Addio al grande direttore d'orchestra James Levine
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Addio al grande direttore d'orchestra James Levine

Il musicista si è spento negli Stati Uniti a 77 anni. Era stato licenziato dal Metropolitan con l'accusa di abusi sessuali

James Levine
James Levine
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17 Marzo 2021 - 19.00


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All’età di 77 anni, è morto il direttore d’orchestra James Levine: è stato uno dei direttori d’orchestra più influenti e ammirati al mondo e direttore musicale del Metropolitan per oltre 40 anni.
Si è spento il 9 marzo a Palm Springs in California ma, secondo quanto riferisce il New York Times, la notizia del suo decesso è stata confermata soltanto questa mattina dal suo medico, Len Horovitz.
La causa della morte non è ancora stata comunicata. Levine era stato sospeso e poi licenziato nel 2018 dal Metropolitan in seguito a un’inchiesta che aveva rivelato casi di molestie sessuali su uomini più giovani.

 

Levine è stato uno dei maggiori direttori d’orchestra della seconda metà del ‘900, rivelandosi un vero ‘enfant prodige’ della musica.
Nato a Cincinnati in Ohio il 23 giugno del 1943 in una famiglia di musicisti, si esibisce per la prima volta in pubblico a 10 anni eseguendo il Concerto per pianoforte No.2 di Felix Mendelssohn.
Studia pianoforte con Rudolf Serkin e dopo essersi diplomato alla Walnut Hills High School di Cincinnati, Levine viene ammesso nel 1961 alla Juilliard School a New York, dove si diploma nel 1964.

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Dal 1964 al 1965, Levine è apprendista del grande direttore George Szell con la Cleveland Orchestra, diventandone assistente fino al 1970, quando debutta sul podio dell’Orchestra Sinfonica di Filadelfia e da lì inizia la lunga carriera che lo porta a una fitta collaborazione con la prestigiosa Chicago Symphony Orchestra, attualmente guidata da Riccardo Muti.
Nel 1971 Levine fa il suo debutto al Met di New York con la ‘Tosca’ di Giacomo Puccini e il successo che accompagna quell’esecuzione lo avvia a diventare, nel 1976, direttore musicale dell’istituzione newyorchese che grazie a lui diviene uno degli ensemble musicali più attivi al mondo.
Levine dirige le più prestigiose orchestre del mondo tra le quali i Filramonici di Vienna, i Berliner Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, la Philharmonie Orchestra di Londra e la Münchner Philharmoniker Orchestra. Dirige anche nel tempio wagneriano di Bayreuth.

 

Finché, nel 2017, arrivano le accuse di tre uomini che dichiarano di essere stati molestati sessualmente da Levine quando erano giovani.
Levine però è già direttore musicale onorario del Met dal 2016, anno in cui ha lasciato per motivi di salute.
Il Met lo sospende annullando tutti gli impegni con il maestro finché, il 12 marzo 2018, il teatro newyorchese annuncia di avere licenziato Levine in seguito a un’inchiesta interna che ha rivelato che il direttore d’orchestra aveva messo in atto “comportamenti sessualmente offensivi e molesti nei confronti di artisti vulnerabili nelle prime fasi della loro carriera”.
Levine però reagisce citando in giudizio la Metropolitan Opera alla Corte Suprema dello Stato di New York per violazione di contratto e diffamazione e chiedendo oltre 5,8 milioni di dollari di danni.

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Quanto il Met lo licenziò con l’accusa di abusi sessuali – Le voci sulla presunta cattiva condotta sessuale di James Levine, il grande direttore d’orchestra morto a Palm Beach in California a 77 anni, si erano susseguite per decenni ma senza che emergesse nulla di concreto. Finché, nel dicembre del 2017, tre uomini hanno accusato pubblicamente Levine di essere stati molestati quando erano ancora giovani.
Gli atti sarebbero avvenuti nel lontano 1968 quando i tre erano ancora adolescenti.

Le accuse sono state pubblicate sul New York Post e sul New York Times, e la Metropolitan Opera, di cui Levine era direttore musicale onorario, ha assunto uno studio legale esterno per indagare, sospendendo il maestro e cancellando tutti i suoi impegni con il teatro.
Il 12 marzo 2018 il Met ha licenziato Levine sulla base delle indagini che avrebbero prodotto prove credibili sulla “condotta molesta e abusiva” del direttore d’orchestra. Solo tre giorni dopo, il 15 marzo, Levine ha replicato citando in giudizio il Met per violazione del contratto e diffamazione, chiedendo un risarcimento di 5,8 milioni di dollari.
Nell’atto Levine sosteneva che Peter Gelb, direttore generale del Met dal 2006, che in pubblico era stato un convinto sostenitore del maestro, avesse “sfacciatamente utilizzato” le accuse di cattiva condotta come “un pretesto per porre fine a una campagna personale di lunga data per costringere Levine a lasciare”.
Il Met però ha replicato nel maggio di quell’anno con una contro causa nella quale si diceva che Levine aveva “usato la sua reputazione e la sua posizione di potere per abusare di artisti”.

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Le due parti hanno trovato un accordo nell’estate del 2019, concordando, secondo quanto riferisce il New York Times, che il Met avrebbe pagato a James Levine la somma di 3,5 milioni di dollari.

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