La strana storia della regione del Nunavut, dove il Coronavirus non è mai arrivato
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La strana storia della regione del Nunavut, dove il Coronavirus non è mai arrivato

Hanno aiutato le misure stringenti applicate dai funzionari e l’isolamento naturale della popolazione, che vive in comunità molto distanti tra loro

La regione canadese del Nunavut
La regione canadese del Nunavut
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20 Ottobre 2020 - 08.28


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In molte regioni del Canada i casi di Covid-19 stanno aumentando, ma nel Nunavut, il territorio più settentrionale e vasto del Paese, nonché una delle aree più remote e scarsamente popolate del mondo, non si sarebbero mai registrati casi di Coronavirus.  Come riporta la Bbc, le ragioni dietro i zero casi sarebbero nelle stringenti misure adottate fin da subito dai funzionari del Nunavut e nell’isolamento naturale che contraddistingue il territorio.

Lo scorso marzo, i funzionari del Nunavut hanno deciso di introdurre alcune delle più severe norme di viaggio in Canada, vietando l’ingresso a quasi tutti i non residenti.

I residenti di ritorno, invece, prima di tornare, sono costretti a trascorrere due settimane in hotel dedicati – nelle città di Winnipeg, Yellowknife, Ottawa o Edmonton – a spese del governo e controllati da guardie. 
Ad oggi, poco più di 7mila nunavummiut hanno trascorso del tempo in questi centri di isolamento.

Le mascherine, inoltre, sono obbligatorie su tutto il territorio nonostante la mancanza di casi. “La decisione abbastanza drastica di introdurre queste misure è stata presa sia per la potenziale vulnerabilità della popolazione al Covid-19 che per le sfide uniche della regione artica”, afferma il dottor Michael Patterson, responsabile della sanità pubblica del Nunavut. 

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Gli Inuit costituiscono, infatti, oltre l’80% della popolazione del territorio, e molte comunità nel Nunavut e altrove sono potenzialmente a rischio per diverse ragioni. Tra queste, condizioni abitative inadeguate e non sicure e alti tassi di sovraffollamento, nonché l’elevata probabilità di contrarre la tubercolosi.

Le circa 36mila persone che vivono nel territorio sono suddivise in 25 comunità sparse sui suoi due milioni di chilometri quadrati.

È quindi probabile che l’isolamento naturale sia parte della ragione della mancanza di casi.

Tuttavia, ora, rispetto a marzo, c’è stato un leggero allentamento delle misure. Ma l’attenzione è sempre alta. Il dottor Patterson, per esempio, non pensa che il Nunavut sarà privo di casi di coronavirus per sempre. “Non avrei scommesso che sarebbe rimasto Covid-free per così tanto tempo”. Nel territorio, inoltre, le risorse mediche sono limitate: l’ospedale di Iqaluit, la capitale, da 35 posti letto, potrebbe gestire circa 20 pazienti Covid-19, stima il dottor Patterson.
Nel caso si verifichi un focolaio, “le persone che hanno bisogno di cure o di essere ricoverate dovranno essere trasportate in altri ospedali.

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