Ucraina, da Kiev sotto assedio il j'accuse al mondo: "Lasciati soli a combattere la Russia"
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Ucraina, da Kiev sotto assedio il j'accuse al mondo: "Lasciati soli a combattere la Russia"

Il Presidente ucraino Zelenskyy su Telegram dall'Ucraina invasa dalla Russia: "Chi è pronto a combattere con noi? Non vedo nessuno. Chi è pronto a dare all'Ucraina una garanzia di adesione alla Nato? Tutti hanno paura".

Ucraina, da Kiev sotto assedio il j'accuse al mondo: "Lasciati soli a combattere la Russia"
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

25 Febbraio 2022 - 14.44


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De-nazificare l’Ucraina. “Un attacco orribile come quello dei nazisti nel 1941”. Quando si fa uso delle pagine più orribili della storia per giustificare l’uso della forza, quando si evoca la “guerra patriottica”, allora significa che sotto le macerie è sepolta anche la parola “compromesso”.

Assedio a Kiev

Kiev è stata colpita da “un orribile attacco missilistico”. Lo ha denunciato in un tweet il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba: “L’ultima volta che la nostra capitale ha sperimentato qualcosa del genere è stato nel 1941, quando è stata attaccata dalla Germania nazista. L’Ucraina sconfisse il male e lo sconfiggeremo anche questa volta. Fermare Putin. Isolare la Russia, tagliare tutti i rapporti”.

“Secondo le nostre informazioni, il nemico mi ha contrassegnato come obiettivo numero 1 e la mia famiglia, come obiettivo numero 2”, le parole del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky fanno presagire il desiderio dei russi di prendere Kiev. Una mossa ampiamente anticipata dall’intelligence: “La caduta della città nelle mani delle forze russe potrebbe essere una questione di ore”. Le forti esplosioni udite nel centro della capitale fanno strada alle forze armate di terra che muovono nei sobborghi della città. “Vogliono distruggere politicamente l’Ucraina distruggendo il capo di Stato. Secondo le nostre informazioni gruppi di sabotaggio nemici sono entrati a Kiev. Resto nella zona del governo insieme ad altri”, si legge sul sito internet ufficiale della presidenza. Zelensky si rivolge anche alla comunità internazionale lanciando un duro atto di accusa:

“l’Ucraina è stata lasciata sola a combattere la Russia. Chi è pronto a combattere con noi? Non vedo nessuno. Chi è pronto a dare all’Ucraina una garanzia di adesione alla Nato? Tutti hanno paura”. La situazione è critica e il bilancio della guerra conta, per ora, “137 dei nostri eroi, nostri cittadini, di cui 10 ufficiali, 316 sono rimasti feriti” dice il presidente, oramai a un passo dalla firma del decreto di mobilitazione generale della popolazione. Vietato lasciare il Paese agli uomini tra i 18 e i 60 anni: diecimila fucili automatici sarebbero stati distribuiti nelle ultime ore ai civili della capitale per prepararsi a resistere. Misura che si aggiunge all’approvazione della legge marziale e, appunto, l’offerta di un’arma a qualsiasi cittadino la richieda. Kiev al momento è sotto assedio. “L’esercito russo avrebbe sequestrato due veicoli delle forze armate ucraine e i militari, indossate le uniformi dell’Ucraina, si stanno spostando nel centro di Kiev. Sono seguiti da una colonna di camion militari russi”, riferisce Kyiv Independent citando il viceministro della Difesa. La notte appena trascorsa è stata movimentata dai bombardamenti. Scrive il Kyiv Post: “Le forze russe sono entrate nel distretto di Obolon”, a 10 Km da Kiev. Intanto le truppe d’assalto aviotrasportate delle forze armate ucraine stanno combattendo negli insediamenti di Dymer (45 Km da Kiev ) e Ivankiv (80 km di distanza dalla capitale), dopo l’avanzata di “un gran numero di veicoli corazzati nemici sul confine del fiume Teteriv. Il ponte sul fiume è stato distrutto”. Lo si legge in un tweet del ministero della Difesa ucraino.

Fonti di intelligence fanno sapere che la Russia avrebbe completamente annientato la difesa aerea ucraina e pertanto avrebbe preso il controllo totale dello spazio aereo, chiuso a tutti i voli civili. Inutile il tentativo di trattative. Combattimenti sono in corso in quartiere settentrionale di Kiev, Oblonsky: lo ha constatato un giornalista della Afp, mentre secondo alcuni media internazionali spari sono stati uditi nella zona degli edifici governativi. Secondo alcune testimonianze i carri armati dell’unità “Z” dell’esercito russo, senza insegne, starebbero avanzando in centro città, dove si susseguono esplosioni.

Il governo incoraggia la popolazione a resistere realizzando bottiglie incendiare per respingere gli occupanti. “Cittadini, neutralizzate gli invasori con bottiglie molotov. State attenti e non abbandonate le vostre case!”, si legge sugli account Twitter del ministero della difesa e di quello degli interni, con tanto di istruzioni per realizzare il cocktail incendiario.

