Cari religiosi, vi insegniamo noi atei cosa è la tolleranza verso gli altri
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Cari religiosi, vi insegniamo noi atei cosa è la tolleranza verso gli altri

E se uscissimo da una concezione religiosa-centrica e per una volta ci si ricordasse anche di noi, a cui piace questa vita e ci interessa davvero poco dell'aldilà? [Claudia Sarritzu]

Claudia Sarritzu
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15 Gennaio 2015 - 11.41


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Lasciamo da parte i buonismi, la moda tutta di sinistra di chi difende sempre l’indifendibile solo per andare contro il pensiero corrente, per dire siamo minoranza quindi siamo più intelligenti, democratici, moderni degli altri. Per capire questa mia riflessione dobbiamo partire dal concetto di satira. Per mettere un punto definitivo a un dibattito sterile e nichilista.

Cosa è la satira? Ieri un noto disegnatore di nome Gipi in tv, ha dato una definizione che può farci capire finalmente cosa è ammissibile deridere e cosa no. Allora la satire è ammessa ed è satira quando parte dal basso e va verso l’alto, ossia quando una categoria debole, ride di una categoria forte e potente. Quando succede che i potenti umiliano e mettono in ridicolo un minoranza, quella non è satira ma fascismo, bullismo, per usare un termine tristemente attuale. Si può prendere in giro, ridicolizzare Netanyahu perché è un potente della terra (con un bagaglio di orrori che non stiamo qui ad elencare). Ma non si possono ridicolizzare gli ebrei nei campi di concentramento, perché quelli erano le vittime, e ridere delle enormi sofferenze altrui è da meschini, da mostri non da essere umani.

Vogliamo capire meglio allora perché è ammesso dire  Je suis Charlie o Je suis Ahmed e non Je suis Coulibaly , (battuta pronunciata dal comico Dieudonné, arrestato in Francia per apologia di terrorismo )? Se parto dalla definizione di Gipi nel primo caso si stanno ricordando un poliziotto che faceva il suo lavoro, dei giornalisti, vignettisti, assolutamente criticabili, (a me le loro vignette non fanno quasi mai ridere eppure ieri ho acquistato una copia della loro rivista tramite il Fq), che sono stati trucidati mentre rivendicavano di poter ridere degli dei che noi umani ci siamo inventati in questi millenni (sfido chiunque a dirmi che un dio non è un’invenzione umana, chi ha le prove dell’esistenza di una divinità me le porti immediatamente che mi converto). Cosa c’è di più potente di un dio, o di un gruppo di terroristi che seminano morte e controllano intere fette di mondo attraverso la violenza e la paura? La risposta è ovvia: questa è satira. Ma se un comico vuole far ridere sbeffeggiando degli uomini e delle donne che in un negozio sono morti sotto i colpi di mitra di un assassino, questa si può definire satira? Si può ridere di una famiglia di quattro persone sterminata? Lascio a voi la risposta.

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Passiamo a un altro punto. Sono atea, ma so di venire da una cultura cristiana cattolica, non credo in dio, ma credo negli insegnamenti di Gesù Cristo, che per me è stato un profeta di idee, che dovremmo imparare a conoscere anche tramite le sacre scritture, ha generato una rivoluzione culturale importantissima e piena di valori e principi che io stessa sposo. Credo che in un’aula di scuola non debba esserci un crocifisso, non perché può dare fastidio ad altri, ma perché non comprendo il nesso fra Stato e religione. Ma a dire il vero non credo sia la cosa più importante da rivoluzionare nel mondo della scuola italiana.
Perché questa premessa? Leggo che anche Peppa pig (pupazzo molto brutto che dovrebbe assomigliare a un maialino ormai diffuso in tutto il mondo) rischia di essere censurato in Gran Bretagna per non ledere la sensibilità di ebrei e musulmani. La cosa che più mi terrorizza di questa prassi che si tinge di finta tolleranza e rispetto della sensibilità altrui, è che sta provocando una censura a qualsiasi creazione artistica umana, perché ci sarà sempre qualcuno che potrà dire “A me questo infastidisce”. Un mondo migliore forse è quello dove viviamo e lasciamo vivere.

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Se a ebrei e mussulmani infastidisce un maialino a me potrebbe infastidire una loro usanza. Un loro modo di vivere. Chi dice cosa è giusto infastidisca e cosa no? Chi lo stabilisce?

E se gli stati occidentali facessero tesoro della loro cultura pluralista e lasciassero liberi i bambini cristiani, atei, buddisti, a studiare da libri dove è raffigurata Peppa pig, e agli altri dessero la possibilità di istruirsi con altri testi, non vivremmo tutti meglio?

Sono la persona più democratica al mondo, ma da atea tollero quotidianamente molte convinzioni religiose di ogni tipo, le accetto, le rispetto, ma vorrei essere rispettata anche io che non sopporto vedermi privare di un disegno, un pensiero, un film, una canzone solo perché a una religione non piace. E se uscissimo da una concezione religiosa-centrica e per una volta ci si ricordasse anche di noi, a cui piace questa vita e ci interessa davvero poco dell’aldilà?

I veri democratici siamo propri noi, laici cronici, prendete esempio dalla nostra quotidiana palestra di tolleranza verso ogni vostra fantasia religiosa. E vivrete meglio con voi stessi e con la vostra religione concorrente.

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