Il Cile dichiara lo stato di emergenza nel Sud contro i Mapuche
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Il Cile dichiara lo stato di emergenza nel Sud contro i Mapuche

Sebastián Piñera ha annunciato un decreto per fermare le violenze e gli attacchi da parte del popolo indigeno che chiede indietro al governo le proprie terre

Sebastián Piñera
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13 Ottobre 2021 - 13.57


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Sebastián Piñera, presidente del Cile, ha annunciato martedì che il governo ha deciso di decretare lo stato di emergenza costituzionale per la Macrozona meridionale a causa della “grave alterazione dell’ordine pubblico”.
I militari presenti in queste due regioni parteciperanno al mantenimento dell’ordine, fornendo supporto logistico alle forze dell’ordine e partecipando ai pattugliamenti. Lo stato di emergenza avrà una durata di quindici giorni.
Lo stato di emergenza è stato decretato in 72 comuni di due regioni nel sud del Cile per fermare le violenze e gli attacchi rivendicati dai gruppi Mapuche, il gruppo etnico più popoloso del cono Sudamericano. Una decisione che viene presa solo in casi di grave turbamento dell’ordine e per un massimo di 15 giorni, rinnovabili solo con l’accordo del Congresso. Solo negli ultimi giorni infatti, una donna di 43 anni è stata uccisa durante uno scontro tra la polizia e i manifestanti a Santiago del Cile durante una marcia organizzata dai mapuche per la “resistenza e l’autonomia dei popoli”.
Secondo quanto dichiarato da Piñera, si tratta di una misura mirata a “proteggere la popolazione, salvaguardare l’ordine pubblico e lo stato di diritto di fronte a gravi e ripetuti atti di violenza legati al traffico di droga, al terrorismo e alla criminalità organizzata”. Ormai sono decenni che gli scontri violenti e gli attentati piegano i comuni nel sud del Paese con attacchi principalmente contro le macchine forestali e i camion. Nel suo annuncio Piñera ha voluto sottolineare come tale decreto non sia in nessun caso “diretto contro un popolo o un gruppo di cittadini”, riferendosi chiaramente ai mapuche.
Si tratta di un gruppo etnico che da anni chiede ai vari governi di poter riavere indietro le terre privategli con l’arrivo dei colonizzatori spagnoli. Dal 1861 infatti, lo stato cileno inizia una lenta incursione e occupazione delle loro aree confinandoli in una sorta di riserve. Una storia simile a quella dei vicini argentini, dove però la popolazione indigena è stata riconosciuta costituzionalmente nel 1994. Cosa che non è ancora avvenuta in Cile, dove i mapuche stanno ancora lottando.

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