Le Nonne di Plaza de Mayo hanno ritrovano il nipote 131: ecco chi è
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Le Nonne di Plaza de Mayo hanno ritrovano il nipote 131: ecco chi è

La presidente delle Abuelas ha specificato che si tratta del figlio di due genitori desaparecidos Lucía Nadín e Aldo Quevedo, originari della provincia di Mendoza.

Le Nonne di Plaza de Mayo hanno ritrovano il nipote 131: ecco chi è
Estela de Carlotto
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23 Dicembre 2022 - 14.33


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Estela de Carlotto, presidente delle ‘Abuelas (Nonne) de Plaza de Mayo’ ha annunciato a Buenos Aires il ritrovamento del 131/o nipote, figlio di genitori desaparecidos affidato dopo il parto della madre a una coppia complice della dittatura argentina (1976-1983).

In una conferenza stampa nell’edificio della ex Scuola di meccanica della Marina’, trasformato in luogo di incontro delle associazioni che lottano per i diritti umani, Carlotto non ha rivelato per il momento l’identità della persona restituita alla famiglia biologica, – l’interessato ha chiesto tempo “per abituarsi alla realtà scoperta ieri” – e si è limitata a riferire che “si tratta di un uomo che oggi ha 44 anni”.

La presidente delle Abuelas ha specificato che si tratta del figlio di Lucía Nadín e Aldo Quevedo, originari della provincia di Mendoza. Lucía nacque in quella città il 13 dicembre 1947 e Aldo il 26 novembre 1941 nella località di San Carlos.

    Trasferitisi a Buenos Aires, furono sequestrati il 9 ottobre 1977.

    La famiglia chiamava Aldo con il soprannome di ‘Negro’, o ‘Negrito’. Entrambi erano attivi nel movimento clandestino Prt-Erp. I compagni di scuola chiamavano Lucia ‘Chiquita’ e Aldo ‘Dipy’.

    Al momento del sequestro la donna era incinta di due o tre mesi, un particolare di cui la famiglia era all’oscuro. Entrambi sono stati rinchiusi nei centri di detenzione e tortura ‘Club Atlético’ e “El Banco”. Dalle testimonianze dei sopravvissuti si è appreso che Lucía è stata portata via da ‘El Banco’ tra marzo e aprile 1978 per partorire, forse proprio alla ex-Esma.

    Carlotto ha infine ricordato che “i quasi 300 uomini e donne che sono stati sottratti ai genitori durante la dittatura vivono fra noi con identità falsificata. Siamo determinati anche nel prossimo 2023 a batterci perché vi siano altre restituzioni”.

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