L'episodio che fece nascere La Dolce Vita
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L'episodio che fece nascere La Dolce Vita

Ci fu un episodio, uno scandalo in un ristorante romano, che fu la genesi della dolce vita, che poi prese vita grazie al capolavoro di Fellini. [Piero Montanari]

Lo scandalo che diede vita alla dolce vita romana
Lo scandalo che diede vita alla dolce vita romana
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Piero Montanari Modifica articolo

27 Maggio 2016 - 21.09


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Tutti noi conosciamo La Dolce Vita, il famosissimo film del 1960 di Federico Fellini con Marcello Mastroianni e Anita Ekberg, detta Anitona per le sue forme prorompenti. E nel nostro immaginario il film viene rappresentato dalla scena del bagno che i due protagonisti fanno vestiti nella fontana di Trevi a Roma. La dolce vita, che narra del viaggio tra gli scandali romani a cavallo degli anni ’50 e ’60 del giornalista Marcello,  da allora divenne un simbolo, un marchio famoso in tutto il mondo, un “brand” italiano che se la batte con la Ferrari  o con la pizza.

Ma ci fu un episodio della vita reale di quel periodo, uno scandalo in un ristorante romano che fu la genesi della dolce vita, e che coinvolse degli amici musicisti, una spogliarellista sconosciuta e un nugolo di paparazzi sempre pronti a fotografare quello che accadeva nella cosiddetta “Rome by night dell’epoca.” L’episodio è conosciuto, ma non come me lo raccontò l’amico trombonista Marcello Rosa che ne fu testimone oculare.

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Marcello Rosa era quella sera a suonare in un famoso ristorante, il Rugantino di Trastevere, insieme al suo gruppo jazz tradizionale, la Roman New Orleans Jazz Band, praticamente una nave scuola per i jazzisti dell’epoca, e proprio quella sera avvenne il fatto che segnò per sempre la vita notturna della capitale con  la nascita della Dolce Vita.

Cosa accadde? Una sconosciuta ballerina turca, tale Aichè Nana, ne divenne di fatto l’emblema, spogliandosi davanti agli avventori del locale e ad un nugolo di paparazzi, di certo avvisati precedentemente, che immortalarono la scena. Arrivò la “buoncostume” prontamente chiamata e le foto che uscirono sui rotocalchi dell’epoca (era il 1953 e Roma era una città governata da catto-bigotti), scatenarono uno scandalo di proporzioni bibliche, tanto che furono denunciati tutti gli avventori del Rugantino e qualcuno di loro finì anche in galera. Il locale rimase chiuso per lungo tempo e poi finì miseramente in declino.

Marcello Rosa fu l’unico a non prendersi la denuncia. Quando arrivò la polizia, si trovava imboscato nel guardaroba del locale, dove aveva portato i vestiti che Aichè Nana si toglieva e che gli passava.

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