Von der Leyen avvisa Orban ma lui non crede all’ultimatum Ue e non ritira la legge anti-Lgbt
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Von der Leyen avvisa Orban ma lui non crede all’ultimatum Ue e non ritira la legge anti-Lgbt

Von der Leyen: “Legge vergognosa". Minacce anche sul Pnrr. Ungheria: “Attacco antidemocratico”"

Von der Leyen e Orban
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7 Luglio 2021 - 11.13


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La vergognosa presa di posizione di Orban contro i diritti Lgbt non passerà inosservata, con la possibile fermata dei 7 miliardi del Recovery Plan da parte dell’Ue.

Nessun passo indietro di Budapest sulla legge anti Lgbt, neanche dopo l’ultimatum dell’Unione europea lanciato oggi attraverso le parole di Ursula von de Leyen. La presidente della Commissione europea aveva definito “vergognosa” la norma. “Bambini usati come pretesto per discriminare”, aveva in sostanza affermato, preannunciando una reazione a livello comunitario.

Budapest fa sapere di non avere intenzione di ritirare la legge anti Lgbt, anzi “la difenderà con ogni mezzo legittimo”. È quello che ha affermato la ministra della Giustizia, Judit Varga, in risposta all’annuncio della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, a Strasburgo, di voler avviare una procedura d’infrazione contro Budapest per la norma anti-Lgtb. “L’Ungheria è attaccata in modo brutale e antidemocratico da molti governi europei e dirigenti di istituzioni europee a proposito della legge per la difesa dei minori. È inaccettabile che il diritto europeo sia usato per battaglie ideologiche”, commenta in un comunicato. Varga sottolinea che il diritto e i valori europei sono importanti per tutti, ma non si può scegliere arbitrariamente quali siano le norme gradite e quali no: “la sovranità e l’indipendenza dei paesi membri, nonché il diritto alla difesa dei minori sono diritti comuni per tutti. Spetta all’Ungheria scegliere come educare i figli”. “Nel comunismo – continua – i minori sono stati educati in modo obbligatorio dal partito-Stato. Oggi gli apostoli della democrazia liberale vogliono fare lo stesso, ma non lo permetteremo”, si legge ancora nel comunicato.
La ministra intende iniziare una campagna per far conoscere a tutti i governi e le istituzioni europee il contenuto della controversa legge ungherese e condurre una battaglia legale in Europa.

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