Perché l’Unione europea è già morta
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Perché l’Unione europea è già morta

Le alchimie che in Francia hanno evitato la vittoria del Front National non devono illudere, l’Europa sta virando inesorabilmente verso gli estremismi e gli Stati nazionali<br>

Perché l’Unione europea è già morta
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17 Dicembre 2015 - 11.04


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Come si sa, in Francia il “Front National” (FN) ha perso la sua seconda prova ed a vincere le elezioni regionali in Francia è stato un vecchio trucco politico: i socialisti al governo (PS)hanno ritirato i loro candidati dalle regioni in cui FN era molto più avanti nel primo turno ed il presidente Francois Hollande ha chiesto al suo eletotato di votare per il centro destra dei Repubblicani (LR) guidato da Nicolas Sarkozi. E, naturalmente, ha messo in guardia i cittadini che se FN avesse vinto, ci sarebbe stata la guerra civile.

Epilogo: dopo la prima vittoria rotonda in gran parte delle regioni, èb]il partito della Le Pen è fuori dal potere ma non sconfitto, e certamente continuerà a salire[/b]. Ma perchè lo farà?

In primo luogo, i francesi come la maggioranza degli europei sono stressati e frustrati dalle crisi politiche, dalla disuccupazione a doppia cifra, dall’impotenza delle attuali élites politiche, e, soprattutto, hanno bisogno di un trovare un senso in tutto questo. I dirigenti delle classi politiche non governano la crisi che tocca gran parte dei paesi europei. E per questo i trucchi politici non dureranno a lungo.

Il flusso permanente di politiche sbagliate, le misure di austerità idiota, la devastazione dello Stato sociale hanno i loro costi politici. In alcuni casi sinistra è la parte del centro politico, in altri la destra, ma il principale terreno comune dei nuovi cambiamenti è che da entrambi i lati della scena politica europea essi sono radicali. Ciò significa che si fanno sempre più spazio gli euro scettici, gli anti (neo) liberali, con un forte desiderio di far rivivere lo Stato nazionale lontano dai creatori di tabelle e di decisoni e anemiche ma pericolose che a Bruxelles abitano i corridoi bui della capitale europea.

Sapendo che chi realmente governa il blocco UE sono alcuni tecnocrati non eletti, ma imposti, la nazione europea non ha alcun interesse alla ricerca di risposte all’interno l’ombrello dell’UE. Chi sono quelle persone che governano realmente il blocco dell’Unione è una domanda rimasta senza risposta per anni. Ora, la maggioranza del corpo elettorale europeo si chiede come ricostruire lo Stato nazionale e recuperare tutti gli attributi della sovranità.

Nell’Europa orientale, come abbiamo visto, il modello di Viktor Orbàn dimostra che il rischio politico ungherese è vivo e duraturo, anche con tutta la demonizzazione tentata dai media, e quello di Orban sta diventando il modo di agire della maggior parte dei Paesi dell’Europa orientale. L’ultimo esempio sottolineato da eterni analisti , ricercatori e uomini di scienza è stata la Polonia, che ha fatto scattare l’allarme rosso per gli architetti politici tradizionali. Ed in fondo è stata una sorpresa perché Varsavia, dopo essere stata un esempio riuscito di (neo) democrazia liberale , abbia scaricato dare tutti i valori dell’Unione europea per il ritorno ad un’ autocrazia reale’ rimane una la domanda per gli “opinion makers”. Eppure questo è strano, dato che era visibile che élitse politiche locali sono in attesa di attuare un programma politico dentro i confini dello Stato e molto lontano dai dogmi di Bruxelles.

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L’ Ungheria si è mossa in modo chiaro, si è assunta alcuni rischi e ha ottenuto risultati, specie quanto alla riluttanza di Orbàn verso le regole di Bruxelles e adesso il primo ministro magiaro si sta preparando per il prossimo (e quarto) mandato fortemente convinto di essere sulla strada giusta . E l’ esempio viene seguito dalla Polonia e sarà seguito da altri.

In Germania si è verificato un evento scarsamente coperto dai media che ha fatto molro arrabbiare la CDU : in Baviera ,Viktor Orban è diventato quasi un eroe . “Abbiamo avuto bisogno dell’ Ungheria per fissare i confini esterni dell’UE – ha detto il premier bavarese Horst Seehofer in una conferenza stampa congiunta con Orbán , aggiungendo che il premier ungherese “merita di essere sostenuto, non criticato, e nello stato federale della Baviera, gode di questo supporto “.

“Siamo ora in una condizione senza regole, senza il sistema e senza ordine a causa di una decisione tedesca – ha aggiunto Seehofer, parlando della necessità di ristabilire l’ordine della sua ammirazione di Orbán ” che sta cercando di raggiungere questo obiettivo “e delle critiche sua verso la Merkel. Ricordiamoci che l’umpo è il leader dell’Unione cristiano sociale (CSU), che è il partner di coalizione della CDU ,ed anche uno dei più forti avversari delle decisioni di Angela Merkel rispetto ai rifugiati. Questa mossa politica, tendono a inviare un messaggio forte a Berlino. La CDU ha risposto che questo era solo un allarmante aumento del’estremismo nazionalista.

