Polonia e Ungheria contro la Ue che vuole sospendere i fondi per la violazione dello stato di diritto
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Polonia e Ungheria contro la Ue che vuole sospendere i fondi per la violazione dello stato di diritto

I due paesi guidati dalla destra  liberticida hanno presentato ricorso alla Corte di giustizia europea. Ma...

Viktor Orban
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11 Ottobre 2021 - 19.21


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In aperto conflitto con Bruxelles, Ungheria e Polonia contestano oggi davanti alla giustizia Ue il nuovo meccanismo che rischia di privarle dei finanziamenti europei, in un clima esacerbato dalla controversa decisione della Corte costituzionale polacca sulla supremazia della legge nazionale su quella europea. Portate più volte davanti alla Corte del Lussemburgo per violazione dello stato di diritto, Budapest e Varsavia sono questa volta le parti promotrici del ricorso contro le istituzioni europee.
Il dispositivo contestato dai due Paesi non ha precedenti.
Consente di sospendere o ridurre il pagamento di fondi europei ad uno Stato in caso di violazione dei principi dello Stato di diritto (insufficiente lotta ai conflitti di interesse, mancanza di indipendenza della magistratura, ecc.), con il rischio di ledere o danneggiare gli interessi finanziari dell’Ue. Frutto di un difficile compromesso durante l’adozione del bilancio a lungo termine dell’Ue alla fine del 2020 e a lungo richiesto dai paesi “frugali”, questo “meccanismo di condizionalità” non è stato ancora utilizzato.
) – Varsavia e Budapest, che sono tra i paesi potenzialmente minacciati da tale procedura a causa delle loro ricorrenti controversie con l’Ue sullo stato di diritto, a marzo hanno presentato ricorso alla Corte di giustizia europea per l’annullamento. Gli Stati membri hanno deciso a dicembre scorso di attendere il parere della Corte su questo meccanismo prima che la Commissione europea vi possa ricorrere. Ma i deputati europei hanno denunciato questo rinvio e minacciato di citare in giudizio la Commissione se non avvierà rapidamente questa procedura, che comprende più fasi e dovrà essere convalidata dagli Stati membri a maggioranza qualificata prima di poter eventualmente comportare una sanzione (sospensione o riduzione dei fondi).
Sotto questa pressione parlamentare, la Commissione potrebbe avviare la prima fase nelle prossime settimane, secondo fonti europee.
La decisione della Corte di giustizia sull’appello polacco-ungherese, esaminata in un’udienza che si aprirà per due giorni oggi pomeriggio, non dovrebbe essere pronunciata prima di qualche mese.

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