Terremoto, oltre 5.000 il numero totale delle vittime ma per l'Oms il bilancio potrebbe superare i 20mila morti
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Terremoto, oltre 5.000 il numero totale delle vittime ma per l'Oms il bilancio potrebbe superare i 20mila morti

Più di 20.000 morti: lo ha dichiarato ad AFP Catherine Smallwood, responsabile delle emergenze per l'Europa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Terremoto, oltre 5.000 il numero totale delle vittime ma per l'Oms il bilancio potrebbe superare i 20mila morti
Terremoto in Turchia, soccorsi
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7 Febbraio 2023 - 10.52


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Il bilancio delle vittime potrebbe salire a più di 20.000 persone: lo ha dichiarato ad AFP Catherine Smallwood, responsabile delle emergenze per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “C’è sempre la possibilità che si verifichino altri crolli, per cui spesso vediamo che i numeri iniziali si ottuplicano”, ha dichiarato aggiungendo che “purtroppo, con i terremoti si verifica sempre la stessa cosa: i rapporti iniziali sul numero di persone morte o ferite aumentano in modo significativo nella settimana successiva”.

“L’Organizzazione mondiale della sanità sta inviando tre voli charter” verso la Turchia e la Siria. I voli sono “carichi di forniture mediche, compresi kit chirurgici”. Ad annunciarlo il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, delineando il quadro della situazione alla riunione dell’Executive Board dell’Organizzazione mondiale della sanità in corso a Ginevra.

“I funzionari nazionali sia in Turchia che in Siria stanno conducendo operazioni di ricerca e di soccorso, anticipando al contempo la crescente necessità di cure traumatologiche per i feriti. L’obiettivo iniziale – ha illustrato il direttore generale dell’Oms – è salvare vite umane e prendersi cura dei feriti. Stiamo operando grazie a team rapidamente istituiti a livello nazionale, regionale e globale. Stiamo mobilitando forniture di emergenza e abbiamo attivato la rete di squadre mediche di emergenza dell’Oms per fornire assistenza sanitaria essenziale ai feriti e alle persone più vulnerabili”.

Nei “giorni critici e nelle ore a venire” e “nei mesi e negli anni a venire”, ha assicurato il capo dell’agenzia Onu per la salute, “mentre entrambi i Paesi si riprenderanno e ricostruiranno” quanto distrutto dal sisma, “lavoreremo a stretto contatto con tutti i partner per supportare le autorità” delle due aree colpite. “Ai nostri fratelli e sorelle di Turchia e Siria diciamo: siamo tutti con voi in questo momento di indicibile dolore. Un momento in cui dobbiamo unirci in solidarietà, come un’unica umanità, per salvare vite umane e alleviare la sofferenza di persone che hanno già sofferto così tanto”.

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Dopo 28 ore dal sisma, una donna e i suoi tre figli sono stati estratti dalle macerie di un edificio crollato nel distretto Nizip di Gaziantep, nel Sud della Turchia.

Intanto intorno all’edificio distrutto i parenti aspettano notizie dei loro cari ancora sotto le macerie. Le scosse di terremoto di ieri notte hanno colpito 10 province, con epicentro nella città meridionale di Kahramanmaras.

“L’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno. Si sta cercando ancora un nostro connazionale, in Turchia per ragioni di lavoro. La Farnesina, fino ad ora, non è riuscita ad entrare in contatto con lui”. Lo scrive su Twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Almeno 120 scosse di assestamento si sono verificate dopo il potente terremoto di stanotte nel sud della Turchia, secondo un aggiornamento dell’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad). Secondo l’Usgs, che riporta solo le scosse di assestamento più significative che vengono effettivamente avvertite da coloro che si trovano nella zona del terremoto, sono state almeno 43 quelle di magnitudo 4,3 o superiore. Tre delle scosse di assestamento hanno misurato 6.0 o più, incluso il massiccio terremoto di magnitudo 7.5 che ha colpito 95 chilometri (59 miglia) a nord dell’epicentro del terremoto principale del mattino.

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Il suolo dell’Anatolia si è spostato di almeno tre metri: è la firma di uno dei terremoti più violenti mai registrati in Turchia. Con una magnitudo di 7,8, il sisma avvenuto fra il Sud-Est della Turchia e il Nord della Siria è stato mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e 30 volte più forte di quello dell’Irpinia del 1980. La scossa, seguita da centinaia di repliche, è stata registrata dai sismografi di tutto il mondo, fino alla Groenlandia, come ha rilevato l’Istituto geologico danese. Il terremoto è avvenuto in una zona altamente sismica, punto d’incontro della placca Est anatolica, di quella Arabica e dell’Africana, con la prima che viene schiacciata dalla placca Arabica e spinta a Ovest, verso l’Egeo. Ad attivarsi è stata una delle due grandi faglie che attraversano la Turchia, quella Sud-Est anatolica, che “è una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano Israele e Giordania e che separa la placca Araba da quella Africana”, osserva il presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni. E’ lungo questa faglia che i due lembi del suolo si sono spostati: “nella zona di massimo movimento è avvenuto uno spostamento di almeno tre metri”, aggiunge Doglioni. Causa dello slittamento è stato un movimento “di tipo transpressivo”, vale a dire che lungo la faglia il suolo si è spostato in senso orizzontale (quindi con un movimento di tipo trascorrente), durante il quale è avvenuta anche una compressione fra la placca Anatolica e quella Araba. “Lo spostamento di tre metri è una prima stima”, osserva il presidente dell’Ingv e misure più precise, “saranno disponibili non appena avremo i dati satellitari. Al momento abbiamo a disposizione solo modelli numerici”. I dati sono attesi dalle Sentinelle del programma Copernicus, di Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dalla costellazione Cosmo Sky-Med, dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

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Una donna e i tre figli salvi dopo 28 ore sotto le macerie. Dopo 28 ore dal sisma, una donna e i suoi tre figli sono stati estratti dalle macerie di un edificio crollato nel distretto Nizip di Gaziantep, nel Sud della Turchia. Lo riportano i media turchi. Intanto intorno all’edificio distrutto i parenti aspettano notizie dei loro cari ancora sotto le macerie. 

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