Diplomazia dell’inganno

Dopo l’aggressione c’è stato un primo contatto tra il Presidente russo Vladimir Putin con il presidente francese Emmanuel Macron. Il francese avrebbe chiesto un confronto tra Putin e Zelensky ma senza successo. Il presidente russo avrebbe giustificato con “chiarimenti dettagliati i motivi e le circostanze della sua decisione di condurre un’operazione militare speciale”. “Abbiamo fatto di tutto perché prevalesse la via diplomatica. Qualche ora prima dell’attacco, discutevamo con Putin degli accordi di Minsk. Sì, c’è stata doppiezza e la scelta deliberata e cosciente di scatenare la guerra, quando potevamo ancora avere la pace”, ha sottolineato Macron. La rapidità dell’intervento militare russo confermerebbe le parole del residente degli Stati Uniti Joe Biden. Il capo della Casa Bianca è tornato a sottolineare che la comunità internazionale ha fatto tutto ciò che era possibile per evitare il conflitto. Ma secondo Biden l’attacco russo è stato “premeditato e programmato per mesi”. “Putin è l’aggressore di questa guerra. Ora dovrà subirne le conseguenze”. Il capo della Casa Bianca ha annunciato “sanzioni durissime con l’obiettivo di massimizzare l’impatto a lungo termine per la Russia, ma minimizzando l’impatto con gli alleati”. “Gli Usa non lo stanno facendo da soli. Abbiamo creato una coalizione che rappresenta metà dell’economia mondiale”. Poi Biden in un tweet assicura: “Il popolo ucraino ha conosciuto 30 anni di indipendenza, non tollererà di essere riportato indietro di 30 anni”.

Una risposta a quello che aveva dettoPutin, che aveva provato a rassicurare il proprio Paese: la Russia “resterà all’interno dell’economia mondiale” e l’Occidente ha commesso un errore nell’infliggerle sanzioni in seguito all’invasione dell’Ucraina.  Rivolto agli imprenditori, il leader del Cremlino ha assicurato: “Continueremo a cercare di lavorare con la stessa solidarietà e non con minore efficienza”.

Cronaca di guerra

Colpita unascuola a Gorlovka, nell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk. Lo rende noto il sindaco della città, Ivan Prikhodko: “Due insegnanti – scrive su Telegram – sono stati uccisi in un attacco alla scuola numero 50. Una persona è rimasta ferita”. Le principali città della regione di Sumy sono state circondate dalle truppe russe, regione a circa 300 chilometri a est di Kiev.

Mosca ha circondato il Nord e l’Est dell’Ucraina con circa 190 mila truppe, 30 mila delle quali in Bielorussia, ha ammassato le sue forze navali nel Mar Nero e ha chiuso il Mare d’Azov alla navigazione. In totale la Russia può contare su 900 mila truppe, due milioni di riservisti e mezzo milione di militari impiegati in altre forze. L’Ucraina dispone un esercito di terra di 145 mila effettivi, più 45 mila nell’aeronautica e altri 11 mila nella marina. I riservisti sono 900 mila, ai quali si aggiungono altri 100 mila impiegati in altre forze. L’attacco avviene su larga scala con sacche di resistenza più o meno decise.

In Russia c’è chi dice “niet”.

Sebbene la gran parte degli osservatori riconosca che Putin sia stato in grado risollevare l’economia della Russia e stabilizzare la situazione del paese rispetto al periodo seguente alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, molti in Russia criticano il suo atteggiamento aggressivo e nazionalista. Giovedì, mentre era in corso l’invasione, migliaia di attiviste e attivisti russi si sono radunate per protestare contro l’operazione, che il presidente aveva detto di essere stato costretto a lanciare per “demilitarizzare e de-nazificare l’Ucraina”, ritenendo che il paese «non abbia mai avuto una tradizione stabile come nazione a sé stante» e sia parte della Russia.

Secondo Ovd-info, un gruppo di cittadini che sta seguendo le manifestazioni in Russia, ci sono state proteste e manifestazioni in 53 città russe, da quelle più grosse e conosciute a quelle più piccole e remote, come Togliatti, a sud-ovest, Novosibirsk, nella Russia centrale, o a Khabarovsk, nell’estremo oriente del paese. Se nelle città più piccole le proteste hanno coinvolto gruppi sparuti di persone, sia nella capitale Mosca che a San Pietroburgo i partecipanti sono stati diverse centinaia. La polizia però è intervenuta per far disperdere anche i gruppi più piccoli di persone.

Giovedì sui social network si sono visti video di persone che venivano arrestate pochi secondi dopo aver gridato qualche slogan contro l’invasione, sventolato bandiere dell’Ucraina oppure esposto striscioni e cartelli, come quelli con scritto “Нет войны”, che in cirillico significa “no alla guerra”.

