Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia ha commentato la chiusura degli uffici in Russia.
“Se chiudono organizzazioni che hanno provato a difendere i diritti della popolazione russa, denunciando le violazioni commesse sia in Russia quanto in Ucraina, quanto in Siria in passato, vuol dire che eravamo dalla parte giusta. E se pensano di zittirci chiudendoci un ufficio hanno sbagliato i calcoli”.
“Amnesty International continua a raccogliere prove perché ritiene che, più che mai in questo caso, quando finirà la guerra non dovrà iniziare un tempo dell’impunità e appoggiamo tutti gli sforzi della giustizia internazionale per individuare e punire i responsabili e contribuiremo con le prove raccolte finora»
“Chi pensava che una guerra in Europa potesse essere meno sporca di guerre del Medio Oriente o dell’Africa ha trovato sin dall’inizio una smentita a questa previsione. Amnesty International ha documentato, già dal 24 febbraio, crimini di guerra consistenti in attacchi contro obiettivi civili anche attraverso l’uso di armi vietate come le bombe a grappolo. Sono stati colpiti scuole adibiti a rifugi, ospedali, centri abitati; ci sono state uccisioni di civili, denunce di torture e di stupri, e tutto questo chiama in causa essenzialmente le forze russe. Abbiamo anche segnalato trattamenti di russi fatti prigionieri dalle forze ucraine in violazione delle norme di guerra”.