Le combattenti curde indossano la loro femminilità con orgoglio
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Le combattenti curde indossano la loro femminilità con orgoglio

Ogni mattina prima di uscire in missione le donne si preparano e si aiutano a sistemarsi i capelli. Sono soldati a tutti gli effetti, arruolate nel corpo curdo dell'YPJ.

Le combattenti curde indossano la loro femminilità con orgoglio
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30 Luglio 2015 - 15.42


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Beritan, ha 30 anni e ama raccogliere i suoi riccioli neri in uno chignon con nastri blu. Lilav, ha 19 anni e predilige una treccia elaborata che parte dalla sommità del capo. La veterana Berfin opta invece per una treccia molto più morbida.

Ogni mattina prima di uscire in missione le donne si preparano e si aiutano a sistemarsi i capelli. Sono soldati a tutti gli effetti – arruolate nel corpo curdo dell’YPJ, altrimenti noto come unità di difesa delle donne, e stanno combattendo contro lo Stato islamico in Iraq e la Siria.

“Stiamo combattendo per la nostra terra, per liberare le persone ridotte in schiavitù da Daesh (acronimo in arabo per i militanti dello Stato islamica) e per l’uguaglianza di genere”. Sono le parole di Beritan, seconda in un comando di una unità di almeno 70 donne che agiscono nella periferia di Sinjar, in Iraq.

La forza militare di etnia curda che opera in Siria oggi, è stata inizialmente costituita nel 2011 per difendere Rojava. Ypj delle donne, insieme alla sua dolce metà nota come Ypg maschile curda, o anche “unità di difesa del popolo”, da allora è avanzata anche nei territori vicini per respingere le avances di Isis. Oggi, l’Ypj delle donne costituisce circa il 40 % dei militari curdi ed è gerarchicamente indipendente dalla sua controparte maschile.

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Una volta che una donna si unisce al gruppo di guerriglia curda, deve trascorrere almeno un mese di pratica per imparare le tattiche militari e studiare teorie politiche insegnate dal leader curdo Abdullah Ocalan, che è stato imprigionato in Turchia nel 1999. Ocalan è famoso per la sua enfasi sulla parità di genere. Ha scritto diversi libri sull’argomento, tra cui titoli come ‘Uccidere il maschio’ è la ‘Vita Liberatrice: rivoluzione delle donne’. Egli sostiene ciò che chiama “la scienza delle donne”.

La scienza delle donne di Ocalan, nota anche come “jineology” è insegnata in centri sociali curdi in tutta la Turchia e la Siria, dove le donne possono andare per conoscere l’emancipazione femminile e di auto-difesa. I centri Jineology aiutano anche le donne vittime di abusi domestici.

“La società kurda è molto tradizionale per quanto riguarda il ruolo delle donne. Sono ancora subordinate agli uomini”. Lo racconta la combattente Ypg Amara, 26 anni, “I centri Jineology aiutano le donne a capire che non devono accettare tutto”.

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“Siamo uguali agli uomini, ma siamo anche diversi”, aggiunge Beritan. “Questo è il motivo per cui conserviamo i nostri sguardi. Sistemiamo i nostri capelli o le nostre sopracciglia. Non vogliamo apparire come uomini”.
Per dimostrare ulteriormente la propria femminilità, molti soldati Ypj legano sciarpe colorate al collo o ai fianchi. Ognuno di loro ha il proprio stile nel vestire. Ma nonostante questo prendono molto sul serio la loro lotta. Tutte le donne soldato hanno perso amici sul campo di battaglia, ma nessuna dice di voler tornare a vivere come civile.
“Sono orgogliosa di essere un soldato. Avevo due opzioni: rimanere a casa e attendere Daesh, venire e proteggere la mia famiglia e il mio popolo unendomi alla YPJ”, ha detto la 22enne soldato Arin. “Ho scelto la seconda, e sono contenta di averlo fatto”.

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