Così I super-ricchi stanno saccheggiando e inquinando il pianeta
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Così I super-ricchi stanno saccheggiando e inquinando il pianeta

Nel 2019, l’1% più ricco in termini di reddito della popolazione mondiale è stato responsabile di una quota di emissioni di CO2, pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ossia due terzi dell’umanità.

Così I super-ricchi stanno saccheggiando e inquinando il pianeta
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

20 Novembre 2023 - 15.18


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Che mondo è quello in cui l’1% più  ricco del pianeta inquina quanto due terzi dell’umanità?

Un mondo irrespirabile, in tutti i sensi. 

Un mondo in cui la quota di emissioni di CO2 di cui è responsabile l’1% degli individui più facoltosi del mondo è salita al 16% nel 2019. Una quantità di emissioni che potrebbe causare 1,3 milioni di vittime per gli effetti del riscaldamento globale

In Italia, nel 2019, il top-10% emetteva il 36% in più rispetto al 50% più povero della popolazione

Tra le misure da mettere in campo: un’imposta europea sui grandi patrimoni sarebbe decisiva per avere le risorse necessarie per ridurre le disuguaglianze, frenare il cambiamento climatico e finanziare una transizione ecologica giusta, anche in Italia

È l’obiettivo della campagna #LaGrandeRicchezza, a cui hanno già aderito migliaia di cittadini e che si può firmare QUI

Il report di Oxfam

Nel 2019, l’1% più ricco in termini di reddito della popolazione mondiale è stato responsabile di una quota di emissioni di CO2, pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ossia due terzi dell’umanità.

È l’allarme lanciato oggi da Oxfam con un nuovo rapporto  a pochi giorni dall’inizio della Cop28 sul clima di Dubai.

Intanto l’obiettivo cruciale di contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 gradi, rispetto al periodo preindustriale, rischia sempre più di rimanere un miraggio.

Il dossier denuncia infatti come le emissioni di cui è responsabile l’1% più ricco del pianeta causeranno 1,3 milioni di vittime a causa degli effetti del riscaldamento globale, la maggior parte entro il 2030. Vittime che si potrebbero evitare con un radicale e immediato cambio di rotta.

“I super-ricchi stanno saccheggiando e inquinando il pianeta e di questo passo finiranno per distruggerlo, lasciando l’umanità a fare i conti con ondate estreme di calore, inondazioni e siccità sempre più frequenti e devastanti. – ha detto Francesco Petrelli, portavoce di Oxfam Italia – Per anni abbiamo lottato per creare le condizioni di una transizione giusta che ponga fine all’era dei combustibili fossili, salvare milioni di vite e il pianeta. Ma raggiungere quest’obiettivo cruciale sarà impossibile se non porremo fine alla crescente concentrazione di reddito e ricchezza che si riflette in disuguaglianze economiche sempre più marcate e contribuisce all’accelerazione del cambiamento climatico”.

Il rapporto, realizzato in collaborazione con lo Stockholm Environment Institute (SEI), offre un’analisi dei livelli di emissioni per diversi gruppi di reddito nel 2019 – anno per cui sono disponibili i dati più recenti – mostrando il netto divario tra l’impronta di carbonio dei percettori di redditi più elevati e quella del resto della popolazione globale in base agli stili di vita, ai modelli di consumo e agli investimenti in industrie inquinanti. 

La fotografia della disuguaglianza climatica

Bastano alcuni dati per fotografare il contesto attuale:

  • nel 2019, l’1% più ricco del pianeta (77 milioni di persone) è stato responsabile del 16% delle emissioni globali di CO2 derivanti dai consumi, una quota superiore a quella prodotta da tutte le automobili in circolazione e degli altri mezzi di trasporto su strada; a sua volta il 10% più ricco della popolazione mondiale è responsabile della metà delle emissioni globali;
  • chi fa parte dell’1% più ricco per reddito inquina in media in 1 anno quanto inquinerebbe in 1.500 anni una persona appartenente al restante 99% dell’umanità; 
  • ogni anno, le emissioni di questi super-ricchi annullano di fatto la riduzione di emissioni di CO2 derivanti dall’impiego di quasi un milione di turbine eoliche;
  • nel 2030, le emissioni di carbonio dell’1% più ricco saranno 22 volte superiori al livello compatibile con l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5°C, stabilito con l’Accordo di Parigi sul clima.

La lotta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze sono fortemente interconnesse

Come è prassi, virtuosa di Oxfam, anche questo rapporto non si limita a fornire quantificazioni sull’iniqua distribuzione delle emissioni tra diversi gruppi di reddito, ma riflette anche sugli impatti differenziati del cambiamento climatico per le diverse fasce della popolazione del pianeta e sulle associate, divergenti, prospettive di sviluppo economico complessivo tra i Paesi. Fotografando inoltre come le sfide del cambiamento climatico e delle crescenti disuguaglianze economiche siano profondamente interconnesse.

Un’imposta sui grandi patrimoni per finanziare la transizione green e affrontare i crescenti bisogni sociali

Tra le proposte avanzate da Oxfam, incardinate sulla necessità di dare una risposta simultanea alla crisi climatica e all’acuirsi dei divari economici e sociali, figura l’introduzione di un’imposta progressiva sui grandi patrimoni, a carico di chi occupa posizioni apicali nelle nostre società – come lo 0,1% dei cittadini più ricchi – e cui sono associate emissioni più elevate.

Proposta su cui è in corso la raccolta firme #LaGrandeRicchezza.

Abbiamo bisogno di garantire che la transizione verso un’economia climaticamente neutra avvenga in modo equo, senza lasciare indietro nessuno e senza produrre ulteriori divari nelle società. – conclude Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia – Senza pretesa di rappresentare una panacea, un’imposta progressiva sui grandi patrimoni può generare risorse considerevoli per la decarbonizzazione dell’economia e per affrontare al contempo i crescenti bisogni sociali – salute, istruzione, contrasto all’esclusione sociale – che stentano a trovare oggi una risposta adeguata. Un tributo in grado di garantire maggiore equità del prelievo fiscale e una prospettiva di futuro dignitoso per chi ne è oggi privato”.   

Un futuro per cui vale la pena battersi. L’unico “respirabile”. 

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