Il calvario di quattro giovani russe in fuga da violenze e matrimoni forzati nel Caucaso
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Il calvario di quattro giovani russe in fuga da violenze e matrimoni forzati nel Caucaso

Non è il primo episodio del genere, il primo caso di donne cecene che tentano la fuga per la libertà e per l'emancipazione. Uno degli ultimi casi noti è la storia di Khalimat Taramova.

Il calvario di quattro giovani russe in fuga da violenze e matrimoni forzati  nel Caucaso
Khalimat Taramova
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31 Ottobre 2022 - 11.04


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Le guardie di frontiera russe stanno trattenendo al checkpoint di Verkhny Lars quattro giovani donne, due coppie di sorelle, in fuga dal Daghestan, in fuga dalle famiglie. La loro storia, il loro fermo, le motivazioni che le hanno spinte a fuggire dalla famiglia, nero su bianco nella denuncia che il gruppo”SK SOS”, che aiuta le persone LGBT nel Caucaso settentrionale, ha fatto al giornale Meduza, redatto da giornalisti russi riparati a Riga. Khadijat e Patimat Khizriev, le loro cugine Aminat Gazimagomedova e Patimat Magomedova hanno cercato di attraversare lì il confine, ma le guardie di frontiera russe le hanno fermate ed hanno sequestrato loro i passaporti, Anche se tutte maggiorenni, a loro è stato chiesto il permesso dei genitori a trasferirsi all’estero. A sostegno delle giovani donne, al confine è arrivato un legale, l’avvocato Leysan Mannapova, che collabora con il gruppo”SK SOS”. La prima risposta avuta da un ufficiale del checkpoint è stata che ragazze erano state bloccate perché si erano lasciate alle spalle dei debiti. Motivazione immediatamente smontata dal legale, che ha fornito documenti che hanno certificato l’assenza di debiti. A quel punto, la guardia di frontiera – ha raccontato l’avvocato – ha ammesso che stava aspettando “un segnale dall’alto”.

“Crediamo che in questo momento le ragazze siano detenute illegalmente, restituirle ai parenti, da quali stavano fuggendo, metterebbe a serio rischio la loro vita”, ha detto il legale. Secondo il racconto raccolto dagli attivisti di “SK SOS”, durante l’infanzia le quattro giovani donne erano sono state sottoposte a circoncisione femminile e sottomesse a rigide regole dalla famiglia anche con violenze fisiche. Le ragazze alla fine, già adulte, hanno deciso di fuggire quando ad una di loro era stato imposto il matrimonio con un cugino. Ricostruita la storia delle quattro donne, un giornale on line ha pubblicato un video video nel quale le giovani donne si raccontano, ripercorrono l’inferno vissuto all’interno delle famiglie dalle quali fuggivano. L’organizzazione che le sta assistendo non ha dubbio: se restituite alla famiglia, moriranno. Rischio che le stesse donne hanno manifestato nel video. Secondo il racconto fatto dal gruppo di crisi “SK SOS”, la polizia antisommossa osseta è già arrivata al checkpoint di Upper Lars e ha detto all’avvocato che i parenti delle quattro avevano presentato una denuncia di rapimento. Le quattro ragazze sono già entrate nella lista delle persone scomparse.

Gli stessi parenti delle giovani sono arrivati al checkpoint, a loro è stato permesso di vedere le ragazze nonostante le suppliche di non farlo. La madre di Patimat e Khadijat Khizriyevs, così come il loro cugino, hanno cercato di riportare a casa le ragazze con la forza. Alla fine, su pressante richiesta dell’avvocato, i parenti sono stati allontanati. Gli agenti hanno promesso loro di “sorvegliare con fucili d’assalto” le ragazze, hanno insistito nel dire che non potevano “allontanare i parenti” dall’edificio della polizia di frontiera. Le ragazze hanno tentato di liberarsi da un sostanziale sequestro di persona, ma inutilmente, le forze di sicurezza russe hanno ripetutamente ostacolato i tentativi delle donne del Caucaso settentrionale di allontanarsi per sempre dalle loro famiglie. Non è il primo episodio del genere, il primo caso di donne cecene che tentano la fuga per la libertà e per l’emancipazione. Uno degli ultimi casi noti è la storia di Khalimat Taramova. Nell’estate del 2021, è fuggita dalla Cecenia a Makhachkala, dove si è nascosta in un appartamento destinato alle donne maltrattate. Taramova registrò un appello, chiedendo di lasciarla libera di decidere il suo futuro. Non bastò, l’appartamento fu preso d’assalto dalla polizia cecena e la donna riportata in Cecenia.

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