Umanità nella disumanità. Si fanno chiamare il `Tulipano nero´ e sono un gruppo di volontari ucraini che, dall’inizio della guerra, raccoglie corpi di soldati russi da scambiare con quelli di Kiev. Nella storia viene spiegato che un soldato non può essere dichiarato morto dallo Stato finché non c’è un corpo.
I volontari agiscono soprattutto a Krasnopillia, nel Donetsk, ma la zona è molto pericolosa essendo stata teatro di diverse battaglie e avendo sul suo terreno ancora molte mine antiuomo disseminate. Dall’inizio dell’invasione il `Tulipano nero´ ha affermato di aver dissotterrato i corpi di 311 soldati russi.
Lo scambio di corpi tra Russia e Ucraina è un processo segreto e il totale delle operazioni non è stato reso noto da nessuna delle due parti. Questi avvengono al confine tra i due Paesi e vengono supervisionati dai due eserciti. In alcuni casi alle operazioni ha preso parte anche il Comitato internazionale della Croce Rossa che si impegna affinché i soldati possano essere identificati e restituiti alle loro famiglie.
Alle volte questo passaggio è complicato. Come hanno spiegato i volontari, infatti, i cadaveri russi vengono occasionalmente trovati bruciati, a volte dalla popolazione locale per motivi igienici, ma spesso anche dall’esercito russo, nel tentativo di nascondere le perdite. Secondo i servizi di sicurezza ucraini sarebbero migliaia i russi eliminati in modo informale poiché il Cremlino li registra come «dispersi in azione».