Bavaglio e repressione nella Russia di Putin: un tribunale di Mosca ha condannato lo studente attivista Dmitry Ivanov a otto anni e mezzo di carcere, mentre il Cremlino intensifica la repressione del dissenso contro la guerra.
Ivanov, 23 anni, attivista pro-democrazia e studente di informatica che gestisce il canale Telegram “Protest at Mgu” [Università Statale di Mosca], è stato processato con l’accusa di aver diffuso false informazioni volte a screditare l’esercito russo, in base a una legge introdotta dopo l’invasione da parte della Russia.
In un discorso pronunciato in tribunale poco prima dell’annuncio della condanna, Ivanov ha detto parole durissime: “Pace all’Ucraina, libertà alla Russia! Il mio esempio non deve spaventarvi. Dobbiamo fare molto per vivere nel Paese che meritiamo e per porre fine a questa guerra”.
“Dovete capire che la Russia non è Putin. Decine di milioni di russi sono contro questa guerra criminale… Questo è un momento buio della nostra storia, ma è sempre il più buio prima dell’alba”, ha aggiunto Ivanov.
Ivanov faceva parte di un piccolo gruppo di attivisti contro la guerra che erano rimasti in patria dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, nonostante la crescente minaccia di arresti.
Lo scorso anno, Ivanov aveva giurato di continuare a organizzare proteste contro la guerra di Vladimir Putin in Ucraina. “Non credo che dovrei avere paura o scappare. Questo è il mio Paese”, disse all’epoca.
Ivanov si unisce ora a un gruppo crescente di altri dissidenti di spicco che sono stati imprigionati per aver parlato contro la guerra, tra cui i politici dell’opposizione Ilya Yashin e Vladimir Kara-Murza.