Mantovani: "Con le misure abbiamo salvato 38mila persone, e lo abbiamo fatto insieme"
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Mantovani: "Con le misure abbiamo salvato 38mila persone, e lo abbiamo fatto insieme"

Parla Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas: "Dopo che questo incendio sarà passato, bisognerà stare attenti perché partiranno dei fuocherelli e dovremmo essere in grado di identificarli"

Alberto Mantovani
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2 Aprile 2020 - 20.01


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Ospite a Piazzapulita, il direttore scientifico di Humanitas, Alberto Mantovani, ha dichiarato: “Dopo che questo incendio sarà passato, bisognerà stare attenti perché partiranno dei fuocherelli e dovremmo essere in grado di identificarli e spegnerli. Voglio sottolineare che i dati che abbiamo ogni giorono sono dei modelli. Solo con i test anticorpali avremo una misura delle vere dimensioni dell’epidemia. Ma c’è un dato nascosto, ossia che nel nostro paese sono state salvate 38.000 persone dai nostri comportamenti, siamo il paese che ha salvato più viste umane, e lo abbiamo fatto osservando le regole. Insieme”. 
Continua Mantovani: “Gli anticorpi ci consentono di tracciare se una persona è venuta in contatto con il virus. Adesso non abbiamo un saggio validato di misura degli anticorpi: l’Oms, ma anche noi, stiamo procedendo per validare dei saggi, e c’è uno studio cinese che suggerisce che il nostro sistema immunitario parte in ritardo. Il virus è subdolo perché sopprime il sistema immunitario. Questi saggi ci accompagneranno nella fase di ripartenza”. 
“In questo momento però nessuno è pronto per fare questi test per milioni di persone. È una sfida, ci vorranno mesi per avere le iniziali validazioni anticorpali. In questi mesi dovremo mantenere il distanziamento sociale, cominceremo a sperimentare le misure anticorpali, guardando con attenzione all’esperienza cinese. Da Wuhan possiamo imparare molto”

“Ci sono notizie false che continuano a girare, e sono dannose, specie se danno false speranze. Dobbiamo essere molto rigorosi, stiamo vivendo un’esperienza di medicina di guerra. Dobbiamo condurre ricerche rigorose, nel rispetto dei pazienti che sono negli ospedali e nelle case, e avere informazioni che ci aiutino a risolvere dei problemi. Per esempio, l’idrossiclorochina, noi pure in ospedale la utilizziamo, ma se si comincia a utilizzare a casa si mettono in pericolo le persone. Il diritto alla speranza dei pazienti si accoppia con il rigore e l’attenzione” 

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