Il Mar Rosso campo di battaglia: la guerra in Medio Oriente è iniziata
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Il Mar Rosso campo di battaglia: la guerra in Medio Oriente è iniziata

La Guerra iniziata in Medioriente con l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre si allarga ulteriormente. Americani e Inglesi hanno lanciato un attacco contro il governo dei facto degli Ho

Il Mar Rosso campo di battaglia: la guerra in Medio Oriente è iniziata
Miliziani Houthi
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

12 Gennaio 2024 - 12.27


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Non è più la guerra di Gaza. E’ la guerra in Medioriente. A darne conto sono due tra i più autorevoli analisti militari italiani: Pietro Batacchi e Tommaso Massa per RID (Rivista italiana difesa)

“La Guerra iniziata in Medioriente con l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre si allarga ulteriormente. Stanotte Americani e Inglesi, con il supporto di Canada, Olanda, Bahrein e Australia, hanno lanciato un attacco contro il governo dei facto degli Houthi in Yemen. 

Secondo le prime frammentarie informazioni sono stati colpiti campi di addestramento, depositi di munizioni, strutture di stoccaggio per droni, siti di lancio per missili, centri di comando e controllo, stazioni radar e di difesa aerea ecc. I raid hanno colpito in particolare il Governatorato di Sa’ada, la regione di provenienza degli Houthi, la città di Zabid (un ottantina di chilometri a sud di Al Hudaydah), il Governatorato di Taiz, la capitale Sana’a, il porto sul Mar Rosso di Al Hudaydah, importante hub logistico usato da anni dagli Houthi per ricevere armi, munizioni, componenti, ecc. Quattro strike si sarebbero registrati contro l’aeroporto di Sana’a, 8 contro il porto di Hoidedah, 3 contro una base militare ad est della città di Sada’a e 8 contro una base e un aeroporto nell’area della città di Taiz. 

Nell’azione sono coinvolte navi americane e inglesi nel Mar Rosso, che hanno lanciato missili da crociera TOMAHAWK, la portaerei americana USS EISENHOWER (CV-69), nell’area già da settimane e dalla quale sono decollati gli EA-18G GROWLER da guerra elettronica e gli F/A-18 SUPER HORNET (oltre a un E-2 HAWKEYE), sottomarini, si parla del sottomarino a propulsione nucleare lanciamissili balistici intercontinentali USS FLORIDA (classe OHIO), convertito per il lancio dei TOMAHAWK, e caccia decollati dalle basi nella regione, tra cui 4 caccia Eurofighter TYPHOON FGR4 e 1 velivolo da rifornimento Airbus A330 MRTT (VOYAGER) della RAF decollati dalla base aerea di Akrotiri (Cipro). I TYPHOON inglesi hanno bombardato 2 obiettivi nel nordest dello Yemen con bombe PAVEWAY IV: un sito a Bani utilizzato per il lancio di droni e un campo di volo a Abbas, utilizzato anch’esso per il lancio di droni e missili da crociera. Nel corso del raid erano presenti nell’area di operazioni anche un pattugliatore P-8 dell’US Navy e un RC-135W RIVET JOINT dell’USAF (decollato dalla base di Al Udeid in Qatar). 

Ricordiamo che gli USA hanno nell’area basi in Qatar, Al Udeid, EAU, Al Dhafra, Giordania, Salti, Kuwait, Ali Al Salem, e non solo. Il Pentagono ha dichiarato che le forze americane e inglesi hanno lanciato oltre 100 ordigni di precisione tra missili da crociera, bombe a caduta e missili antiradiazioni AGM-88 HARM contro oltre 60 obbiettivi situati in 16 luoghi diversi. Ad una prima impressione sembra che al momento si sia di fronte ad una classica azione di tipo diplomatico-coercitivo atta a mutare la condotta seguita fin qui dagli Houthi che, però, ha il potenziale per portare ad un’ulteriore escalation.

Gli Houthi dal canto loro hanno annunciato di aver risposto ai raid con il lancio di missili (vedi approfondimento che pubblichiamo oggi sul sito e sul WEEKLY) contro le navi statunitensi e britanniche. Non si hanno però conferme in tal senso.

L’attacco è stato ordinato dal Premier britannico Sunak per ripristinare la libera circolazione e il libero commercio dopo settimane di attacchi degli Houthi (solo il 9 gennaio navi americane e inglesi hanno abbattuto 18 droni, 2 missili da crociera antinave e 1 missile balistico) contro il naviglio commerciale nel Mar Rosso e attraverso lo strategico Stretto di Bab El Mandeb, uno dei più importanti chocke point del pianeta. Come riportato da Federico Fubini sul Corriere della Sera, “secondo il centro ricerche di Intesa Sanpaolo — passava [da qui] fino a qualche settimana fa circa il 30% del commercio marittimo mondiale e il 40% di quello italiano”, mentre “il costo della spedizione di un container dal Mediterraneo alla Cina è salito da 153 a 507 euro”.

Perché gli Stati Uniti hanno attaccato?

