Repressione e bavaglio. Un tribunale di Mosca ha condannato a sette anni di reclusione un uomo di 63 anni, Mikhail Simonov, per dei post su internet (poi cancellati) in cui denunciava i bombardamenti su Kiev e sul teatro di Mariupol. Lo riporta la testata online Meduza.
Simonov è stato incriminato in base alla nuova legge che prevede fino a 15 anni di carcere per la diffusione di informazioni sull’esercito che dovessero essere giudicate «false» dalle autorità russe e che di fatto vieta di esprimersi contro l’invasione dell’Ucraina.
Secondo MediaZona, il procedimento penale si basa su frasi come: «Mentre uccidono bambini e donne, noi cantiamo sul primo canale» e «I piloti russi stanno uccidendo i bambini».