La protesta di cantanti e musicisti: "Lo Stato ci ha lasciati soli"
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La protesta di cantanti e musicisti: "Lo Stato ci ha lasciati soli"

A condividerlo tra Instagram, Facebook e Twitter, migliaia di cantanti, musicisti, dj, etichette, tecnici del suono, agenzie di booking, festival.

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10 Giugno 2020 - 20.52


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Moltissimi cantanti italiani stanno aderendo a una protesta contro il Governo per far sì che il Dl Rilancio “non sia di nuovo una legge discriminatoria per il settore musicale, ma una reale occasione di ripartenza alle giuste condizioni. Chiediamo con forza al governo che queste istanze vengano ritenute prioritarie. No a un DL #senzamusica!”.
A condividerlo tra Instagram, Facebook e Twitter, migliaia di cantanti, musicisti, dj, etichette, tecnici del suono, agenzie di booking, festival. Tra questi Vasco Brondi, Lodo Guenzi dello Stato Sociale, Premiata Forneria Marconi, Negrita, Frankie Hi-Nrg, Claudio Coccoluto e tantissimi altri.
“Lo Stato ci ha lasciato soli. Ha dato delle regole ma poi se ne è lavato le mani. E molti di noi hanno dovuto chiudere, come nel mio caso, le loro scuole di danza. Servono decreti, serve rigore. Ma anche personalità competenti al comando”. È quanto ha dichiarato all’Adnkronos l’étoile internazionale Raffaele Paganini, commentando l’approvazione delle linee guida, da parte della Conferenza Stato-Regioni, per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative.
Ed ha proseguito: “Il governo non ha capito che tutto lo spettacolo dal vivo ha un costo e non vive di sponsor e donazioni. A parte alcuni nomi illustri e gloriosi raramente dietro ogni evento si crea un vero e proprio business, come in altre categorie dello spettacolo. Se si aggiungono poi ‘divieti’, regole e paletti, come nel caso delle recenti linee guida, la situazione non può che peggiorare e soprattutto scoraggiare. E così, infatti, è stato. Non si può chiedere di aprire i teatri con pochissimi spettatori, non si può chiedere di fare le prove o la classe collegati sui social. Lo Stato ci chiede di cambiare vita – ha aggiunto Raffaele Paganini- ma senza darci gli strumenti necessari. Ho amici rimasti senza lavoro. Me ne dispiaccio, mi piange il cuore. Ma servono persone pratiche con le idee ben chiare. Io comunque – ha concluso – non perdo la speranza di poter riaprire la scuola con i miei 120 allievi, magari a settembre”.

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