I repubblicani Jordan e Scalise si candidano speaker della Camera per il dopo McCarthy
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I repubblicani Jordan e Scalise si candidano speaker della Camera per il dopo McCarthy

Jim Jordan, dell'Ohio, e Steve Scalise, della Louisiana, hanno annunciato la loro candidatura a Speaker della Camera. I Repubblicani cercano il successore di Kevin McCarthy

I repubblicani Jordan e Scalise si candidano speaker della Camera per il dopo McCarthy
Il repubblicano Steva Scalise
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5 Ottobre 2023 - 01.43


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Jim Jordan, dell’Ohio, e Steve Scalise, della Louisiana, hanno annunciato la loro candidatura a Speaker della Camera. I Repubblicani cercano il successore di Kevin McCarthy, rimosso martedì dopo l’approvazione della mozione di sfiducia presentata da ribelli del partito e guidati da Matt Gaetz.

Jordan è alla guida della potente commissione Giustizia, mentre Scalise è il leader di maggioranza alla Camera. Entrambi sono stati indicati tra i possibili successori di McCarthy e tutti e due, oggi, hanno annunciato di essere in corsa per il ruolo di presidente dell’aula.

«Siamo arrivati – ha commentato Jordan – davanti a un crocevia fondamentale nella storia della nostra nazione. Ora è tempo per la nostra conferenza repubblicana di unirsi per mantenere le promesse fatte agli americani».

«Non importa cosa decideremo – ha aggiunto – dobbiamo farlo insieme». «Io – ha dichiarato Scalise – ho dimostrato in passato di essere stato capace di unire differenti punti di vista, anche quando a molti sembrava impossibile». Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non ha voluto addentrarsi sul tema, limitandosi a esprimere preoccupazione per la «disfunzione» della Camera, e sottolineando l’importanza di continuare a finanziare l’Ucraina.

Alla domanda su quale consiglio darebbe al prossimo Speaker, Biden ha sorriso e commentato: «Questo va oltre i miei compiti». L’Ucraina, in realtà, diventerà un tema centrale nella scelta del successore di McCarthy. Jordan, fedelissimo di Donald Trump, ha già espresso in passato la sua opposizione: «Io sono contro. Le questioni più pressanti per gli americani sono altre, non è l’Ucraina. È la situazione al confine con i migranti clandestini ed è la criminalità per le strade».

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