Poco dopo, la Germania ha introdotto il controllo delle frontiere e si è sforzata di convincere gli altri Stati membri dell’UE ad accettare le quote dei rifugiati, senza ottenere il supporto previsto. La Germania dunque ha perso la sua leadership e la ‘coalizione del volenterosi’ è diventato una ‘coalizione dei disposti’ a seguire il conduttore tedesco.
Come è chiaramente dimostrato dall’ultima idea di formare una “mini” Shengen tra alcuni dei pochi Paesi che ancora gravitano verso la Germania ,il progetto UE è giunto al termine e si affaccia una nuova alba d’Europa, senza un quadro chiaro su quale tipo di integrazione sopravviverà.

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In Spagna, “Podemos” aspetta di vedere cosa succederà in Grecia a quell’ esperimento chiamato “Syriza”. Molti pensano che “Podemos”, una volta indicato come vincitore politico, abbia raggiunto il suo picco durante le elezioni di maggio e che un partito proveniente dal centro sia più conveniente per il modo modo di pensare degli spagnoli. Ancora influenzata dalla vecchia dittattura delgenerale Franco , per decenni la Spagna ha votato per le due opzioni principali, e, infine, si è resa conto di essere troppo stanca. Gli spagnoli sono alla ricerca di cambiamenti e questa svolta politica nel ‘cuore e nella mente di questa nazione può diventare realmente rivoluzionario.

Questo è l’effetto di “Podemos”: ha messo in chiaro che b][la Spagna ha bisogno di nuova ideologia che sia lontana dal contesto politico della UE [/b]. E ‘importante ricordare, giusto per capire lo spirito di questo cambiamento, che “Podemos”nasce dal movimento chiamato “Indignados” che ha raccolto per le strade di Madrid e Barcellona migliaia di persone ridotte in povertà dalla politica neoliberale che hanno perso appartamenti, case, posti di lavoro, e non hanno altro modo di sopravvivere, tranne la lotta di strada.

Poi è arrivato il caso Ucraina doveva venire, ed i vertici di “Podemos” hanno detto subito che “l’ ‘Europa si deve liberare dagli Stati Unii”, dato che era visibile che la politica della UE è stata dettata dagli Usa comprese le seguenti decisioni suicide, come guerra commerciale con la Russia, secondo mercato per l’economia dell’Unione.

Questi eventi, prima ancora della crisi di rifugiati, hanno chiarito che in tutta Europa si stava facendo strada una comune agenda politica: contraria al neoliberismo, euroscettica, volta alla liberazione dalla politica degli Stati Uniti e dal dominio militare per fare spazio al processo politico ed alla sovranità nazionale in ogni aspetto della vita. Questo, tanto per cominciare.

In questo senso, la sinistra diventa destra e viceversa dato che non è visibile una solida differenza fra orientamenti, almeno rispetto alla crisi dei rifugiati. Questo evento geopolitico è diretta conseguenza di una pessima politica estera molto aggressiva, figlia del passato mondo unipolare. Tornano in superficie antichi spiriti del passato europeo e pensieri sepolti come quelli nazista e fascista tornano a bussare alla porta del vecchio continente. Perfino l’ antichissimo modo di pensare dei crociati è tornato a sollevarsi come una marea e riferimenti sulla presunta battaglia del cristianesimo contro i musulmani, sono entrati sulla pista da ballo della politica. Gli articoli dei media traboccano di cronache sanguinolente su stragi a sfondo religioso , il mondo diventa un luogo caotico ed è molto pericoloso vivere nell’abbraccio di così tante tendenze negative.

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La “jihad” globale è diventata fattore geopolitico, si è compiuta un’operazione di ingegneria sociale e religiosa ,e l’Europa è diventata un vero e proprio campo di battaglia. Con tutte le vecchie e nuove ideologie soffocate dalla frustrazione, dalla paura, da una vita senza senso governata dall’avidità di pochi e la povertà e rabbia di due terzi della popolazione , che vive la realtà postoderna in condizioni di schiavitù.

Nessuno potrebbe prevedere le cose sarebbero andate così , ma quasi titti possono concordare sul fatto che tutto questo è il prologo di brutali scontri di interesse. Chi vincerà la contesa europea? L’Europa diventerà una sorta di alleanza fra autonomi Stati-nazione oppure sarà imposto qualche nuovo progetto di blocco ?

Ecco la classica domanda da un milione di dollari, ma quel che è certo è che a partire dalla guerra all’ISIS la nuova comunità internazionale multipolare è profondamente divisa sulle idee che Est e Ovest portanio avanti sulla progettazione futura. E se il Medio Oriente ed anche i Balcani, come asse di crisi dell’Est mostrano segnali di radicali cambiamenti geopolitici e di spazio, l’Europa può diventare la fase finale di questo vecchio gioco.

Tutto questo potrebbe facilmente portarci ad uno scenario già visto dopo la seconda guerra mondiale, definoto da parole come “cortina di ferro” o “guerra fredda” , ma l’ Europa potrebbe anche dividersi fra un Nord ricco ed un Sud povero nato dall’indebolimento dell’asse Parigi-Berlino-Mosca.
Con questo possibile scenario l’unica conclusione che si possa azzardare è che il nostro tempo appartiene alla transizione politica verso una sinistra o destra radicali, nonché alla messa alla ricerca di una nuova ideologia che in realtà appartiene alle nuove generazioni politiche. Tenendo conto del tempo necessario per implementare e ricostruire il senso di vivere in un qualcosa che una volta era uno Stato, solo i neonati, e la generazione dopo di loro avranno la possibilità di vivere in un mondo diverso, costruito sulle ceneri del nostro tempo.Ad una condizione, però: imparare finalmente dagli errori fatti dalle generazioni precedenti.

(Marina Ragush)

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