infatti non ho mai ospitato medici stregoni o confronti Montesano/scienziati (e nemmeno Montesano). Ma abbiamo ospitato per esempio, da un anno questa parte, fior di medici preparati che applicano metodi seri per le cure domiciliari”.

Infine ha concluso: “È possibile oggi essere bollati come no vax perché si citano gli studi di scienziati come Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri? O perché, da tempi non sospetti, si dice che il vaccino ‘è il pilastro della lotta al Covid ma non basta: bisogna costruirci l’edificio attorno’ (come dice oggi pure Guido Rasi)? O perché si ricordano le perplessità del professor Vaia o di Andrea Crisanti o di Maria Rita Gismondo (tutti vaccinisti convinti ma non con i paraocchi) sulla punturina ai bambini? Te lo dico perché immagino tu conosca benissimo il rischio che stiamo correndo: è quello di liquidare come no vax tutto ciò che disturba la ‘somministrazione’ del pensiero unico per escluderlo dal dibattito e dalle tv. Dare manforte a quest’ operazione non è all’altezza della tua storia professionale. E, soprattutto, non serve a migliorare né il giornalismo né il Paese”.

La replica di Mentana non si è fatta attendere: “1. Non ho fatto un proclama, tipo ‘Da oggi non ospiterò più i no vax nel tg che dirigo’. È così da quando è stata annunciato il via libera ai vaccini, un anno fa. Chi oggi si scandalizza non se ne è mai accorto? 2. Mi si obietta, anche da colleghi, che spesso si etichettato come no vax anche altre categorie, che non vanno demonizzate ma ascoltate. Anche qui si sfonda una porta aperta. Chi si batte contro il green pass perché attua una discriminazione e impone una certificazione in assenza di obbligo vaccinale non è certo per questo un no vax: io stesso vedo e ho più volte indicato questo elemento critico (che a mio avviso si supera solo con l’obbligo, ma è solo la mia opinione, già più volte espressa)”. E ancora ha aggiunto: ” 3. Non considero certo le persone che non si vaccinano per paura dei no vax, e per estensione neanche quelli che aspettano il più possibile nella speranza che il problema si risolva da sé con la fine della pandemia. Rischiano, ma non teorizzano. 4. Se critici e esegeti vari avessero seguito in questo lungo periodo sospeso della lotta contro la pandemia il tg che dirigo avrebbero trovato tutte quelle voci, da Remuzzi a Zangrillo, da Crisanti al compianto De Donna, che volta a volta hanno indicato criticità o dubbi o diverso parere su aspetti importanti della lotta al Covid. 5. Quel che mi pareva ovvio, e che penso fosse pacifico per la gran parte di voi, è che i no vax sono solo… i no vax, cioè coloro che si battono attivamente contro il vaccino, affastellando teorie cospirazioniste e pseudo rapporti scientifici, terapie alternative di nulla consistenza scientifica e dati falsificati su contagi, ospedalizzazioni o decessi. Dare loro voce non è in nulla esercizio di pluralismo o democrazia, e chi lo fa – per audience – lo giustifica dicendo che così quei personaggi si screditano da soli“.

Per poi concludere: “Tesi almeno opinabile, visto che chi è incerto o impaurito cerca opinioni e figure cui aggrapparsi. Ma non sono a mia volta un arbitro delle scelte altrui: il mio perimetro di responsabilità è quello del tg, in termini di legge e di coscienza. E la coscienza impone – ad esempio – quando si ascoltano persone anche note affermare che quelle immagini delle bare di Bergamo erano fiction, di non dar loro la possibilità di contrapporsi alla realtà”.

Ma Giordano non è l’unico ad aver criticato Mentana: anche Massimo Giletti, conduttore di Non è L’Arena, aveva infatti scritto: “Non credo che Mentana sia un fascista eppure quando CasaPound lo ha invitato, lui ci è andato. Io, invece, no, sebbene da inviato avrei potuto farlo”, spiega a La Stampa. Il riferimento è alla partecipazione del giornalista a un confronto avvenuto a Roma il 29 dicembre 2017 con Simone Di Stefano, leader del movimento dichiaratamente neofascista.

“Innanzitutto Enrico conduce un Tg di 30 minuti mentre io un approfondimento di quattro ore, in cui do notizie”, spiega Giletti e aggiunge: “Io non censuro. Io contrasto questo metodo. Sono un anarchico di questo mestiere e porto nel mio programma ogni forma di contraddizione. Non censuro, faccio domande scomode per smascherare le fake. Ognuno a casa si farà la propria idea. Posso non essere d’accordo con Montagnier, Freccero e Cacciari, ma hanno il diritto alla parola e non solo perché sono intellettuali. Sono contrario a portare in tv solo il pensiero mainstream. Bisogna ascoltare tutte le voci è importante che una trasmissione dia spazio anche a chi la pensa diversamente da me ma come 8 milioni di persone No Vax e No Green Pass. Criminalizzare è sempre un errore“.

E ancora, il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio ha scritto un editoriale dal titolo ‘No Vox’ dedicato proprio all’argomento: “Va di moda, fra le grandi firme, teorizzare e addirittura vantare il bavaglio ai No Vax, categoria mefistofelica che inzeppa in un unico girone infernale anche chi critica il Green pass per lavorare e obietta sul vaccino ai bambini. Viene il dubbio che questi insigni colleghi, fra cui due direttori di tg (ma la Maggioni non intervistò quel gentiluomo di Assad?), si siano scordati le basi del nostro sporco mestiere. Che non è un collegio per educande né un catechismo delle virtù, ma il racconto del mondo così com’è, non come dovrebbe essere. Il cronista parla con tutti, coi santi e coi diavoli (molto più divertenti), poi scrive tutto”. 

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