Francesca Ritrovato anima e corpo di "Ich Big - I Could Have Been Great"
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Francesca Ritrovato anima e corpo di "Ich Big - I Could Have Been Great"

Intervista a un'attrice emergente che ci racconta il suo più recente lavoro a teatro.

Francesca Ritrovato
Francesca Ritrovato
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Claudia Sarritzu Modifica articolo

9 Settembre 2016 - 12.07


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di Claudia Sarritzu

Francesca Ritrovato ha una voce bassa, ha due occhi profondi e mediterranei e un neo vero sopra il labbro superiore, che tradiscono la sua riservatezza e svelano il suo mestiere. E’ un’attrice. Anche se non ama strillarlo. In questa chiacchierata ho capito che la parola Io non le piace proprio, ed è la prima volta che mi capita di intervistare un’attrice così modesta, umile e appassionata. Ama Alessandro Bergonzoni, la sua filosofia ironica “E’ la mia guida”. Di lei ho capito che ama il suo lavoro e che non le interessa il successo. Sogna una importante sceneggiatura per recitarla non per sfilare ai Festival con un vestito griffato. E vi assicuro che non sono solo parole dette per sembrare originale: Francesca non è iscritta neppure su facebook. Ha 27 anni ed è calabrese, è nata in un paese che si chiama Girifalco ‘U paisa dei pacci’, famoso perché ospita un ospedale psichiatrico. Ha avuto un piccolo ruolo in Anime Nere di Munzi “sono stata ben felice di farla”.

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“Non ricordo un momento preciso in cui mi sono detta voglio fare l’attrice da grande, credo di aver sempre recitato giocando con quella teatralità tipica del sud che rende tragico ed eclatante ogni avvenimento della vita quotidiana.” Le chiedo se in famiglia sono stati felici della sua scelta: “Mia madre voleva una figlia laureata, mio padre invece credo sia contento, voleva fare il regista da ragazzo ma poi è diventato psichiatra, l’amore per il cinema me l’ha trasmesso lui”. Ha studiato all’Accademia di arte drammatica a Roma, la Silvio D’Amico dove ha conosciuto dei docenti del Conservatoire national supérieur d’art dramatique di Parigi che l’hanno convinta a studiare un quarto anno da loro. Ora vive tra Roma e Parigi e ha fondato una compagnia, la R/V, con un suo ex compagno di Accademia e attuale compagno di vita da cinque anni, Andrea Volpetti: “Lui sognava di lavorare su Dostoevskij, abbiamo iniziato a improvvisare ed è nato il nostro primo spettacolo si chiama ‘ICH BiG – I Could Have Been Great ‘ frase pronunciata dal ragazzo che ha compiuto una strage nella Virginia Tech University. Abbiamo vinto il premio Anteprima, premio che ci ha permesso di essere al Festival Collinarea. Io interpreto tanti personaggi, reinventati o inventati. Lo stesso Raskolnikov è diventato un ragazzo Calabrese. Le prove si sono svolte un po’ in Toscana e un po’ nell’ospedale psichiatrico del mio paese. E siccome non c’era una vera e propria porta che divideva lo spazio prove dal corridoio dove i malati passano le giornate ci siamo fatti “invadere” dalle loro vite che ci hanno ispirato durante il lavoro di recitazione. Molte delle loro storie non sono tanto diverse da quelle che racconta Dostoevskij. E’ stata un’esperienza che ci ha parecchio arricchito”.

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