«Il nostro obiettivo resta quello di allentare le tensioni e ripristinare la stabilità nel Mar Rosso. Ma il nostro messaggio sia chiaro: non esiteremo a difendere vite umane e a garantire il libero flusso del commercio in una delle vie navigabili più critiche del mondo, di fronte alle continue minacce».

Un funzionario Usa: “L’Iran è il principale sponsor degli Houti ed è coinvolto in ogni fase degli attacchi alle navi nel Mar Rosso”

Un alto funzionario statunitense ha detto ai giornalisti che “l’Iran è tra i principali – se non il principale – facilitatore, sostenitore o sponsor degli Houti” e che Teheran è stata “coinvolta in ogni fase” degli attacchi che il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha definito “illegali e pericolosi” contro navi statunitensi e internazionali e navi commerciali provenienti da molti paesi che transitano legalmente nel Mar Rosso”.

La condanna di Hamas e di Hezbollah

A testimoniare la completa saldatura tra diversi fronti – e l’allargamento, di fatto, del conflitto in Medio Oriente – arriva la condanna da parte di Hamas ed Hezbollah contro i raid statunitensi e britannici.  In una nota, Hamas ha definito gli attacchi «un atto di terrorismo non calcolato» e una palese aggressione contro la sovranità yemenita. 

Il gruppo filo-iraniano basato in Libano Hezbollah ha definito gli attacchi contro obiettivi Houthi una «palese aggressione americano-britannica».

Mosca accusa Usa e Gb: «Escalation distruttiva»

Mosca ha condannato oggi gli attacchi effettuati nella notte nello Yemen dagli Stati Uniti e dal Regno Unito contro i ribelli Houthi, denunciando un’azione che porta ad una «escalation» e che ha «obiettivi distruttivi». 

«Gli attacchi statunitensi nello Yemen sono un nuovo esempio della distorsione da parte degli anglosassoni delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e del totale disprezzo del diritto internazionale in nome di un’escalation nella regione per raggiungere i loro obiettivi distruttivi», ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo. Maria Zakharova.

La Russia, come anticipato da Al Jazeera, ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Dichiarazione di 10 Paesi a sostegno dei raid contro gli Houti

“Riconoscendo l’ampio consenso espresso da 44 paesi in tutto il mondo il 19 dicembre 2023, nonché la dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1° dicembre 2023, che condanna gli attacchi Houthi contro navi mercantili e commerciali in transito nel Mar Rosso, i nostri governi hanno emesso una dichiarazione congiunta del 3 gennaio 2024, in cui si chiedeva la fine immediata degli attacchi illegali e si avvertiva che gli attori maligni sarebbero stati ritenuti responsabili qualora avessero continuato a minacciare vite umane, l’economia globale e il libero flusso del commercio nelle vie navigabili critiche della regione”. Lo affermano in una dichiarazione congiunta i governi di Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Germania, Olanda, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Regno Unito e Stati Uniti. 


“Nonostante questo forte avvertimento, gli attacchi nel Mar Rosso sono continuati, incluso il lancio di numerosi missili e veicoli aerei di attacco unidirezionale contro le navi nel Mar Rosso il 9 gennaio 2024, comprese le navi statunitensi e britanniche. Il 10 gennaio 2024, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione del Consiglio di sicurezza 2722, che condannava anche questi attacchi e chiedeva che cessassero”, si legge in una nota. “In risposta ai continui attacchi illegali, pericolosi e destabilizzanti degli Houthi contro le navi, comprese le navi commerciali, in transito nel Mar Rosso, – si legge ancora – le forze armate di Stati Uniti e Regno Unito, con il sostegno di Olanda, Canada, Bahrein e Australia, hanno condotto operazioni congiunte in conformità con il diritto intrinseco all’autodifesa individuale e collettiva, in linea con la Carta delle Nazioni Unite, contro una serie di obiettivi nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi”.

Il portavoce Houthi: «Non abbiamo preso di mira nessun paese al mondo tranne Israele »

Si contano cinque morti e sei feriti in Yemen per i raid condotti dalle forze degli Stati Uniti e della Gran Bretagna contro le basi dei ribelli Houthi, 73 in totale secondo il portavoce ufficiale del gruppo Ansar Allah, Muhammad Abdul Salam. 

All’emittente Al Jazeera, il portavoce ha dichiarato: «Non abbiamo preso di mira nessun paese al mondo tranne Israele – spiega Abdul Salam – Le forze armate hanno dato una risposta iniziale e la amplieremo molto presto. Continueremo a prendere di mira le navi israeliane dirette verso di loro fino alla fine dell’aggressione contro Gaza. Non esiste alcuna alleanza navale nel Mar Rosso e c’è solo l’aggressione americano-britannica. Abbiamo contattato i paesi che fanno parte della coalizione e ci hanno assicurato che non avrebbero partecipato all’aggressione». 

Secondo i ribelli «la posizione yemenita è stata efficace, il che ha spinto l’America ad annunciare un’alleanza contro di noi. Ci sono morti e feriti a causa dei bombardamenti anglo-americani, e stiamo lavorando per contarli. Non ci sono danni reali dovuti ai raid lanciati contro di noi. La nostra risposta all’aggressione americano-britannica arriverà inevitabilmente».

La guerra in Medioriente è iniziata.

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