L’esercito ucraino dopo mesi di tregua ha ripreso a bombardare ieri la periferia nord di Donetsk con colpi di mortaio. Lo denunciano fonti dell’autoproclamata “Repubblica popolare”, secondo cui la zona viene bombardata con motai da 82 millimetri”. Nessuna informazione su vittime o danni è disponibile finora ma si sa che durante la notte di martedì, le truppe ucraine sono sgusciate alla periferia nord di Donetsk in prossimità della frazione di Spartak e dell’aeroporto.
Un proiettile sparato dalle truppe ucraine ha colpito e distrutto il tetto di una casa privata vivere nel sobborgo di Staromikhailovka. Le autorità locali hanno detto che il villaggio è stato bombardato anche da sistemi lanciarazzi “Grad”.
Il Gruppo di contatto aveva firmato un pacchetto di misure per soluzione pacifica del conflitto nel Donbass, conosciuta come Minsk-2, il 12 febbraio scorso e l’accordo era quello di ritirare le armi pesanti dalla linea di contatto, ovvero di far arretrare sistemi di artiglieria di calibro 100 mm o superiore alla distanza di almeno 50 chilometri, ed i sistemi lanciarazzi ad almeno 70. In una seconda fase, il 29 settembre, il gruppo di contatto trilaterale aveva siglato un altro documento che prevede il ritiro anche delle armi sotto 100 millimetri di calibro ad una distanza di 15 chilometri dalla linea di impegno, ed il documento è stato firmato dai leader delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk, Alexander Zakharchenko e Igor Plotnitsky.
Le armi avrebbero dovuto essere ritirate in due fasi, prima i carri arma e poi artiglieria i mortai. La prima fase di 15 giorni avrebbe dovuto essere seguita da una seconda fase di 24 , e dunque per completarlo vorranno 41 giorni,ed il tutto dovrà essere finito entro il 10 novembre. L’improvviso attacco delle truppe di Kiev ha usato proprio i vuoti in questi spazi temporali.
Fonte : Agenzie