Secondo Ovd-info, le persone arrestate durante le proteste in Russia di giovedì sono almeno 1.728, la maggior parte delle quali a Mosca e San Pietroburgo. Marina Litvinovich, una nota attivista che in mattinata aveva incitato la gente di Mosca a partecipare a una “marcia” contro la guerra con un video condiviso sui social network, è stata arrestata, poco dopo fuori casa.

Nella capitale, dove alle proteste hanno partecipato circa mille persone, si sono visti video di decine di agenti e poliziotti in tenuta antisommossa che presidiavano le strade e portavano via i manifestanti che protestavano contro la guerra. Alcuni giornalisti internazionali hanno detto di aver rischiato di essere arrestati a loro volta e di essere riusciti a cavarsela solo sventolando il proprio tesserino.

L’ago cinese.

“La Cina ritiene che la porta per una soluzione pacifica della questione ucraina non sia stata completamente chiusa e non dovrebbe essere chiusa. Al momento, per evitare l’intensificarsi dei conflitti, la Cina continuerà a promuovere la pace e i colloqui a modo suo”: il primo commento ufficiale di Pechino all’attacco russo in Ucraina è affidato a Zhang Jun, ambasciatore cinese presso le Nazioni Unite. Citato dal Global Times, Jun invita tutte le parti coinvolte nella crisi “a mantenere il controllo ed evitare di aggravare ulteriormente la situazione”. Le cancellerie occidentali in queste ore hanno gli occhi puntati su Pechino. Se volesse, infatti, il presidente cinese Xi Jinping potrebbe fornire a Vladimir

Putin l’ancora di salvezza contro le sanzioni occidentali,  mitigando di molto l’effetto che potrebbero avere sull’economia di Mosca. Ma se il leader cinese e quello russo sono apparsi più vicini che mai negli ultimi tempi, osserva Politico, Pechino si trova in una situazione complicata:  non vuole deteriorare ulteriormente i rapporti già tesi con gli Stati Uniti e rischia, intervenendo a sostegno dell’alleato russo, di perdere terreno, economicamente parlando, in Europa.

L’azzardo dello zar

Annota in proposito Aldo Ferrari, head, osservatorio Ispi Russia, Caucaso e Asia centrale:L’“Operazione Militare” lanciata dalla Russia contro l’Ucraina nelle prime ore del 24 febbraio ha segnato un momento di forte rottura nella politica estera di Mosca. Il riconoscimento dell’indipendenza delle repubbliche di Doneck e Lugansk rientrava in effetti nel modus operandi dei decenni precedenti, vale a dire interventi mirati e di portata limitata pur se al di fuori del diritto internazionale, per esempio il riconoscimento dell’indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossetia meridionale nel 2008, ma anche l’annessione incruente della Crimea nel 2014. In ognuno di questi casi Mosca aveva se non ragione, almeno delle ragioni per giustificare con una certa efficacia la propria azione. L’offensiva lanciata oggi si pone invece in un’ottica diversa, essenzialmente aggressiva e della quale si fatica a riconoscere una razionalità politica.

Ancor più importante della violazione del diritto internazionale impressiona l’azzardo geopolitico cui Putin espone il suo paese. Il contrasto con l’Occidente aumenterà a dismisura e l’economia russa verrà colpita da sanzioni pesantissime che la metteranno in grave difficoltà. La Russia sarà presumibilmente costretta ad avvicinarsi ancora di più alla Cina in una situazione di crescente subalternità. E aumenterà anche la distanza politica e psicologica con l’Ucraina, che viene aggredita senza una vera provocazione militare. Il rischio è grande anche sul piano interno perché una guerra con l’Ucraina difficilmente potrà essere popolare tra la popolazione russa, legata a quella ucraina da stretti rapporti storici, culturali e familiari.

Se la cosiddetta “Operazione Militare” sarà breve e di successo, l’immagine di Putin come uomo forte e “minaccioso” potrebbe anche rafforzarsi. Ma nel caso, non da escludere, in cui le cose andassero meno bene del previsto, il suo prestigio internamente ne potrebbe risentire in maniera molto forte. Vedremo se l’azzardo di Putin avrà successo oppure no, ma di sicuro la prospettiva di un miglioramento a breve termine dei rapporti tra la Russia e l’Occidente diviene a questo punto del tutto irreale, a prescindere dall’evoluzione dello scontro militare in atto.

Infine, una parola per l’Ucraina, vittima dell’aggressione russa, certo, ma anche della propria mancanza di realismo politico e dell’insipienza politica dell’Occidente, che da un lato ha retoricamente sostenuto Kiev, ma dall’altro ha dichiarato che non sarebbe intervenuto militarmente in sua difesa”.

Il fattore tempo sulla strada dello Zar. Come il “generale inverno” per Napoleone. E per Hitler.

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