Strage a Mogadiscio, 23 morti. I terroristi uccidono a freddo una madre e tre bambini
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Strage a Mogadiscio, 23 morti. I terroristi uccidono a freddo una madre e tre bambini

I terroristi di Al Shabaab hanno fatto esplodere due autobombe e poi hanno fatto irruzione in un hotel

Attentato a Mogadiscio
Attentato a Mogadiscio
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28 Ottobre 2017 - 16.57


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Una Somalia senza pace. Un non-Stato infestato dai jihadisti, da criminali e signori della guerra.
Dopo il mega attentato di due settimane fa, i terroristi islamici somali Al Shabaab sono tornati a colpire Mogadiscio con un sanguinoso attacco coordinato di due autobombe, un kamikaze e soprattutto l’assalto a un noto hotel del centro in cui, in serata, erano ancora intrappolate una ventina di persone. Il bilancio provvisorio di sangue indicato dalla polizia somala è di 23 morti e oltre 30 feriti ma potrebbe aggravarsi.
e vittime dell’attacco all’hotel sono per lo più poliziotti e fra loro viene confermata la morte di un colonnello della polizia somala e di un ex deputato. In serata, mentre la battaglia ancora infuriava, i soccorritori hanno trovato i corpi di una donna e di tre bambini, uno dei quali un neonato, uccisi con un colpo d’arma da fuoco alla testa.
L’attacco è stato lanciato nel pomeriggio con un’autobomba che, forse guidata da un attentatore suicida, è esplosa davanti all’hotel Nasa-Habloid di Mogadiscio, nel pieno centro della capitale somala, nei pressi del palazzo presidenziale. Dopo circa mezz’ora nella zona è esplosa una seconda autobomba, stavolta vicino all’ex parlamento dove c’erano dei militari. Un kamikaze si è poi fatto saltare in aria sempre nell’area.
Dopo la prima esplosione c’è stata l’irruzione di cinque terroristi nell’hotel: un testimone ne ha visti entrare tre in divisa militare, applicando una tattica di travestimento già attuata in passato, e per ore si sono uditi spari provenire dall’interno. Sempre secondo i resoconti della polizia filtrati dai media, due Al Shabaab sono stati uccisi al primo piano mentre gli altri tre si sono asserragliati all’ultimo, lanciando anche granate contro la forze si sicurezza che ancora in serata cercano di stanarli. Anche se non si è parlato di ostaggi, ma solo di “intrappolati”, sono “oltre 20” le persone bloccate nell’hotel e tra loro ci sono responsabili del governo somalo. I terroristi hanno staccato la corrente all’edificio e quindi la battaglia stanza per stanza si combatte al buio. L’attacco è stato rivendicato dall’organizzazione integralista islamica somala mentre era ancora in corso l’azione.
I terroristi di Al Shabaab invece avevano evitato di rivendicare, nonostante il governo li accusi senza dubbi, l’azione con il camion-bomba che era esploso due sabati fa causando la peggiore strage terroristica mai perpetrata in Somalia e una delle più sanguinose al mondo degli ultimi anni: 358 morti e 228 feriti – di cui 122 così gravi da essere stati aviotrasportati all’estero – e 56 dispersi lasciando quindi temere un ulteriore aggravarsi del bilancio di sangue.
Il presidente somalo Abdullahi Mohamed ha dichiarato lo stato di guerra e fatto un tour nell’area per cercare appoggi per la sua riconquista del territorio controllato dagli Al Shabaab. I ribelli, cellula somala di Al Qaeda dal 2012, vogliono imporre alla Somalia una versione estrema della sharia, la legge islamica, e per questo cercano di cacciare le truppe straniere dall’ex colonia italiana devastata una guerra civile iniziata nel 1991.
Una forza di 22mila uomini dell’Unione Africana (UA) dovrebbe ritirarsi e affidare la sicurezza a truppe somale entro la fine del 2020. Gli Usa comunque quest’anno hanno aumentato il loro impegno contro gli Al Shabaab, compiendo quasi 20 raid con droni. Gli Al Shabaab del resto hanno già attaccato posti in vista della capitale e lo stesso hotel Nasa-Habloid era già stato obiettivo di un sanguinoso assalto nel 2016: a fine di giugno era stata fatta esplodere un’autobomba contro il suo cancello e almeno quattro terroristi avevano fatto irruzione nell’edificio, rimanendo asserragliati per ore. Il bilancio era stato di almeno 15 morti e 20 feriti, in gran parte civili, e lo schema sembra essere stato ripetuto questa volta.

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