Venezuela, i militari minacciano di morte i detenuti del carcere di Rodeo: tra loro c'è anche Alberto Trentini
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Venezuela, i militari minacciano di morte i detenuti del carcere di Rodeo: tra loro c'è anche Alberto Trentini

I militari del Venezuela hanno detto che se ci sarà un intervento diretto di Trump potrebbero uccidere tutti i detenuti del carcere di massima sicurezza

Venezuela, i militari minacciano di morte i detenuti del carcere di Rodeo: tra loro c'è anche Alberto Trentini
Alberto Trentini detenuto in Venezuela
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19 Dicembre 2025 - 11.30


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I familiari dei detenuti rinchiusi nel carcere di massima sicurezza venezuelano di Rodeo I lanciano un allarme: nelle ultime settimane le autorità hanno intensificato minacce dirette contro i prigionieri politici, sullo sfondo di una crescente e pericolosa escalation tra Caracas e Washington. Tra i detenuti minacciati c’è anche Alberto Trentini, cooperante umanitario di 46 anni, originario del Lido di Venezia, arrestato il 15 novembre 2024 durante una missione con l’ONG Humanity & Inclusion. Da oltre un anno è detenuto nel carcere di El Rodeo senza accuse formali chiare e senza un regolare procedimento giudiziario.

Rodeo I ospita numerosi cittadini stranieri in un’ala separata, mentre la maggior parte dei detenuti venezuelani è costituita da prigionieri politici o ex ufficiali militari caduti in disgrazia dopo aver rotto con il regime.

«Se ci sarà un intervento straniero, vi uccideremo, vi faremo sparire»: è questa la frase che, secondo le testimonianze raccolte, viene ripetuta durante interrogatori e colloqui con i familiari. Una minaccia esplicita e brutale, che si aggiunge a condizioni di detenzione già disumane e a una pressione psicologica sistematica, usata come strumento di intimidazione e controllo.

Lunedì le forze armate statunitensi hanno colpito un’altra imbarcazione venezuelana accusata di traffico di droga, il secondo attacco nel giro di poche settimane. Il presidente Donald Trump ha rivendicato l’operazione come necessaria alla difesa della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Di tutt’altro tenore la risposta di Nicolás Maduro, che ha parlato apertamente di «aggressione» e ha dichiarato che le relazioni tra i due Paesi sono ormai passate da logorate a «completamente rotte».

In questo clima di tensione estrema, il dispiegamento di navi da guerra statunitensi nel sud dei Caraibi e le minacce di ulteriori azioni militari alimentano la paura che i detenuti di Rodeo I, venezuelani e stranieri, vengano trasformati in ostaggi politici, merce di scambio o addirittura vittime sacrificali nello scontro tra potenze.


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