Sarkozy rischia un processo per corruzione e traffico influenze
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Sarkozy rischia un processo per corruzione e traffico influenze

La richiesta di incriminazione, nell'ambito della più vasta inchiesta su intercettazioni telefoniche, riguarda anche il suo ex difensore ed un magistrato in pensione della Cassazione.

NIcholas Sarkozy
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7 Ottobre 2017 - 11.09


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L’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, rischia di finire sotto processo, per corruzione e scambio di influenze, nell’ambito della cosiddetta inchiesta sulle intercettazioni.
Secondo Le Parisien, a chiederne il rinvio a giudizio sarebbe stato il procuratore finanziario nazionale, Eliane Houlette, che, tre anni dopo l’apertura del fascicolo, ha sollecitato l’intervento del tribunale penale nei confronti dell’ex presidente, del suo ex avvocato Thierry Herzog e dell’ex magistrato di Cassazione, ora in pensione, Gilbert Azibert.
La richiesta, formalizzata giovedì, non è stata ancora notificata alle parti interessate.
“E ‘chiaro che l’atto d’accusa è stato messo a conoscenza della stampa,  prima che fosse reso noto alle parti”, è stata la dura reazione dei difensori di Sarkozy, gli avvocati Jacqueline Laffont e Pierre Haïk. ”E’ ‘piuttosto divertente e triste – hanno aggiunto -, in un procedimento che si occupa di presunte violazioni del segreto istruttori e delle indagini”.
Nicolas Sarkozy è sospettato di avere tentato di ottenere, nel 2014, attraverso il suo avvocato Thierry Herzog, informazioni segrete da un giudice anziano della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert, nell’ambito di un procedimento nel cui ambito aveva chiesto la restituzione dei diari sequestratigli nell’ambito del caso Bettencourt, per ui conclusosi con un non luogo a procedere nel 2013.
All’origine del caso, una telefonata in cui, nel 2007, l’allora presidente, parlando con il  suo avvocato, sembrava impegnarsi ad intervenire in favore del magistrato per fargli ottenere una futura prestigiosa collocazione. Impegno che non ebbe seguito. Per gli investigatori, il cambio di atteggiamento può essere spiegato dal fatto che i due – Sarkozy e Herzog – avevano scoperto che i telefono cellulari che usavano per i loro colloqui riservati (intestati a nomi fittizi) erano controllati. 

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