Nessuno oggi vorrebbe essere Macron: oltre 1,2 milioni di francesi ieri sono scesi in piazza
Top

Nessuno oggi vorrebbe essere Macron: oltre 1,2 milioni di francesi ieri sono scesi in piazza

Il presidente Emmanuel Macron ha difeso la riforma delle pensioni a cui il governo sta lavorando definendola "giusta ed equa"

Nessuno oggi vorrebbe essere Macron: oltre 1,2 milioni di francesi ieri sono scesi in piazza
Macron
Preroll

globalist Modifica articolo

20 Gennaio 2023 - 11.18


ATF

“Riforma giusta ed equa, andremo avanti con spirito di dialogo”


Sono oltre 1,2 milioni i francesi che oggi sono scesi in piazza in tutto il Paese per manifestare contro la riforma delle pensioni. Sono questi i numeri forniti dal ministero dell’Interno, che parla di 80mila partecipanti alla manifestazione principale che si è svolta a Parigi. Numeri consistenti ma inferiori a quelli che hanno annunciato i sindacati che parlano di 2 milioni di manifestanti in tutta la Francia, 400mila solo a Parigi. Una mobilitazione che supererebbe quella del 2019, quando, contro un altro tentativo di alzare l’età pensionabile oltre gli attuali 62 anni, furono 1,5 milioni a manifestare.

E non è finita qui. Gli otto principali sindacati francesi hanno concordato una nuova data per la mobilitazione contro la riforma delle pensioni, il 31 gennaio, secondo quanto riferito da diverse fonti sindacali.

Il presidente Emmanuel Macron ha difeso la riforma delle pensioni a cui il governo sta lavorando definendola “giusta ed equa” e ha ribadito “la determinazione dell’esecutivo” a portarla avanti “con spirito di dialogo”. Macron, che ha parlato da Barcellona nell’ambito del summit franco-spagnolo durante il quale ha visto il primo ministro Pedro Sanchez, ha spiegato che il testo seguirà ora “l’iter parlamentare che consentirà a tutte le forze politiche di esprimersi, di arricchire il progetto e andare fino in fondo a una riforma che è stata presentata in modo democratico ed è stata convalidata”.

Leggi anche:  Parigi contro il capo degli 007 di Mosca: "Disinformazione e provocazione ai nostri danni"

Macron ha auspicato che le manifestazioni di protesta contro la riforma si svolgano “senza eccessi, violenze o danni”. Secondo Macron, “è positivo e legittimo che tutte le opinioni possano essere espresse”, ma gli organizzatori delle manifestazioni “devono fare in modo che questa legittima espressione di disaccordo si svolga senza creare disagi ai cittadini e senza eccessi, danni e violenze”. I sindacati hanno dato il via alle proteste giovedì per indurre il governo a fare marcia indietro sulla sua riforma pensionistica.

Quasi un terzo dei dipendenti pubblici ha aderito allo sciopero nazionale di oggi, indetto dalle otto principali sigle sindacali (CFDT, CGT, FO, CFE-CGC, CFTC, UNSA, Solidaires, FSU). Secondo quanto riporta Le Monde, citando i dati del ministero della Funzione pubblica, quasi tre dipendenti su dieci (il 28%) nel settore pubblico risultano in sciopero a metà della giornata di mobilitazione. Si tratta di un calo di cinque punti rispetto alla mobilitazioni del 2019 sempre contro un progetto di riforma delle pensioni poi ritirato.

Leggi anche:  Macron: "Il governo continuerà la lotta all'antisemitismo"

In dettaglio, nella scuola primaria ha aderito il 42,35% degli insegnanti, il 34,66% in quella secondaria, stando ai dati forniti dal ministero. Si tratta di cifre al di sotto di quelle fornite dai sindacati: lo SNES-FSU, il principale sindacato della scuola secondaria, ha annunciato in mattinata un tasso del 65% di insegnanti nella scuola secondaria in sciopero, e lo SNUipp-FSU, il principale sindacato della scuola primaria, parla del 70%. Alla Sociètè Nationale des Chemins de fer Francais, principale operatorio ferroviario del Paese, a scioperare sono il 46,3% dei dipendenti, fatto che ha comportato la soppressione di numerosi treni.

Native

Articoli correlati